C'è più di un'offerta per il Metropolitan. Il bando è scaduto allo scoccare della mezzanotte appena trascorsa. Entro quell'ora, le proposte dovevano essere recapitate allo studio notarile Cianci di Milano che - fa sapere - ha ora il compito di comunicare alla Intrum (società finanziaria e di recupero crediti, sede centrale italiana sempre a Milano) l'esito dell'asta pubblica indetta a metà aprile da Intesa Sanpaolo, proprietaria dello storico cinema di Chiaia. Prezzo di partenza: 2,5 milioni più Iva. Alla base, com'è noto, c'è la volontà della banca di vendere i locali di Palazzo Cellamare, dopo aver invitato gli attuali gestori del multisala (la Sistema Spettacoli srl) a liberare la struttura nei mesi scorsi. A essersi interessati del cinema in cui, a novembre del 2021, Paolo Sorrentino presentò il suo “È stata la mano di Dio” sono due colossi dell'imprenditoria napoletana, entrambi noti a livello internazionale. Per la serie: la cultura e l'economia non camminano su binari opposti.
Sono state ore convulse per la trattativa. Pec, telefonate, richieste di chiarimenti da parte degli acquirenti interessati fino a tarda sera. Non è arrivata solo l'offerta della Brancaccio Costruzioni Spa, di cui il Mattino ha dato notizia due giorni fa. «Per il Metropolitan si è mosso anche il gruppo Scudieri» - trapela da una fonte degli ambienti di via del Collegio Romano, sede del Mic nella Capitale. Vale a dire il Gruppo Adler Hp Pelzer, colosso di Ottaviano, con 83 stabilimenti sparsi in 23 Paesi, il cui leader, Paolo, è presidente dell'Associazione nazionale filiera industria automobilistica e membro dell'Advisory Board di Confindustria.
Il multisala di sicuro non sarà un supermercato. Le ipotesi sono diverse: forse resterà cinema, forse diventerà un teatro, forse una factory culturale. Questo si capirà dai progetti presentati nei prossimi mesi. «Aspettiamo le comunicazioni ufficiali della banca nei prossimi giorni - spiega Luciano Schifone, consigliere del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano - Chiunque acquisti i locali dovrà fare i conti con il fatto che ci sarà un vincolo di destinazione ad attività culturali, e che in gran parte il Metropolitan dovrà restare cinema, o trasformarsi in teatro. La banca porterà a termine l'iter sull'esito della competizione, e poi dovrà comunicare i progetti alla Sovrintendenza. Il bando si è chiuso pochissime ore fa, e da quanto si ascolta più di un grande gruppo della città si è formalmente interessato all'acquisto. Questo è positivo: vuol dire che la cultura interessa agli operatori economici». «Mi auguro che per il bene della città il Metropolitan resti un luogo di cultura, e che non si arrivi a una location che sembra d'arte ma non lo è - aggiunge Luigi Grispello, socio dell'attuale gestione - Lo spazio potrebbe ospitare anche arti visive. Essendo una caverna di tufo priva di aperture esterne, se non ci fossimo stati noi, i locali si sarebbero ammalorati. Li stiamo tenendo in piedi anche per chi verrà e per la stessa proprietà. Non abbiamo partecipato al bando: credo che l'asta continuerà, se ci sono più offerte».