Casa Morra, il volo di Reverie appesa a una gru nel cielo di Napoli

Casa Morra, il volo di Reverie appesa a una gru nel cielo di Napoli
di Pasquale Esposito
Venerdì 30 Settembre 2022, 07:10 - Ultimo agg. 15:52
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E Icaro vola su Napoli. Potenza della trasfigurazione artistica che supera limiti spaziali e temporali, va oltre la realtà e induce alla riflessione, al pensiero. Tutto avviene a Casa Morra, alla salita San Raffaele 24, dove questo pomeriggio, a partire dalle 17, Icaro - interpretato da Reverie, artista toscana nata nel1994 - si librerà in volo per sfidare ancora una volta le leggi del mondo e i limiti umani. E lo farà appesa ad una gru, che la porterà in alto spostandola nello spazio aereo di Materdei, per una performance intitolata appunto «Sogno 5: Icaro» dedicata al tema dell'onirico, a cura di Isabella Morra con un testo di Piero Tommasoni. Il pubblico dovrà rispettare delle distanze di sicurezza dalla gru, ma sarà libero di circolare nello spazio prossimo alla chiesa dell'Addolorata, sulla salita che porta alla Fondazione Morra.

Sospesa a 30 metri di altezza, Reverie instaurerà un rapporto compartecipato con il pubblico: saranno le persone presenti a decidere la durata della performance e l'altezza del «volo» dell'artista.

Per consentire questo dialogo, nei pressi della gru ci sarà una assistente munita di megafono, a cui il pubblico potrà comunicare i propri desideri sugli spostamenti di Icaro. 

«È sull'orizzonte del mare di Napoli che ho visto per la prima volta Icaro», racconta Reverie, «una figura non binaria, con le protesi alate al posto delle braccia, e ho capito l'importanza di raccontare la sua storia: Icaro siamo noi, che portiamo sulle spalle il peso delle nostre esistenze e che, memori delle nostre ferite, non moriamo perché troppo vicini al sole ma voliamo consci dell'eventualità di cadere». È un Icaro contemporaneo quello messo in scena da Reverie, «una scultura in cera e chiodi, un'istallazione formata da un paracadute della seconda guerra mondiale e un inserimento in raso, pensata per Casa Morra. Sono onorata e commossa di aver potuto condividere tutti i capitoli di questo progetto e per questo ringrazio la fondazione». 

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Per Isabella Morra, cresciuta in mezzo agli artisti e agli eventi promossi dal padre (Peppe Morra, storico esponente della scena artistica napoletana tra Studio Morra, Museo Nitsch e Casa Morra), e quindi formatasi respirando arte contemporanea da quando era piccola, questa performance di Reverie segna il debutto nella curatela: «Da tempo», afferma, «Reverie e io stiamo lavorando a questo progetto. Vogliamo istaurare una relazione compartecipata, in cui Reverie - come figura collettiva - si alza in volo portando su di sé i pesi e i desideri del pubblico. L'elemento centrale di questa performance è rappresentato dalla gru in cui si condensa il binomio tra protesi e corpo, tra il chiodo e la ferita, tra il peso delle nostre vite e la possibilità di superare le difficoltà. Questo volo nasce per dare una visione positiva del nostro periodo storico malgrado le circostanze e gli avvenimenti attuali». 

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