Scudetto Napoli, la festa a numero chiuso al Plebiscito divide i vip: evitare incidenti ma niente freni

Da Bruscolotti a De Giovanni a De Masi: «Non dimenticare il dramma di Torino»

Piazza Plebiscito
Piazza Plebiscito
di Gennaro Di Biase
Giovedì 30 Marzo 2023, 23:56 - Ultimo agg. 1 Aprile, 09:21
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Napoli vive un tempo sospeso, un countdown verso il giorno del giudizio. O dello scudetto. Un sabato del villaggio che scorre da settimane in attesa della festa. Non si sa quando sarà – secondo molti, tra 23 e 29 aprile (le date di Juve-Napoli e Napoli-Salernitana). Ma il grande Carnevale azzurro alimenta il dibattito. Comune e Prefettura, infatti, stanno studiando un piano di contingentamento di piazza del Plebiscito. Il numero chiuso divide i pareri di vip, sportivi e intellettuali. 

Non si metta un freno alla festa. Così la pensa anche il capitano del primo Napoli sul tetto d’Italia, Giuseppe Bruscolotti: «Impensabile un numero chiuso per assistere a un festeggiamento ufficiale - spiega - La città aspetta da tanti anni di vivere questa gioia. Tanti tifosi resterebbero esclusi. Questa è una festa del popolo, non dei vip». «Il numero chiuso non mi sembra una grande idea - sostiene l’attrice Cristina Donadio - Non si può contenere così l’entusiasmo. Un evento in piazza Plebiscito organizzato dal Comune, con relative prenotazioni, potrebbe essere immaginato solo all’ultima giornata di campionato, quando probabilmente lo scudetto sarà già stato festeggiato. I napoletani festeggeranno nel giorno della vittoria matematica, e questa festa non potrà essere arginata». «In momenti di partecipazione corale tanto ampia – argomenta Annamaria Colao, ordinario di Medicina alla Federico II – è difficile contenere l’entusiasmo. Comprendo la logica della sicurezza, ma non credo si possano frenare i festeggiamenti. Aprire le porte è spesso una soluzione per evitare conflitti». «La passione non si può regolamentare con le ordinanze - ha detto l’ex sindaco Luigi de Magistris a Barba&Capelli - Non mi risultano fenomeni vandalici durante le feste per il Napoli».

 Il grande scrittore e tifoso, Maurizio De Giovanni, ricorda la tragedia di Torino nel 2017. Bastò uno spray per scatenare una ressa che portò alla morte di tre persone. «La scelta del numero chiuso e della spartizione della festa in varie location - sottolinea - viene fatta per distribuire il peso di una celebrazione attesissima. Qualsiasi cosa ne limiti la spontaneità, a livello istintivo non mi piace. Ma se ci sono delle problematiche di sicurezza vanno affrontate. Altrimenti potremmo essere costretti a piangere un morto, come accaduto a piazza San Carlo per la finale di Champions della Juve. L’amministrazione Manfredi sta pesando i rischi. Mi auguro che la celebrazione ufficiale dello scudetto avvenga più tardi possibile, dal momento che il Napoli è ancora impegnato in Champions. Un bus con gli azzurri che girano per le strade della città vorrei vederlo, ma dopo la finale di Istanbul del 10 giugno». «C’è il triste esempio di Torino - osserva il sociologo Domenico De Masi - in cui l’ex sindaco, la Appendino, si ritrovò sul banco degli imputati per non aver contingentato la piazza. Ricordo però i festeggiamenti del Napoli di Maradona. Organizzammo un pullman da Roma, fino all’ingresso dello stadio. A bordo c’erano anche Luciano De Crescenzo, Lina Wertmüller, Franco Rosi, Raffaele La Capria, Renzo Arbore, Marisa Laurito.

I napoletani dimostrarono di saper gioire. Ci sia un compromesso tra sicurezza e festa, senza che Manfredi finisca in tribunale come la Appendino». 

 

Dove c’è gioia c’è rischio. «Credo ci siano questioni relative alla sicurezza: mi fido del parere di Prefetto e amministrazione - spiega l’attrice Marisa Laurito - Se un numero chiuso può evitare pericoli, lo si istituisca». «Il contingentamento può essere una soluzione per un festeggiamento controllato - esordisce Raffaele Auriemma, giornalista sportivo - Ma come verrà realizzato? Chi potrà entrare? Non credo sia possibile gestire le prenotazioni. Corretto tutelare la sicurezza, ma chiudendo il Plebiscito si rischia di fare peggio. Chi resterà escluso potrebbe avere reazioni violente. A mio giudizio, la festa scoppierà con la vittoria matematica, che potrebbe arrivare il 23 o - più probabilmente - il 29 aprile. Si mandino rinforzi in città, anche l’esercito». «Va evitato il caos - dice Patrizio Oliva - Si faccia partire una campagna di sensibilizzazione. In eventi simili spesso si intrufolano i delinquenti. Non credo sarà facile far rispettare il numero chiuso, anche qualora venisse istituito. Ci dovrà essere un impiego massiccio di agenti. Per le strade saranno tanti bambini, speriamo sia la loro festa».

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