«Non truffò il Comune di Ottaviano», assolto l'ex capo dell'ufficio tecnico

«Non truffò il Comune di Ottaviano», assolto l'ex capo dell'ufficio tecnico
di Daniela Spadaro
Domenica 3 Luglio 2022, 11:00
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Sentenza di assoluzione per Armando Santelia, ex responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Ottaviano, per l'imprenditore Pasquale Annunziata e per due suoi collaboratori, Gino Tecchia e Michele Iovino. Il giudice Arnaldo Merola, nel procedimento penale al tribunale di Nola, ha accolto le richieste dei legali e stabilito in sentenza che i reati ascritti all'ex capo dell'Utc, l'imprenditore e i suoi collaboratori non sono da ritenersi tali. «Il fatto non sussiste». Già, ma per capire di quale «fatto» si parla bisogna andare indietro nel tempo, precisamente al luglio 2017. Ed è in quelle settimane che cominciarono le indagini. Le attività degli inquirenti stabilirono l'esistenza di numerose pratiche considerate false e portate a termine da Santelia, firmatario di opere di somma urgenza a spese del Comune. Stando all'inchiesta per la quale poi scattarono nel 2018 le misure cautelari, quei lavori non sarebbero mai stati compiuti o eseguiti solo in parte, senza l'ausilio reale di uomini e mezzi. Inoltre, l'architetto Santelia fu accusato di aver favorito lo sversamento dei rifiuti sulla vecchia ferrovia insieme al titolare della ditta incaricata dai lavori, rifiuti consistenti perlopiù in residui di demolizioni edili.

I carabinieri della stazione di Ottaviano eseguirono una misura cautelare disposta dal gip del tribunale di Nola nei confronti di Santelia, ritenuto all'epoca responsabile di falso in atto pubblico e di truffa nei confronti del Comune di Ottaviano, disponendo altresì l'interdizione dalle attività per quattro mesi e il sequestro della tratta ferroviaria Torre-Cancello sul territorio di Ottaviano, oggetto di sversamento illecito di rifiuti speciali.

C'è da dire che nel luglio 2017 Santelia era anche componente del Centro operativo comunale durante le emergenze roghi e l'accusa derivante dalle indagini di allora era grave: l'ipotesi era che il capo dell'Utc si fosse accordato con i gestori delle ditte incaricate dei lavori di somma urgenza, avesse redatto numerosi atti falsi per favorirle grazie a costi mai sostenuti e operai e mezzi mai davvero impiegati nell'emergenza. E una di queste ditte avrebbe poi interrato rifiuti speciali lungo la via ferroviaria dismessa. La sentenza di venerdì scorso ha ribaltato tutto e assolto gli imputati per non aver commesso il fatto. 

Secondo il giudice, che ha di fatto accolto le tesi della difesa, Santelia commise semplicemente errori materiali, fornendo alla ditta di Pasquale Annunziata delle schede che la ditta non ha rispettato nei tempi. I lavori furono però effettivamente eseguiti secondo il capitolato. Quanto ai rifiuti interrati, tutti i rilievi hanno dimostrato che erano già da tempo presenti e nulla di nuovo era stato sversato. «Nel corso del processo - dice l'avvocato Antonio Tomeo, difensore dell'imprenditore Annunziata - è emerso che gli importi corrisposti alla ditta per la messa in sicurezza dell'area e la prevenzione degli incendi erano addirittura inferiori ai lavori effettuati». 

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