Gennaro Sangiuliano a Napoli: «Nuovo polo museale autonomo al Vomero»

L'annuncio nella lectio magistralis: «Finanzieremo il restauro del Maschio Angioino»

Il ministro Gennaro Sangiuliano a Napoli
Il ministro Gennaro Sangiuliano a Napoli
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 23 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 24 Maggio, 08:48
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«I luoghi di San Martino, Castel Sant'Elmo e Floridiana al Vomero saranno un polo museale autonomo con il proprio direttore e il proprio staff. E poi finanzieremo il restauro del Maschio Angioino, un po' degradato dopo interventi di anni fa, come richiesto dal sindaco: questo significa lavorare per accrescere la nostra cultura». Vuole entrare nel futuro, il ministro Gennaro Sangiuliano, e punta a lasciare una traccia profonda nella sua città. Dove ha studiato, alla Federico II, «uno dei migliori atenei al mondo», torna alle 10.30 per una lectio magistralis su «Cultura di massa e politica culturale» che utilizza per anticipare riforme e restyling, tenere insieme tradizione e progresso. Lo introduce il suo «maestro» Sandro Staiano, direttore del dipartimento di Giurisprudenza, e il rettore Matteo Lorito, che parla di «cultura senza colore politico», anche se l'ospite in questione proprio qui, a Napoli, ha gettato le basi di una carriera di successo, da giornalista e politico, ieri al centro di una contestazione studentesca. 

Non a caso, Sangiuliano indica come modelli al ministero Giovanni Spadolini e Alberto Ronchey: «Ogni mattina, guardo i loro ritratti, il mio compito è riscoprire e ricreare un immaginario di riferimento».

Il suo è un concentrato di nozioni e citazioni, trasversali alla destra: immancabili Prezzolini e Vico, Croce e Gentile, cui aggiunge Eschilo, Aristotele, Durkheim, Corradini, Eco, Abruzzese, Habermas, Yasser, Spengler, Rogers, Tocqueville, Fukuyama, Debray, e tanti altri intellettuali italiani e stranieri (difficile elencarli tutti). C'è anche Gramsci: «Per la correzione al marxismo classico». E il «pensiero debole» di Vattimo e Rovatti. E la fondazione della Fiat. E l'idea di patria e nazione, «da convinto europeista». E il caso Rovelli, per opporsi a qualsiasi tipo di censura. E l'articolo 9 della Costituzione. E i rischi della cyber-democrazia: «L'analisi attenta del web ha spinto a chiedersi se la rete sia libera e realmente democratica, la mia risposta è negativa», avvisa. Un esempio: «Gli studenti davanti alla Gioconda al Louvre che guardavano lo smartphone». «Idolatria della tecnologia», la definisce. Positivo, naturalmente, il suo giudizio sulla caduta del comunismo, ma non sugli effetti della globalizzazione. «Da un po' il cittadino sta degradando a un codice a barre, a mero consumatore di beni». Riflette: «Crisi dell'essere è crisi della cultura e quindi dell'intera società». Sangiuliano nomina, per ultimo, l'autore della Fenomenologia dello spirito: «La cultura deve essere democratica e plurale in un processo hegeliano. Come libero confronto di idee».

Fuori dall'ateneo, lo aspetta la contestazione degli studenti, senza ma e senza se, che ricordano la questione dei cambiamenti climatici e la tragedia dell'Emilia, invocano i valori antifascisti. Sullo sfondo resta la polemica di ricercatori e professori sull'opportunità di invitare i ministri negli atenei, e in vista della cerimonia del 9 giugno che vede il ritorno di Sangiuliano alla Federico II tra i laureati illustri. Prima, il 29 maggio, l'ex direttore del Tg2 è atteso di nuovo in città: alla presentazione della mostra «Alessandro Magno e l'Oriente», intorno al prezioso mosaico restaurato al Mann, museo che «ospita l'identità greco-romana, ovvero la nostra storia», dice orgoglioso Sangiuliano, disegnando la mappa della «sovrapposizione di civiltà diverse» in città, fino ad arrivare alle tracce di angioini e aragonesi. «Un immenso patrimonio, anche per questo siamo impegnati con il progetto dell'Albergo dei Poveri», con oltre 100 milioni stanziati dal governo Draghi (fondi Pnrr) più 33 stanziati da lui, con l'obiettivo di creare un polo culturale, dando all'Archeologico nuovi spazi espositivi e all'università di Napoli un «ruolo da protagonista». Sempre sul rilancio della città: «Fra poco saranno conclusi anche i lavori ai Girolamini», annuncia Sangiuliano prima di lasciare l'aula affollatissima e dribblare cronisti (e domande sullo sciopero al teatro San Carlo) e manifestanti bloccati dai poliziotti in assetto anti-sommossa. 

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Tra i presenti alla cerimonia, il prefetto Claudio Palomba, il rettore del Suor Orsola Benincasa Lucio D'Alessandro, Davide Vitale sostituto procuratore della Corte dei Conti, Guido Trombetti ex rettore ma anche assessore nella giunta Caldoro, il senatore Sergio Rastrelli. E il suo consigliere Luciano Schifone

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