Rapina al portavalori a Napoli, rubati tutti i soldi per le pensioni

«È un clima da Far West» dice il leader delle guardie particolari giurate

Rapina al portavalori a Napoli, rubati tutti i soldi per le pensioni
Rapina al portavalori a Napoli, rubati tutti i soldi per le pensioni
di Luigi Sabino
Giovedì 4 Gennaio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 08:00
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Due sacchi pieni di banconote e due pistole semiautomatiche. È questo il bottino della rapina avvenuta, ieri mattina, ai danni di un furgone portavalori sul corso Chiaiano, tra la gente. Ad entrare in azione, secondo una prima ricostruzione, tre banditi che, poi, a bordo di una vettura guidata da un complice hanno fatto perdere le proprie tracce prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Un'azione da manuale, riferiscono i testimoni. I malviventi, infatti, hanno atteso l'arrivo del furgone blindato della ditta Cosmopol, il cui equipaggio era incaricato di consegnare al locale ufficio postale il denaro destinato al pagamento delle pensioni. Appena il mezzo si è fermato dinanzi al civico 73, i tre malviventi lo hanno circondato puntando le armi contro i due vigilantes. Il primo a essere stato immobilizzato e costretto a consegnare la sua pistola d'ordinanza è stato il conducente, subito seguito dal collega che sedeva al suo fianco. Impossibilitate a reagire e sotto la costante minaccia delle armi, le due guardie giurate sono state quindi costrette a consegnare ai malviventi i plichi contenenti le banconote. Il tutto, secondo il racconto di alcuni testimoni, sarebbe avvenuto in una manciata di minuti. Una volta raccolto il bottino di contanti e armi, i tre malviventi avrebbero raggiunto una stradina poco distante dove, ad attenderli, c'era un altro componente della banda alla guida di una vettura con il motore acceso. Quindi, la fuga mentre qualcuno, dall'ufficio postale lanciava l'allarme alla centrale operativa delle forze dell'ordine. Sul posto sono arrivate le auto della Squadra Mobile di Napoli e le volanti del commissariato Scampia i cui equipaggi hanno proceduto a raccogliere i primi elementi per tentare di arrivare all'identificazione dei componenti della banda. Un compito che sin da subito è apparso, però, complesso perché ad agire sarebbero stati dei professionisti. Una circostanza, questa, confermata dal fatto che durante l'intera azione predatoria non è stato esploso un solo colpo di pistola. I malviventi, inoltre, conoscevano non solo il giorno ma anche approssimativamente l'ora in cui il furgone blindato avrebbe consegnato all'ufficio postale i contanti per pagare le pensioni. 

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I malviventi, e su questo anche gli investigatori si dicono sicuri, hanno meticolosamente preparato la rapina come dimostrato dal fatto che conoscevano alla perfezione la zona. La scelta del vicolo dove parcheggiare l'auto con il motore acceso, l'azione fulminea per disarmare e rapinare i due vigilantes, la fuga immediata servendosi della strada più veloce. Sono tutti elementi che fanno pensare a una pianificazione accurata. Questa, quindi, la verosimile ricostruzione del colpo. I malviventi, quattro in tutto, raggiungono il luogo della rapina a bordo di una vettura non identificata poco prima delle 11 del mattino e si appostano in un vicoletto adiacente all'ufficio postale in attesa del furgone della Cosmopol. Non appena il mezzo blindato accosta nei pressi del civico 73, sono le 11.15, tre componenti della banda entrano in azione mentre il quarto resta alla guida dell'auto con il motore acceso. Pochi minuti ed è tutto finito. I vigilantes sono neutralizzati e costretti a consegnare pistole e denaro. Quindi la fuga sotto gli occhi di numerosi passanti che hanno appena il tempo di rendersi conto di cosa sia accaduto. Quanti soldi siano stati rubati non è ancora chiaro mentre le due pistole dei vigilantes sarebbero delle semiautomatiche del tutto simili a quelle in dotazione alle forze dell'ordine. Sul posto, qualche manciata di minuti dopo aver ricevuto l'allarme, sono arrivati gli investigatori: diverse testimonianze sono state raccolte così come, verosimilmente, sono stati acquisiti i filmati di alcuni sistemi di videosorveglianza presenti non solo sul luogo ma anche lungo il possibile tragitto utilizzato dalla banda per la fuga. «È ormai un clima da Far West» dice il leader dell'associazione nazionale guardie particolari giurate Giuseppe Alviti

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