Sciopero medici, corsie vuote oggi a Napoli: «Buchi in organico, servono 13mila unità»

Camici bianchi di nuovo in piazza oggi sciopero e sit-in al Plebiscito​

Lo sciopero dei medici
Lo sciopero dei medici
di Ettore Mautone
Domenica 17 Dicembre 2023, 22:49 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 18:29
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Salvare il Servizio sanitario nazionale assicurando le risorse e il personale necessari per riportare nell’alveo della Sanità pubblica almeno una parte dei 40 miliardi e oltre di assistenza privata, comprata direttamente dai cittadini italiani di tasca propria o tramite le assicurazioni. In Campania sono oltre 13mila i camici bianchi che mancano all’appello, frutto del blocco del turn over e dei tagli andati avanti nell’arco dei 10 anni di commissariamento con vincoli ancora oggi stringenti, che impongono tetti di spesa alla diagnostica specialistica, frenano i concorsi, impediscono di riassorbire le liste di attesa, alimentano la migrazione sanitaria e le fughe dei camici bianchi dal pubblico verso il privato.

È su questi presupposti che dopo la mobilitazione dello scorso ottobre, lo sciopero nazionale del 5 dicembre, promosso da Anaao e Cimo, oggi si replica: camici bianchi di nuovo in piazza con l’astensione dal lavoro per 24 ore del personale medico, veterinario e sanitario per iniziativa degli anestetisti e rianimatori dell’Aaroi, della Cisl medici, di Fassid (radiologi, patologi, psicologi del servizio pubblico e farmacie ospedaliere) e dei veterinari dell’Fvm.

Adesione assicurata anche dal personale del 118 che curando un servizio essenziale è tenuto a presidiare le unità salvavita ma sono centinaia gli interventi chirurgici, le visite e le prestazioni programmabili che oggi salteranno. A fermarsi anche i dirigenti sanitari degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico (e dunque a Napoli il Pascale), l’Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno e il personale dell’Arpac nonché il personale degli ospedali religiosi accreditati come Betania e Fatebenefratelli a Napoli e Benevento e infine gli specializzandi. 

A Napoli è previsto un sit-in a piazza del Plebiscito e un presidio presso la prefettura a partire dalle 10 con la richiesta al delegato di governo di ricevere i 4 segretari regionali delle sigle sindacali coinvolte. Ossia Giuseppe Galano, in veste di leader regionale dell’Aaroi, Lino Pietropaolo che guida la Cisl medici regionale, Raffaele Sorrentino per Fassid e Giovanni Bruno per Fvm. Difendere la Sanità pubblica, proteggere il Servizio sanitario dal definanziamento, difendere stipendi e pensioni, assicurare ad ogni cittadino tutte le cure disponibili a prescindere dal potere d’acquisto, come prevede la Costituzione: questi i temi di una vertenza nazionale in cui nel mirino c’è la legge di bilancio 2024 e le conseguenze sulla sanità delle regioni. 

«Il bilancio - dicono i leader sindacali - non sblocca il tetto alle assunzioni, non contiene le misure per stabilizzare i precari, non finanzia a sufficienza i rinnovi contrattuali lasciando in piedi l’iniquo differimento della restituzione del trattamento di fine rapporto di chi va in pensione. Da qui la fuga dalla Sanità pubblica senza contare il nodo pensioni irrisolto a danno anche dei più giovani. «La legge di bilancio - spiega Pietropaolo - assesterà il colpo di grazia alla Sanità pubblica e al diritto alla Salute. Con il maxi emendamento. Sulle pensioni le soluzioni che si profilano riserveranno il peggio proprio ai più giovani». «Il Governo non riesce nemmeno a sottoscrivere e a rendere esecutivo il contratto collettivo di medici, veterinari e sanitari - aggiunge Galano - la cui preintesa sottoscritta tra Aran e Sindacati alla fine di settembre è servita per erogare stipendi e arretrati che i lavoratori si sono guadagnati nel triennio del Covid. Per non parlare del prossimo contratto nazionale 2022-2024 per il quale non ci sono adeguati finanziamenti». 

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Un giorno per reclamare anche il ripopolamento indispensabile degli ospedali conclude Lino Pierpaolo della Cisl medici. E proprio dallo stesso sindacato, ma dalla funzione pubblica, giunge la proposta del leader regionale Lorenzo Medici: un patto tra sindacato e Regione per dire no all’isolamento della Campania e proporre 15mila assunzioni nel 2024 a tutela della popolazione sempre più povera e bisognosa di assistenza. Una nuova “Vertenza Campania” partendo dal recupero ottenuto sulla migrazione per l’alta complessità del 10-15% pur restando la Campania il fanalino di coda in Italia per migrazione sanitaria. «Il fenomeno della mobilità sanitaria è purtroppo strutturale - spiega Pietropaolo - alcuni sistemi sanitari regionali si sono organizzati in termini di capacità produttiva sulla base anche dei flussi di mobilità attiva verso strutture private accreditate del nord (Ieo, San Raffaele, Humanitas) che qui in Campania e al Sud sono sottoposti a tetti di spesa». Risalire la china dunque ma con quali risorse visto che la Campania è ancora ultima tra le regioni per finanziamento procapite (30 euro in meno rispetto alla media) e con quale dotazione strutturale visto che rispetto allo standard nazionale di 3,7 posti per 1.000 abitanti, la Campania ne ha 2,96. E con quale personale se l’Emilia ha 18,3 addetti per 1.000 abitanti e la Campania 10,9, quasi la metà?

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