Scudetto al Napoli, il prefetto Palomba: «L’isola dei tifosi è pronta, sarà il trionfo della civiltà»

Il prefetto illustra i dettagli della festa: «Il mondo ci guarda, ecco il nostro piano»

Festa in piazza Trieste e Trento
Festa in piazza Trieste e Trento
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Sabato 29 Aprile 2023, 23:45 - Ultimo agg. 1 Maggio, 08:25
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Prefetto Claudio Palomba, che piano è quello messo in campo oggi a Napoli?
«Non è un piano. Ci sono più piani. E sono tutti dinamici, elastici, inesorabilmente intrecciati con quanto accadrà oggi, tra le 12.30 e le 17, sull’asse che lega Napoli a Milano».

Quindi?
«Abbiamo allestito novanta varchi per la grande zona rossa, quella destinata a diventare isola azzurra nella speranza che oggi la matematica assegni lo scudetto al Napoli. Ci sono circa 2000 uomini in più in città a garantire il controllo dell’ordine pubblico, ma sappiamo che la grande festa potrebbe essere rinviata a metà settimana. E in quel caso, verrebbe meno l’esigenza di blindare la città fino all’alba di domani mattina». Sabato mattina, dalle sette il prefetto ha sul tavolo del suo ufficio l’intreccio di piani da disporre per Napoli, oltre ad essere alle prese con la gestione dei migranti in arrivo a Napoli e da tutelare e riproteggere nelle altre città regionali.
 

Prefetto, pensiamo positivo: cosa accade se nel primo pomeriggio di oggi il Napoli torna campione d’Italia?
«Ci saranno 90 varchi, ma saranno potenziati i trasporti fino alla notte di domani.

Funzionano metro, funicolare, bus, sarà bello immergersi in questo grande scenario di festa».

Dopo aver lavorato sull’evento tricolore, qual è il suo consiglio?
«Più che consigli da dare, da napoletano ho una certezza: come è accaduto in occasione del primo e del secondo scudetto, dimostriamo di essere campioni di civiltà. Sappiamo che il mondo ci guarda, c’è tanta curiosità per Napoli, città vincente e baciata dal grande flusso turistico, quindi conviene dimostrarsi all’altezza della situazione. Sono certo che sarà una esplosione di gioia, di festa, di simpatia umana capace di legare generazioni diverse».

Esiste una cabina di regìa per monitorare il funzionamento dei piani messi in campo?
«Da questa mattina entra in gioco il Centro coordinamento soccorso, all’interno dei locali della Prefettura. Una sorta di grande occhio che - a stretto contatto con la Questura -, consentirà di modulare interventi di soccorso in tempo reale». 

Cosa accadrà se non ci fosse la matematica certezza della vittoria?
«Oggi avremo indicazioni nel corso della tarda mattinata, come le ho detto i piani che abbiamo messo in campo sono elastici, dinamici, flessibili. Inutile tenere in gioco migliaia di uomini se non ci sarà la possibilità di festeggiare. Inutile immaginare una zona rossa, se non ci sarà la grande corsa al centro cittadino. Le forze a disposizione verranno riprotette in vista del prossimo match point».

 

Un altro tema da affrontare è legato al cosiddetto largo Maradona, in via De Deo ai Quartieri spagnoli. Un tema destinato ad essere centrale anche nelle prossime settimane?
«In questi giorni, assieme al questore di Napoli Alessandro Giuliano, sono andato a fare un sopralluogo mattutino nella zona chiamata largo Maradona. Ci siamo mimetizzati e abbiamo studiato le vie di accesso al Murale, quanto basta per capire che qualche correttivo sui flussi bisognerà apportarlo, anche se è materia estremamente delicata. Oggi ci saranno uomini della protezione civile, volontari con tanto di pettorine, nei prossimi giorni sarà stabilito un piano di viabilità in grado di conciliare tutte le esigenze: quella di chi, da turista, vuole vivere questa esperienza immersiva nelle vie di Napoli, ma anche quella della sicurezza a cittadini e visitatori».

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Quale sarà la sua giornata oggi?
«Andrò in ufficio, poi allo stadio, come faccio da sempre. Ero allo stadio in occasione del primo scudetto (quando studiavo per il concorso che ho poi vinto), ma anche per il secondo (quando ero alla Prefettura di Varese)».

Cosa pensa di questa vittoria sportiva?
«Che non deve essere solo sportiva. Qui ha vinto un progetto, che mi auguro che diventi un modello di emancipazione anche in altri settori, per altro in un momento storico in cui la città è tornata protagonista del turismo». 

A cosa fa riferimento?
«Penso al mondo del lavoro. Alla necessità di assicurare a tutti una vita dignitosa, al riparo dal crimine in tutte le sue forme. Anzi, alla luce del lavoro svolto in questi due anni di mandato, le assicuro che sono felice per un altro traguardo raggiunto sotto il profilo occupazionale».

In che senso?
«Mi riferisco all’esito positivo della vertenza Whirlpool, che per me sembra una sorta di secondo scudetto. Parlo dello sbocco professionale per trecento famiglie e per il valore simbolico che questa svolta può avere per l’intera economia napoletana. Un traguardo, con l’acquisto della TeaTek group dello stabilimento storico, per il quale devo ringraziare Mise, Comune, Regione, commissario Zes. Lo ripeto: la gioia per le 317 famiglie vale come la gioia per lo scudetto». 

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