Usano toni espliciti, non si nascondono dietro la forma. E in modo diretto dicono: «Vogliamo essere onesti fino in fondo: avremmo preferito un profilo diverso alla guida della Procura di Napoli. Un profilo meno operativo/militare poiché il problema - a Napoli forse più che altrove non è fare tabula rasa del passato, quanto avere la capacità di comprendere e governare la complessità, estirpando attraverso un lavoro certosino e chirurgico le sacche di malaffare e delinquenza che ancora impediscono ai cittadini l'esercizio di tutti i loro diritti costituzionalmente garantiti». A scrivere questo comunicato sono i vertici della Camera penale, guidati dall'avvocato napoletano Marco Campora, con un testo che - sin dalle prime righe - si propone di dare il benvenuto al nuovo vertice della Procura più numerosa d'Italia: al magistrato Nicola Gratteri. Come è noto, il 20 ottobre ci sarà l'insediamento ufficiale del nuovo procuratore, nella cerimonia di giuramento che si terrà dinanzi al Tribunale presieduto da Elisabetta Garzo, evento al quale non mancherà il capo della Procura nazionale antimafia (ed ex procuratore di Napoli) Gianni Melillo.
Ma torniamo al comunicato della Camera penale.
Passaggi che non tutti hanno condiviso. Anzi. Ieri mattina in piazza Cenni, c'era chi meditava la possibilità di prendere formalmente le distanze dalla nota del direttivo dei penalisti, mentre altri avvocati non iscritti da tempo alla Camera penale battono su un un punto: «Violato ogni garbo istituzionale, alla camera penale non è richiesta l'espressione del proprio gradimento, quel testo non ci rappresenta». Ma, galateo a parte, c'è soprattutto la volontà di ribadire un principio: il rifiuto di una «narrazione che dovesse descrivere la realtà napoletana come un coacervo di interessi opachi, di logge criminali e/o massoniche in grado di orientare sensibilmente la vita politica ed economica della città, oppure come una città culturalmente e geneticamente dedita al crimine e al malaffare, come un luogo da bonificare con le manette e con la forza militare dello Stato, narrazione che suonerebbe come grottesca e controproducente». Giunto a Napoli dieci giorni fa, il procuratore Gratteri ha stretto la mano in Procura ai suoi aggiunti, fiducioso di lavorare in piena sintonia con i colleghi. Prossimo passo, facile intuire, una stretta di mano con i penalisti di Napoli.