Nicola Gratteri procuratore di Napoli, la Camera penale: «Avremmo preferito un profilo differente»

Il 20 ottobre l'insediamento ufficiale del nuovo procuratore

Nicola Gratteri procuratore di Napoli
Nicola ​Gratteri procuratore di Napoli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Sabato 7 Ottobre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 08:55
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Usano toni espliciti, non si nascondono dietro la forma. E in modo diretto dicono: «Vogliamo essere onesti fino in fondo: avremmo preferito un profilo diverso alla guida della Procura di Napoli. Un profilo meno operativo/militare poiché il problema - a Napoli forse più che altrove non è fare tabula rasa del passato, quanto avere la capacità di comprendere e governare la complessità, estirpando attraverso un lavoro certosino e chirurgico le sacche di malaffare e delinquenza che ancora impediscono ai cittadini l'esercizio di tutti i loro diritti costituzionalmente garantiti». A scrivere questo comunicato sono i vertici della Camera penale, guidati dall'avvocato napoletano Marco Campora, con un testo che - sin dalle prime righe - si propone di dare il benvenuto al nuovo vertice della Procura più numerosa d'Italia: al magistrato Nicola Gratteri. Come è noto, il 20 ottobre ci sarà l'insediamento ufficiale del nuovo procuratore, nella cerimonia di giuramento che si terrà dinanzi al Tribunale presieduto da Elisabetta Garzo, evento al quale non mancherà il capo della Procura nazionale antimafia (ed ex procuratore di Napoli) Gianni Melillo

Ma torniamo al comunicato della Camera penale.

Stando a quanto trapela da piazza Cenni, c'è chi si dissocia. Tra questi, ci sono alcuni iscritti alla Camera penale, ma anche veterani del foro partenopeo. E proviamo allora ad approfondire il testo del direttivo Campora: «L'auspicio è che il dottor Gratteri prosegua - eventualmente anche implementandolo - l'ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dai suoi predecessori, il dottor Melillo e la dottoressa Volpe». Seguono riferimenti alla «interlocuzione costante» con l'avvocatura degli anni di Melillo, sempre orientata a creare un rapporto franco tra le toghe, ma anche a razionalizzare e modernizzare l'uso di risorse (specie in era post Covid). Poi viene fatta l'analisi di alcuni interventi del procuratore Gratteri in chiave mediatica, ma anche al rapporto tra il magistrato calabrese e l'avvocatura di Catanzaro. Scrivono i penalisti: «La storia e, soprattutto, alcune dichiarazioni pubbliche del neo procuratore, destano qualche perplessità, poiché in taluni casi agli antipodi con quell'area del diritto penale liberale e democratico di cui i penalisti (e soprattutto le camere penali) sono da sempre strenui sostenitori». Poi un riferimento al rapporto che in passato il procuratore Gratteri ha vissuto con il mondo forense di Catanzaro: «Un rapporto sovente turbolento che il neo procuratore ha avuto con gli avvocati calabresi che, in più occasioni, sono stati costretti a dar vita a condivisibili inziative di protesta e di denunzia finalizzate a portare a conoscenza dell'opinione pubblica alcune innegabili torsioni avvenute, specie nei processi di criminalità organizzata, nei vari Tribunali della Calabria».  

Passaggi che non tutti hanno condiviso. Anzi. Ieri mattina in piazza Cenni, c'era chi meditava la possibilità di prendere formalmente le distanze dalla nota del direttivo dei penalisti, mentre altri avvocati non iscritti da tempo alla Camera penale battono su un un punto: «Violato ogni garbo istituzionale, alla camera penale non è richiesta l'espressione del proprio gradimento, quel testo non ci rappresenta». Ma, galateo a parte, c'è soprattutto la volontà di ribadire un principio: il rifiuto di una «narrazione che dovesse descrivere la realtà napoletana come un coacervo di interessi opachi, di logge criminali e/o massoniche in grado di orientare sensibilmente la vita politica ed economica della città, oppure come una città culturalmente e geneticamente dedita al crimine e al malaffare, come un luogo da bonificare con le manette e con la forza militare dello Stato, narrazione che suonerebbe come grottesca e controproducente». Giunto a Napoli dieci giorni fa, il procuratore Gratteri ha stretto la mano in Procura ai suoi aggiunti, fiducioso di lavorare in piena sintonia con i colleghi. Prossimo passo, facile intuire, una stretta di mano con i penalisti di Napoli. 

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