Procura di Napoli, fumata nera: «Il voto a settembre»

Tre nomi in campo, il favorito resta Gratteri

Nicola Gratteri a Ombre festival
Nicola Gratteri a Ombre festival
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 26 Luglio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:10
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Dunque, non c'è stato verso. Nonostante l'impegno dei vertici del Csm, la nomina del nuovo procuratore di Napoli slitta a settembre. Sembra questo l'ultimo esito legato alla valutazione dei profili dei tre magistrati in corsa per la guida dell'ufficio inquirente più affollato d'Italia. Oggi è fissato il plenum per la nomina del capo dei pm partenopei, ma i tre relatori che curano i profili dei tre candidati difficilmente riusciranno a depositare i pareri decisivi. Una corsa contro il tempo che, salvo un rush all'ultimo minuto, renderà necessario rinviare il caso Napoli all'inizio del prossimo settembre, alla prima riunione utile dell'assemblea di Palazzo dei Marescialli. Intanto, questa mattina, sarà comunque definita una pratica importante per la giustizia napoletana, dal momento che dovrebbe essere formalizzata la nomina del giudice Carla Catalano come presidente della sezione lavoro nel distretto di corte di appello di Napoli.

Ma torniamo alla storia della Procura napoletana: tre nomi in campo, parliamo di Nicola Gratteri, attualmente a capo dei pm di Catanzaro, dopo una carriera spesa nel contrasto alla ndrangheta, che in commissione ha incassato quattro voti (per lui i voti di Maria Luisa Mazzola, di Mi; del togato indipendente Andrea Mirenda; di Bianchini e Carbone, laici di FdI e di Iv); di Giuseppe Amato, prucuratore a Bologna, che ha incassato il voto di Roberto D'Auria di Unicost; e di Rosa Volpe, per circa un anno procuratrice reggente a Napoli, attualmente tra i veterani della Dda partenopea, che ha ricevuto il voto del togato di Area Antonello Cosentino.

Si va a settembre, dunque, con rapporti di forza tra le correnti e i laici di Palazzo Marescialli abbastanza chiari, anche se nulla è scontato nella partita per la Procura di Napoli. In plenum entrano in gioco logiche decisamente più ampie e complesse di quanto può accadere nel chiuso dei lavori in commissione.

Uno scenario che basta da solo a evidenziare la complessità del caso Napoli. Terminata l'esperienza del procuratore Gianni Melillo a maggio del 2022, dopo la sua nomina alla guida della Procura nazionale antimafia, è iniziato un lungo periodo di interregno, gestito con efficacia e spirito di abnegazione dalla stessa ex vicaria Volpe. Un caso più unico che raro nel panorama giudiziario italiano, che ha spinto il vicepresidente Pinelli, alcuni mesi fa, a stabilire una sorta di road map, a partire proprio dall'ufficio napoletano. Chiara l'impostazione del numero due di Palazzo dei Marescialli: bisogna nominare il vertice della Procura di Napoli prima della parentesi estiva. Un obiettivo riuscito quasi del tutto, dal momento che - entro i primi di settembre - ci sarà la riunione definitiva per votare il nuovo capo. Una scelta che non si annuncia semplice, alla luce del profilo dei tre candidati in campo, ma anche delle audizioni tenute un mese fa a porte chiuse, dinanzi alla quinta commissione. Si è discusso di organizzazione dell'ufficio inquirente più grande d'Italia, di rapporti con pg e altre autorità giudiziarie del distretto, di contrasto alla criminalità organizzata e di aggressione dei capitali mafiosi. Al centro delle audizioni anche la valutazione di uno strumento decisivo al contrasto alle mafie e ai colletti bianchi in odore di camorra come le intercettazioni, ma anche la tempistica nell'esercizio dell'azione penale. Questioni di ordine generale, che ovviamente vanno calate in un contesto in cui la Procura di Napoli è comunque chiamata a dialogare con altri uffici inquirenti. Mai come in questo periodo, a proposito di economie condizionate dal denaro sporco, il nuovo procuratore di Napoli sarà chiamato a ragionare in un'ottica europea, a caccia dei canali del riciclaggio. 

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Ma quella della Procura non è l'unica partita destinata a ridefinire organici e vertici degli uffici del distretto di corte di appello di Napoli. Dopo il saluto del procuratore generale Luigi Riello, il Csm dovrà occuparsi anche della successione della più alta carica requirente del distretto. 

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