Violenza sui medici, Anna Iervolino direttore generale dell'azienda dei Colli di Napoli: «Basta botte ai sanitari, combattiamo l'inciviltà»

«Dovremmo tutti lavorare per ricucire il filo della civiltà ma ci sentiamo inermi»

I drappelli negli ospedali
I drappelli negli ospedali
di Ettore Mautone
Venerdì 12 Gennaio 2024, 10:00
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Anche il Cotugno è nel mirino, anche i camici bianchi che lavorano nel luogo simbolo dell'eccellenza sanitaria della Campania durante il Covid - subiscono odiose aggressioni in questo 2024 iniziato nel peggiore dei modi. Anna Iervolino, direttore generale dell'azienda dei Colli punta il dito su quella parte di popolazione che assume la violenza come unico canale di espressione. L'ultimo caso due giorni fa: un cardiopatico affetto da una grave patologia congenita, deceduto a 35 anni a causa di una polmonite virale dopo due settimane di infruttuose cure intensive. Come se un'aggressione possa cancellare il dolore.

Dottoressa Iervolino, schiaffi e calci a chi si spende per curare e assicurare assistenza?
«Su migliaia di malati che vengono curati al Monaldi, al Cotugno e Cto, molti dei quali testimoniano, anche per iscritto, riconoscenza e gratitudine, c'è qualcuno che si regola così.

Si tratta di una minoranza perniciosa contro cui abbiamo difficoltà a dare risposte».

La presenza dei drappelli di Polizia, nei Pronto soccorso può essere una risposta?
«Le nostre Emergency, al Cto e al Cotugno, ne sono sprovvisti ma ritengo che la repressione e la deterrenza siano utili soprattutto quando questi episodi sono messi in atto da profili delinquenziali. Comprendo e apprezzo lo sforzo del prefetto per riportare ordine nelle corsie ma le misure repressive sono l'ultima spiaggia, sintomo di un imbarbarimento della società civile... Dovremmo tutti lavorare per ricucire il filo della civiltà ma ci sentiamo inermi. Anche la vigilanza privata viene frequentemente aggredita. Il personale anziché essere sereno è alla mercé di questi atteggiamenti. Andrebbe svolto un lavoro e un investimento per migliorare la comunicazione con i pazienti e lavorare nel profondo della società. Al Cto abbiamo attuato un progetto in tal senso».

Come funziona?
«Non prevede barriere. Prima eravamo totalmente front office, ora abbiamo un profilato di plexiglass. Abbiamo costruito il progetto basandoci sull'accoglienza (il contrario dell'accettazione) empatica mettendo in atto un lavoro di gruppo con le guardie giurate che, grazie al responsabile Ciro Riemma, entrano a fare parte a tutti gli effetti della squadra del pronto soccorso. Partecipano al briefing mattutino con i medici e il primario Mario Guarino. Tanto lavoro sulla comunicazione con ascolto attivo e tecnologia. Ad esempio l'idea di mettere i boiler distributori di acqua refrigerata durante l'ondata di calore è stata talmente apprezzata che non li abbiamo più tolti. Koinè è l'associazione di volontariato che aiuta psicologicamente i pazienti nell'attesa. Inoltre, il triage globale, rilevando tanti parametri vitali come Ecg emogasanalisi, è percepito come presa in carico immediata. Stiamo lavorando per ampliare il triage al fine di introdurre il modello RAZ (Rapidi assessment zone) con figura infermieristica dedicata che introduce il paziente subito dopo il triage nel percorso diagnostico. Ovviamente quando accade io in primis querelo per interruzione di pubblico servizio. Al netto di ciò c'è anche da considerare il retroterra culturale: molti di questi eventi violenti sono messi in atto da chi la presunzione di sapere come si cura un malato».

Molti vedono in questa escalation di casi lo specchio di una sanità che non funziona...
«Al netto di difficoltà che riguardano anche altre regioni, possiamo in onestà affermare che le botte per un decesso o le mani al collo del medico in codice rosso siano il frutto di una disfunzione organizzativa o invece la conseguenza di inciviltà, ignoranza e intolleranza? Poi è chiaro, abbiamo mille problemi e difficoltà, in Campania più che altrove perché abbiamo il più basso tasso di posti letto del Paese, la più bassa assegnazione di risorse, il più basso tasso di personale per abitanti. Ciononostante in Campania abbiamo molte eccellenze ed esempi di buone pratiche». 

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