«Carissimi signori ladri, dopo aver subito due furti in quattro mesi ho deciso di non avere più casse automatiche e a fine giornata lascerò 50 centesimi nei tre dispositivi tradizionali. Ovviamente, malauguratamente dovessero servirvi, restano a vostra disposizione i farmaci per varie esigenze come mal di testa, mal di pancia e febbre alta». Ironia amara quella del titolare della farmacia Russo di via Simone Martini al Vomero.
L'altra notte gli hanno portato via l'ennesima cassa automatica, un sistema di pagamento che costa almeno 16mila euro, e lui ha deciso di rivolgersi direttamente ai saccheggiatori con un messaggio messo in bella mostra nella vetrina.
Espressioni caustiche e a tratti divertenti quelle di Giovanni Russo, tipiche di chi se la prende con filosofia, che però sottendono una domanda di sicurezza, un appello alla maggiore tutela considerate le condizioni in cui i farmacisti, ma non solo, sono costretti a operare in un contesto dove i reati predatori sono all'ordine del giorno. In principio erano le rapine, scongiurate proprio dalla diffusione delle casse elettroniche. Oggi sono i furti con scasso, che non solo comportano il trafugamento delle somme di denaro contenute nei dispositivi e i danni causati dalle serrande divelte e dalle porte sfondate, ma anche il costo da sostenere per sostituire congegni dal valore di migliaia di euro.
Per i ladri invece è diventato un gioco da ragazzi e soprattutto la garanzia di non restare e mani vuote: in pochi minuti entrano ed escono. Poi scappano con la cassa dove, mal che vada, qualche migliaio di euro dentro c'é sempre.