Non sorprende che due giorni fa, in occasione dell'apertura delle prenotazioni per la lezione che il medievista Alessandro Barbero terrà lunedì pomeriggio sulla figura di Federico II tra storia e leggenda, sotto i portici del san Carlo e oltre, fino al parcheggio di Cavalli di Bronzo, si siano formate file di ragazzi che hanno atteso fino a due ore per ritirare il pass di ingresso all'evento, perché di evento bisogna parlare. Chi è riuscito ad accaparrarsi uno dei quattrocento posti a disposizione può considerarsi un fortunato. Il successo non sorprende per tante ragioni. La prima è che Barbero, torinese, docente all'Università del Piemonte orientale, è una star, il più popolare divulgatore italiano di storia, volto noto della televisione, capace di raccontare Napoleone o i western americani in trasmissioni come Superquark e di lanciare, sempre con successo, un programma tutto suo, “Democrazia e dittatura”.
Tra i ragazzi in fila qualcuno ha ammesso che ai primi posti degli audio scaricati da Spotify Barbero compare insieme a Geolier. D'altra parte, sui social Barbero, che della folla napoletana si è detto «contento», ha più di una decina di fan club e di gruppi a lui dedicati con migliaia di iscritti, come “Alessandro Barbero: la storia” che tocca quasi quota mezzo milione. La seconda ragione è che Napoli ha da sempre fame di storia. Lo hanno dimostrato in passato i festival dedicati a questa disciplina, a cominciare da “Lezioni di storia” che hanno sempre riempito i teatri e i musei, dal Bellini all'Archeologico nazionale, con decine di appuntamenti per ogni edizione tanto che gli organizzatori hanno definito Napoli «la capitale italiana della storiografia». E in più di una occasione tra gli ospiti con più seguito c'è stato, ovviamente, Barbero. E come non ricordare, poi, che Napoli è stata la città del più grande teorico italiano dello storicismo come Benedetto Croce, e che il suo Istituto italiano per gli studi storici a palazzo Filomarino, fondato nel 1946, continua ad attirare docenti e studenti da tutto il mondo. Più antica ancora è la Società napoletana di storia patria, con sede al Maschio angioino. Fondata nel 1875, si propone, si legge nello statuto, «l'ideale intento di contribuire, con lo studio del passato, a cementare l'unità morale degli italiani». Gli accessi alla Società si aggirano intorno a un centinaio al mese, che sia per convegni o per studio. «La nostra biblioteca e le sale studio sono aperte a tutti, da noi arrivano studenti che trovano solo qui quello che cercano» dice la bibliotecaria Donatella Zampano. Infine, a spiegare il successo di Barbero, è la prorettrice della Federico II, Rita Mastrullo, secondo la quale «la storia raccontata con grande scrupolosità e capacità divulgativa attirerà sempre i giovani e tutti gli appassionati, non solo chi la studia per dovere o professione.
L'incontro con Barbero è organizzato nell'ambito delle Giornate di Divulgazione di F2Cultura per le celebrazioni degli ottocento anni dell'Ateneo. Prossimi incontri, Massimo Recalcati il 22 marzo, Alberto Angela il 5 giugno.