Mann Napoli, il mosaico di Alessandro pesa due tonnellate in meno del previsto

Via alle operazioni di restauro: l'opera staccata dalla parete al Mann dopo più di 100 anni

Il mosaico di Alessandro nel cantiere trasparente
Il mosaico di Alessandro nel cantiere trasparente
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 31 Ottobre 2023, 11:25
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La scoperta, ancor prima del restauro che avverrà a vista, nel «cantiere trasparente»: il mosaico di Alessandro, oltre un milione di tessere e una superficie di eccezionale estensione (5.82 metri per 3.13), pesa due tonnellate in meno del previsto. «Solo» 5 tonnellate determinate con esattezza dopo aver ribaltato il capolavoro con una macchina hi-tech progettata su misura per la delicata manovra. Perché l'opera, assicurata all'interno di una sorta di sandwich (tra il vecchio e il nuovo sistema di contenimento), è stata staccata dalla parete al Mann dopo più di 100 anni, e non senza apprensione: trovata nella casa del Fauno a Pompei nel 1831, 13 anni più tardi trasferita a Napoli, a bordo di un carro trainato da sedici buoi, pure incidentato durante il percorso, lasciata nelle casse di legno, era sistemata al muro dal 1916. I rigonfiamenti evidenti nella zona centrale destra e lungo il perimetro che hanno reso indispensabile la rotazione, in vista dell'intervento, probabilmente sono stati causati dall'ossidazione dei chiodi nel telaio montato allora, per appendere quello che in principio era un prezioso pavimento.

«Adesso possiamo smontare quei pannelli per indagare gli strati di sottofondo», dice Amanda Piezzo, direttore dei lavori che impegnano due restauratori del museo (Mariateresa Operetto e Manuela Valentini), uno del Colosseo (Alessandro Lugari), assieme a ingegneri e architetti, e con la collaborazione di Roberto Ciabattoni, dell'Istituto superiore centrale per il restauro e la conservazione. La direzione scientifica è di Antonio De Simone, professore universitario del Suor Orsola Benincasa. 

 

«La fase preliminare di progettazione, per un'operazione tanto complessa, è durata tre anni.

Gli ultimi 15 giorni sono stati necessari per installare sul posto la macchina e per le prove tecniche. Dopo aver svincolato lentamente le staffe in ferro che tenevano fissato il mosaico, il ribaltamento ha richiesto tre ore», continua Piezzo, pronta a chiarire con il sorriso che l'opera non è «dimagrita» nel corso del tempo. «La stima sul peso, di sette tonnellate, diffusa precedentemente, era basata sul carotaggio di una piccola porzione del manufatto, arrotondando il dato per eccesso in modo da avere un margine di sicurezza maggiore in vista della rotazione». Restano altre piccole, grandi incognite: «Dobbiamo stabilire lo stato di conservazione delle malte dietro le tessere che hanno uno spessore di dieci centimetri e risalgono a 2000 anni fa; dobbiamo capire se possiamo conservarle, mantenendo integri tutti i materiali originari. Inoltre, ci aspettiamo di trovare uno strato di gesso realizzato nel 1916, al momento del trasloco dal piano terra a quello ammezzato del museo». 

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Il restyling avverrà a partire da domani nel «cantiere trasparente», aperto cioè ai visitatori del Mann che da una finestra creata nella sala accanto potranno osservare i vari passaggi predisposti per preservare il capolavoro, unico al mondo nel suo genere, per spettacolare grandezza e per raffinatezza iconografica: al centro la battaglia di Izzo che, nel 330 avanti Cristo, portò Alessandro Magno a scontrarsi con Dario III, con il condottiero all'assalto in sella a Bucefalo, leggendario e indomabile cavallo. «Sono giorni di immensa soddisfazione e particolare emozione, giorni che resteranno nella storia del Mann e che vogliamo condividere con i nostri visitatori. Il più celebre mosaico dell'antichità si è mosso, dopo oltre un secolo, e ora è possibile lavorare sulle malte di 2000 anni fa», rimarca il direttore del museo Paolo Giulierini, che annuncia un ulteriore «traguardo»: le 500.000 presenze (quasi) raggiunte nel 2023. Facile superarle nel ponte festivo con le due giornate di ingresso gratuito volute dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: il 4 novembre, per l'anniversario dell'unità nazionale e delle forze armate, e il 5, prima domenica del mese. «Il pubblico troverà un museo al gran completo e al lavoro», conclude Giulierini. «E il mosaico tornerà a risplendere come mai nessuno lo aveva visto». 

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