Il Mattino e il Rotary Club Napoli insieme per la città: «Puntiamo sui giovani»

130 anni di storia per il quotidiano, quasi 100 per il sodalizio napoletano

Francesco de Core e Antonio Ascione
Francesco de Core e Antonio Ascione
Venerdì 17 Febbraio 2023, 11:00
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Il Mattino e il Rotary Club Napoli: 130 anni di storia per il quotidiano, quasi 100 (saranno celebrati il prossimo anno) per il sodalizio che ieri, all'hotel Royal, ha ospitato il direttore Francesco de Core in un confronto su come informazione e associazionismo possano incidere sulla vita e sullo sviluppo della città. È una Napoli dalle identità plurime e forti, che pure vive nella sospensione dell'eterna incompiuta, quella inquadrata nelle riflessioni offerte da de Core in una carrellata dei suoi 16 anni trascorsi come redattore capo del quotidiano, fino al 2019, con una parentesi di tre anni come vicedirettore del Corriere dello Sport per poi tornare in città, il 2 giugno scorso, andando a occupare la poltrona che fu di Matilde Serao e di Edoardo Scarfoglio, in un panorama dei mezzi d'informazione profondamente mutato nei canali e negli equilibri.

Napoli e le sue categorie professionali sono chiamate a scuotersi, a far leva sulla formazione e sul potenziale d'attrazione delle giovani generazioni, illuminate dagli esempi faro dell'università a Scampia e a Napoli Est con la Apple Academy. E anche a lasciarsi alle spalle gli stereotipi, quelli scomodi e anche quelli più confortanti. Questo il messaggio che emerge dai vari esempi citati da Francesco de Core, che all'inizio della serata ha ricevuto dal presidente del Rotary Club Napoli, Antonio Ascione, la spilla di socio onorario tradizionalmente riservata a chi dirige il quotidiano per antonomasia della città. 

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Il direttore del Mattino non ha fatto sconti sulla tendenza ad autocelebrarsi e accomodarsi sulle rappresentazioni della città, sul senso d'incompiutezza che trova perfetta rappresentazione nella magnificenza imperfetta di Palazzo Donn'Anna ed esecrabile realizzazione nell'immobilismo gestionale nell'area di Bagnoli, per recuperare la quale oggi sono sul tavolo gli stessi identici problemi di 25 anni fa.

Concludendo con un messaggio di responsabilità e di speranza nel futuro: perché informazione e ceti professionali possono mettere a fattore comune cuore, intelligenze e competenze che a Napoli ci sono. 

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