Vaccino Covid a Napoli, via alle iniezioni per i pazienti fragili del Policlinico Federico II: «Finalmente fuori dal tunnel»

Vaccino Covid a Napoli, via alle iniezioni per i pazienti fragili del Policlinico Federico II: «Finalmente fuori dal tunnel»
di Paola Marano
Giovedì 25 Marzo 2021, 19:02 - Ultimo agg. 27 Marzo, 09:23
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«Io sono un po' fifona, avevo paura, ma il fatto che mi abbiano chiamato i medici che conosco mi ha aiutato, ho parlato con loro e oggi mi sono vaccinata». Martina, quasi 19enne napoletana affetta da diabete di tipo 1, ha appena ricevuto la sua dose di vaccino contro il Covid 19 all’interno dell’edificio 15 del Policlinico Federico II, dove da questa mattina è partita la campagna di immunizzazione per i pazienti fragili già in carico alla struttura ospedaliera universitaria per le cure delle loro patologie croniche. Nessuna fila, ma una convocazione telefonica per fasce di orario per gli utenti ad elevata fragilità seguiti dalle unità operative e centri di riferimento del Policlinico. E proprio l’essere contattati direttamente dai medici che normalmente li hanno in cura, ha contribuito a fugare ogni dubbio e perplessità sulla decisione di vaccinarsi o meno.

«All'inizio – continua Martina - ero un po' titubante ma poi ho capito che se non ci vacciniamo tutti non si va avanti, non se ne esce.

I medici che conosco mi hanno chiamato e mi hanno incoraggiato molto, ho potuto parlare con loro e trovare le giuste rassicurazioni». 

C’è tantissima emozione invece negli occhi di Immacolata, donna di 39 anni diabetica. «Sono contentissima di questa chiamata  – dice con il braccio ancora scoperto - Vengo da un anno vissuto in piena paura perché la mia patologia mi rende molto a rischio. So che tutti devono vaccinarsi per uscire da questo tunnel e mi sono sentita sollevata quando mi hanno chiamata, era domenica ed è stata una giornata splendida. Anche mio marito lo ha fatto ieri».

Flavia, 19 anni, guarda all’estate da un’altra prospettiva adesso. «Sono diabetica di tipo 1 da quando avevo tre anni - racconta -  e oggi sono molto contenta, ho risposto subito sì alla chiamata. Ora mi aspetto una bellissima estate, voglio viaggiare e divertirmi in sicurezza se si potrà». 

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L’obiettivo del Policlinico Federico II è di vaccinare tutta l’utenza composta da pazienti fragili nel giro di un mese. «Parliamo di pazienti - spiega Antonio Cittadini, professore di medicina interna e primario del reparto Covid del Policlinico - che seguiamo da anni con cui abbiamo un rapporto ombelicale. Chiamati dai loro medici che conoscono si sono liberati di tutte le perplessità, si sono rassicurati. Oggi facciamo i diabetici di tipo 1 e 2 e con scompenso cardiaco, ma anche gli immunodeficienti, pazienti fragili con più malattie che rischiano molto se prendono il Covid. Iniziamo con Pfizer in questi giorni e proseguiamo anche con AstraZeneca nelle prossime settimane. In un mese contiamo di vaccinare tutti e poi faremo i richiami».

Riguardo ai dubbi sulla validità del siero della casa anglo - svedese, Cittadini lancia un messaggio di incoraggiamento e fiducia: «Io ho 58 anni e sono in buona salute, se prendo il Covid però ho un rischio di morire dell'1%, invece la probabilità di avere una trombosi dopo il vaccino è di uno su un milione e il legame non è certo, non serve essere uno statistica per capire che il vaccino è sicuro».

Tra i convocati anche i giovani dai 16 anni in su assistiti dal centro regionale di diabetologia pediatrica. «È fondamentale – sottolinea Enza Mozzilo, specialista ambulatoriale del centro - che qui ci sia un punto vaccinale, li abbiamo contattati personalmente, i ragazzi avevano titubanze, c'erano paure nelle famiglie perché il vaccino è dai 16 anni in su, alcuni genitori volevano aspettare. Qui è dove li visitiamo sempre e li abbiamo in follow up da quando erano piccoli, e li abbiamo fatti ragionare sui rischi dell'infezione da Covid e gli effetti collaterali lievi delle vaccinazioni, alla fine hanno aderito tutti quelli contattati. Abbiamo in cura 600 pazienti diabetici ma seguiamo anche l'obesità grave, che convochiamo nei prossimi giorni: in totale parliamo di un volume di circa mille pazienti cronici».

Procede a un ritrmo altrettanto spedito l’inoculazione del siero nei pazienti immunodeficienti.  «Oggi ne abbiamo già vaccinato un quarto – evidenzia Giuseppe Spadaro, direttore del centro di scienze immunologiche della Federico II - continuiamo domani e a inizio settimana prossima, chiudiamo in pochi giorni il settore». 

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