Luigi Vari, Giuseppe Sciacca e Domenico Battaglia: ecco la terna scelta dai saggi ai quali il nunzio apostolico - lo scorso giugno - chiese di esprimere tre nomi per delineare la giusta personalità che dovrà essere chiamata a prendere il posto di Crescenzio Sepe. Ora quei nomi sono sulla scrivania di Papa Francesco che darà ufficialmente il via alla successione. Delle due l'una: o Bergoglio terrà in considerazione i desiderata - e farà ricadere la scelta del nuovo vescovo di Napoli su uno di quei tre - oppure andrà a cercarlo altrove, e c'è chi non esclude anche tra i semplici pastori. È certo invece che si tratterà di una nomina che il Papa farà nel segno della continuità e nel rispetto del lavoro che il vescovo di Napoli - con i suoi sacerdoti - ha svolto incessantemente in questi lunghi anni. In ogni caso siamo in dirittura di arrivo: per la seconda decade di novembre il Pontefice avrà deciso e la nomina passerà nelle mani del diplomatico svizzero Emil Paul Tscherrig - nunzio in Argentina fino al 2017 quando poi Bergoglio lo volle con sé in Vaticano - che consegnerà al neo vescovo la lettera ufficiale di investitura.
Ma non finisce qui: prima del definitivo cambio al vertice di Donnaregina ci vorrà ancora del tempo.
Ed eccoli qui i tre prescelti dal selezionatissimo gruppo di sacerdoti di cui fa parte lo stesso Sepe che - prima degli altri - ha potuto fare nome e cognome di chi avrebbe visto bene al suo posto. Subito dopo sono stati interpellati i suoi vice, Lucio Lemmo e Gennaro Acampa, i vescovi nativi nella Diocesi di Napoli, emeriti o in servizio, il preside e il decano della Facoltà teologica, tutti i vicari episcopali e i decani. Una trentina di sacerdoti in tutto, che rivestono incarichi ufficiali, ai quali il nunzio apostolico circa quattro mesi fa chiese di esprimere i fatidici tre nomi che oggi sono al vaglio di Papa Francesco. In prima posizione monsignor Luigi Vari, nato in provincia di Roma nel 1957, dal 2016 è arcivescovo di Gaeta dopo aver ricoperto l'incarico di Vicario episcopale per la pastorale e parroco della parrocchia di Santa Maria Maggiore a Valmontone. Nel 2003 fu nominato Cappellano di Sua Santità. Dopo di lui Giuseppe Sciacca, catanese, classe 55, laureato in filosofia, teologo e giurista, grande devoto della Vergine Maria, nel 2011 viene nominato vescovo da Benedetto XVI, e nel 2016 segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Al terzo posto spunta Domenico Battaglia, 57 anni, vescovo a Cerreto Sannita, prete di strada e grande amico di don Luigi Ciotti. Il suo nome è uno di quelli che ha cominciato a circolare quasi subito: nato a Satriano, in provincia di Catanzaro, don Mimmo sembrava essere tra quelli più accreditati, ma se è vero che la terna a Papa Francesco non è piaciuta fino in fondo, saranno almeno contenti i suoi fedeli che di vederlo andar via non volevano saperne.