Vaccini, richiamo a 35 giorni: si cambia di nuovo ma la Campania non avverte i cittadini

Vaccini, richiamo a 35 giorni: si cambia di nuovo ma la Campania non avverte i cittadini
di Ettore Mautone
Domenica 16 Maggio 2021, 08:19 - Ultimo agg. 17 Maggio, 19:23
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Prima 40 giorni, 2 in meno dal limite massimo stabilito a livello nazionale dal Comitato tecnico scientifico, poi 30 con tanto di marcia indietro e di comunicato stampa per stabilire termini e tempi, infine a distanza di un giorno la decisione di cambiare ancora a 35 giorni, ma in silenzio, con una comunicazione diretta ai manager a cui spetta la programmazione ma non ai cittadini che aspettano, calcolano, e si regolano per viaggi e altre scadenze e impegni. Cambiano ancora i termini temporali del richiami con le seconde dosi dei vaccini a Rna messaggero (Pfizer e Moderna): l'ultimo termine ufficiale, i 30 giorni stabiliti per decisione dell'Unità di crisi a partire dai vaccinati del 13 è stato comunicato il 12 maggio (quando fu diramato un comunicato di avviso) ma nessuno sapeva che nella serata del giorno dopo la cabina di regia regionale aveva deciso di correggere in corsa tale intervallo riportato a 35 lune.


L'ALGORITMO
Per quale motivo i termini sono stati modificati? Tutto ruota attorno a valutazioni relative alla programmazione e alla maggiore disponibilità di dosi per le prime inoculazioni ottenute spostando il lasso di tempo di attesa per i richiami.

Se si pensa che Pfizer e Moderna assorbono gran parte delle 40-50 mila somministrazioni effettuate in media ogni giorno (per 5 giorni a settimana perché il lunedì e il martedì terminano e bisogna attendere la successiva fornitura) spostare di cinque giorni i richiami verso giugno (quando la Campania potrà contare sia sugli incrementi già programmati, sia sui recuperi delle dosi che le spettano nel riequilibrio tra le regioni a compensazione delle penalizzazioni subite all'esordio della campagna vaccinale) significa disporre di molte più dosi. Si ottiene inoltre anche un allineamento con i termini fissati dalle altre regioni. Si è valutato infine che con 35 giorni di latenza si è in un range adeguato anche per scansare i pericoli di eventuali mancanze di vaccini in deposito per alcuni giorni ottimizzando, al contempo, le scorte disponibili. Un calcolo che viene affidato a un apposito algoritmo che con i giusti parametri tra prenotazioni, adesioni, consegne e giorni tra prima e seconda dose è in grado di stilare il miglior risultato possibile prevedendo anche imprevisti relativi ai ritardi delle consegne che devono sempre consentire eventuali spostamenti di date senza allungarsi oltre la soglia dei 42 giorni fissati dalla circolare emanata dal Comitato tecnico-scientifico.

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RETE DI PROTEZIONE
Quindi una rete di protezione di una settimana è stata valutata sufficiente senza penalizzare la scorta di ulteriori dosi. Una precauzione che si è resa necessaria a fronte delle difficoltà incontrate a inizio maggio quando c'è stata la chiusura di molti hub per l'esaurimento delle dosi di Pfizer e Moderna e il calcolo dei 40 giorni era stato previsto con un meccanismo che interveniva nel giorno delle scadenze a 21 e 28 giorni dilazionando in corso d'opera le date e non partendo nel conteggio delle settimane dal giorno delle inoculazioni. Meccanismo che non aveva tuttavia tenuto conto dell'esaurimento delle scorte che per tre giorni hanno tenuto col fiato sospeso i manager delle Asl rischiando di mandare in crisi la macchina vaccinale regionale costringendo a superare il periodo massimo di attesa stabilito appunto a 42 giorni. C'è un ulteriore chiarimento da fare: per quei cittadini che hanno ricevuto dall'Asl di residenza già una comunicazione, tramite sms, di posticipo della seconda dose a 30 giorni la seconda dose di vaccino verrà comunque riprogrammata in base alle nuove indicazioni e dunque fissando la convocazione non oltre il trentacinquesimo giorno dalla prima inoculazione.


LE CONSEGNE
Intanto le nuove partite di Pfizer e Moderna sono in consegna il 19 maggio (anche Astra Zeneca). Di Pfizer in totale sono in arrivo 215.280 dosi di cui 37.440 a Napoli città, 29.250 a Napoli nord e 36.270 a Napoli sud, 30.420 a Caserta, 38.610 a Salerno, 17.550 ad Avellino e 12.870 a Benevento. Solo da giugno invece si potrà contare su ulteriori 100 mila dosi (almeno) con cui coprire i richiami a cui dovrebbero essere progressivamente aggiunte quelle da recuperare. Come in tutti i fine settimana, quando i frigoriferi sono ancora pieni, la Campania ha segnato ieri un buon risultato sul fronte delle inoculazioni raggiungendo alle 17 di ieri circa 65.000 punture contate in 24 ore.
 

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