Giorgio Ascarelli, il “mecenate” che regalò il calcio a Napoli: «Così rese felici i tifosi»

Oggi visite guidate al cimitero israelitico con anteprima di una mostra itinerante

Giorgio Ascarelli
Giorgio Ascarelli
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 9 Settembre 2023, 23:54 - Ultimo agg. 10 Settembre, 17:27
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Torna la Giornata europea della cultura ebraica, giunto alla sua ventiquattresima edizione, e Napoli la celebra oggi con un’agenda fitta di appuntamenti. Ma quest’anno, oltre al calendario degli eventi previsti nella sinagoga di via Cappella Vecchia 31 spicca un evento dedicato a un napoletano illustre, e purtroppo da tanti dimenticato: Giorgio Ascarelli. L’appuntamento è per questa mattina presso il Vecchio Cimitero ebraico di via Aquileia, a Poggioreale, dove riposano le spoglie della famiglia Ascarelli, con due visite guidate (alle 9,45 e alle 11,15) e con una anteprima assoluta di 13 pannelli che narrano la vita e le gesta dell’imprenditore scomparso nel 1930.

Ci sono volute la caparbietà e l’impegno di Nico Pirozzi, giornalista e storico della Shoah, per dare vita ad un progetto ormai prossimo alla realizzazione: un museo itinerante che testimonierà a tutto tondo la personalità, la capacità, il carisma e la lungimiranza di questo protagonista indiscusso del “rinascimento ebraico napoletano”. 

Il nome di Giorgio Ascarelli resta indissolubilmente legato alla fondazione - nel 1926 - della squadra di calcio del Napoli (Associazione Calcio Napoli, si chiamava), ma Ascarelli fu molto altro ancora: un imprenditore illuminato, nella scia tracciata dal padre Pacifico, un benefattore, un uomo che sapeva guardare oltre la linea dell’orizzonte comune e che una cattiva sorte strappò alla vita prematuramente (morì a soli 36 anni stroncato da una peritonite fulminante).

Il progetto è frutto della collaborazione tra l’Associazione Memoriae-Museo della Shoah e la Comunità ebraica di Napoli, con il sostegno economico della Fnsi - Federazione Nazionale della Stampa Italiana, dell’Unione Industriali di Napoli e del Circolo del Remo e della Vela Italia, ed è stato patrocinato da Ucei, Federazione delle Associazioni Italia Israele, Federazione italiana canottaggio, Centro di Studi Ebraici dell’Università di Napoli “L’Orientale”, Fondazione Valenzi, Sindacato Unitario Giornalisti Campania, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Unione Stampa Sportiva Italiana, LND Campania. 

La passione per il pallone che aveva calamitato l’interesse dell’uomo, lo trasformò in qualcosa di più di un hobby. Ascarelli lo fece quando intuì le potenzialità che erano state introdotte dalla cosiddetta “Carta di Viareggio” che a metà degli anni Venti del secolo scorso rivoluzionava il mondo del calcio italiano con l’introduzione del professionismo. Cambiava l’organizzazione della Federazione e dei campionati, e con questi presupposti l’ultimo mercoledì del mese di agosto del 1926 l’industriale tessile Giorgio Ascarelli presentava lo statuto dell’Associazione Calcio Napoli, nata sulle ceneri dell’Internaples. Ma la vera svolta arrivò con l’ingaggio di William Garbutt, l’allenatore che con il Genoa aveva già vinto tre scudetti. A completare la rosa dei fuoriclasse per i quali era già pronta la casacca azzurra arrivarono anche gli attaccanti Attila Sallustro e Antonio Vojak

Ma non bastava, perché i tifosi, che per mascotte avevano adottato un cavallino rampante che ben presto assumerà le sembianze di un ciuccio, avevano la necessità di uno stadio che il presidente della neonata Associazione Calcio Napoli finanziò di tasca propria. 

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Ascarelli fu anche un grande filantropo. «Con lo spirito di vero “mecenate” - dichiara il presidente di Memoriae-Museo della Shoah, Pirozzi - aveva portato al più alto prestigio il calcio cittadino, ma aveva donato anche un tetto a centinaia di piccoli indigenti ospiti dell’orfanotrofio di Marechiaro.

E, non a caso, ai suoi funerali ci fu una folla straripante a fare da commossa e interminabile cornice al passaggio del corteo funebre, che partendo da piazza Vittoria e attraversando via Calabritto, Chiaia, San Ferdinando, il corso Umberto I, giunse fino a piazza Nicola Amore, dove si sciolse, per poi proseguire fino al cimitero israelitico di Poggioreale». Il luogo dove, ancor oggi, Giorgio Ascarelli riposa, non lontano dal monumento funebre posto a guardia dei resti mortali del padre Pacifico. Napoli deve tanto a Giorgio Ascarelli: e sarebbe ora che gli venisse intestata una strada, o una piazza. 

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