«Figli di Medea»: dalle periferie di Napoli parte la risposta ai cinepanettoni

Una scena del cortometraggio "Figli di Medea"
Una scena del cortometraggio "Figli di Medea"
Sabato 19 Dicembre 2015, 22:12 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 13:05
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Storie di uomini e donne anonimi, che vivono ai margini della periferia. Sono loro i protagonisti del cortometraggio "Figli di Medea", interamente prodotto a Napoli, da dove parte la risposta cinematografica ai cinepanettoni. 

"Figli di Medea", diretto dal regista Mauro Di Rosa, racconta la storia di un peccato originale che tutti gli abitanti del quartiere si sono assunti solo per il fatto di essere nati lì, la storia di zone d’ombra e silenzi che avvolge i personaggi così come accade a ognuno di noi. Sullo schermo riferimenti casuali a una vita concreta che ci attanaglia: tutto è preso dalla realtà, la macchina da presa del regista filma una realtà che non riesce a lasciarci indifferenti.

In questo non luogo, a metà tra un carcere senza sbarre e un labirinto senza mura, un filo invisibile lega tante storie: il sentimento della speranza che, come dice il protagonista Michele all’inizio del corto, è “l’ultimo eroe prima della rassegnazione”.

L’anteprima di “Figli di Medea” è in programma domani, lunedì 14 dicembre, alle ore 18 presso "La casa delle arti" di Palazzo Degas, calata Trinità maggiore 53, Piazza del Gesù a Napoli ma la prima vera proiezione pubblica si terrà oggi alle 18 presso il Teatro Sant'Artema di Monteruscello (quartiere del comune di Pozzuoli), luogo scelto non a caso per la presentazione. Monteruscello, infatti, non è solo uno dei quartieri più difficili, distanti e conosciuti della città metropolitana di Napoli, ma è soprattutto il luogo fisico in cui è stato girato “Figli di Medea”.

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