Scuola in Campania, intervista a Ettore Acerra: «Troppe reggenze? Mancano i fondi»

«Le autonomie scolastiche sono 967, i dirigenti scolastici 865»

Ettore Acerra
Ettore Acerra
di Mariagiovanna Capone
Martedì 29 Agosto 2023, 08:00 - Ultimo agg. 17:28
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L'alto numero di reggenze in Campania di quest'anno hanno prodotto un malcontento tra i dirigenti scolastici fuori Regione che da due anni provano, invano, di rientrare. Dopo il dimensionamento scolastico 2024/25 e i pensionamenti del prossimo anno, l'Ufficio Scolastico Regionale seguirà una tabella di marcia ben precisa come anticipa il direttore generale della Campania Ettore Acerra.

Direttore Acerra, 124 reggenze non sono troppe?
«Certo che lo sono, ma mi stupisco che ci siano dirigenti che si stupiscono.

Le autonomie scolastiche sono 967 mentre i dirigenti scolastici 865, quindi 102 erano le sedi scoperte, a cui si sono aggiunti degli incarichi nominali e distacchi».

Resta il fatto che almeno 250 dirigenti fuori Regione avrebbero voluto occupare quelle reggenze.
«Non è stato possibile farli rientrare per una questione di contabilità dello Stato. Se in una legge di bilancio c'è la previsione di un certo numero di posti di dirigenza, oltre quel numero non si può andare. Capisco l'amarezza dei dirigenti costretti a restare ancora fuori Regione di fronte alle 124 reggenze in Campania, ma ci sono regole rispetto alle quali né io, né la Regione, né altri, possiamo fare molto».

E in futuro?
«Sono certo che la norma contenuta nella legge di bilancio possa fare riallineare questa situazione. Le reggenze verranno ridotte almeno del 90% e avremo una situazione di equilibrio tra autonomie e numero di dirigenti. Inoltre, con la firma del nuovo contratto di lavoro, potrebbero aumentare i pensionati, quindi, ci sarà la possibilità di un progressivo rientro in Regione, non in tempi brevissimi. Partiremo con quelli del concorso 2011, poi con la mobilità interregionale e infine procedere coi fuori Regione del concorso 2017. Inoltre, vorrei chiarire che non sarà bandito un concorso regionale».

Perché secondo lei sono state snobbate sedi nelle periferie di Napoli?
«I dirigenti cui sono state affidate sono competenti, conoscono il territorio. In passato pure ci sono state reggenze a San Giovanni, Poggioreale, Scampia come in quartieri più centrali, e tutti hanno sempre lavorato con lo stesso impegno. Non mi piace quindi che si pensi a una penalizzazione delle scuole in periferie, e la prova sta nelle 280 domande ricevute per queste 124 sedi».

Uno dei nodi da affrontare è il dimensionamento scolastico 2024/25. Accorperebbe il liceo Umberto al Mercalli come detto dall'assessore Fortini?
«Quella dell'assessore l'ho letta come una provocazione. Va chiarito però un punto: le scuole accorpate non spariscono. Se a Napoli ho 4 istituti comprensivi da 500 alunni ciascuno, ne accorpo due e diventano da 1.000 alunni, non ho chiuso due scuole, ma ho semplicemente razionalizzato le risorse. Non vogliamo togliere l'offerta formativa a nessuno. Quindi, eventualmente l'Umberto non sparirebbe. Ora però dobbiamo lavorare tutti insieme. Entro la fine dell'anno dobbiamo arrivare a questo piano di razionalizzazione e il territorio deve essere in grado di trovare le soluzioni più idonee».

Resta il fatto che i licei classici sono in crisi di iscritti, forse non sarebbe più logico accorparli visto che si svuoteranno?
«Abbiamo un grande piano di orientamento con nuovi tutor che parte quest'anno: il classico è importante per l'Italia, vogliamo consentire a tutti i ragazzi di fare scelte consapevoli rompendo pregiudizi. Sono convinto che la crisi nasca anche dai troppi indirizzi che ha fatto perdere l'identità. Non è semplice decidere se è meglio accorpare un classico o un istituto professionale, ma per il dimensionamento bisogna pensare alle filiere territoriali».

Nell'ultimo mese tiene banco la questione dei diplomifici. Qual è la situazione in Campania?
«Sul tema ho un vincolo di riservatezza, posso però dire che dobbiamo intervenire su tre punti: rafforzamento dei controlli potenziando il corpo ispettivo e dandogli anche la possibilità di collaborare con le forze dell'ordine; aggiornare gli strumenti amministrativi; e aggiornare le normative. L'anno scorso abbiamo fatto 77 ispezioni, in buona parte a Napoli e provincia, a fronte di appena 3 ispettori di ruolo e 4 a tempo determinato. Da anni si parla di diplomifici, non è una questione solo di quest'anno, sono il primo a dire che dietro ai numeri c'è qualcosa che non va ma lavoriamo su eventuali stranezze. Credo però che l'anomalia parta a monte cioè con gli esami di idoneità che permettono un numero così alto di maturandi, e su cui bisogna agire con strumenti normativi più efficaci». 

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