Napoli, il Donatello che non ti aspetti: il sepolcro del cardinale Rainaldo Brancaccio nel cuore della città

Il capolavoro nella chiesa di Sant'Angelo a Nilo, a Spaccanapoli

Sepolcro del cardinale Rainaldo Brancaccio
Sepolcro del cardinale Rainaldo Brancaccio
di Vincenzo Cimmino
Giovedì 6 Luglio 2023, 13:03 - Ultimo agg. 7 Luglio, 10:30
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Lasciare un ricordo di sé ai posteri. A questo serve un monumento funebre. E se a farlo, poi, è un'artista del calibro di Donatello, proprio quel Donatello autore, ad esempio, del “David” e del “Giuditta e Oloferne”, l'opera rimarrà nei secoli esempio mirabile di un'arte che ha fatto la storia. Ma procediamo con ordine.

Camminando per Spaccanapoli, cuore pulsante di Napoli, tra quel dedalo di vie e viuzze brulicanti di vita, tra quei palazzi storici che resistono al tempo, si giunge in piazza Nilo. La piazza, così chiamata perché nelle vicinanze è conservata l'antichissima statua del dio Nilo databile tra il II e il III secolo d C., ospita dal XIV secolo la chiesa di Sant'Angelo a Nilo. Proprio nella monumentale chiesa di Sant’Angelo a Nilo è conservato il “Sepolcro del cardinale Rainaldo Brancaccio”, opera unica di Donatello a Napoli. Unica se non si tiene conto della “Testa di cavallo” che l’artista avrebbe creato per un mai ultimato monumento equestre per il re Alfonso il Magnanimo da inserire nella facciata di Castel Nuovo.

L’edificio, anticamente chiamato cappella Brancaccio perché luogo di preghiera privato della celebre famiglia, già dall'esterno abbaglia per la sua magnificenza. Entrando nella chiesa, il cui ingresso è libero e gratuito, è quindi possibile trovare una delle più importanti e affascinanti opere esistenti a Napoli: il Sepolcro del Cardinale Brancaccio, scolpito da Donatello e da Michelozzo. Il lavoro venne commissionato da Cosimo de' Medici per ordine del cardinale Rainaldo Brancaccio intorno alla metà degli anni Venti del Quattrocento.

Il monumento, che ospita le spoglie mortali del Brancaccio, committente della cappella e altissimo prelato nato a Napoli e morto a Roma il 27 marzo 1427, è in marmo di Carrara dorato e policromo, è alto 11.60 metri e profondo 4.60.

Il monumento si compone di tre diversi livelli: alla base troviamo tre cariatidi, personificazioni delle virtù, che sorreggono il sepolcro, sul quale è possibile ammirare una statua del defunto cardinale.

Sopra lo stesso, ci sono due angeli – e siamo al secondo livello – che sostengono il drappo dietro e sopra al quale sono – terzo livello – la Madonna col Bambino tra San Michele e San Giovanni Battista.

Questo pezzo di rinascimento fiorentino a Napoli, pur ripetendo il cosiddetto schema a "baldacchino", tipico delle tombe gotiche, presenta sculture e rilievi che colpiscono per la loro modernità. Cuore del monumento, principale intervento di Donatello sull’opera, è l'Assunzione della Vergine. Unica composizione di Donatello che, a Napoli, si trova ancora nel luogo in cui era stata pensata.

Questo lavoro di Donatello è un mirabile esempio di stiacciato, tecnica attraverso la quale lo scultore dà il senso della profondità agli elementi del rilievo aumentandone o diminuendone lo spessore rispetto al fondo. Al centro dell'opera, Donatello inserisce la Madonna assunta raffigurandola come una donna anziana. Per capire ancora di più la forza impattante di una simile opera basti pensare al suo arrivo a Napoli. La città non era stata ancora travolta pienamente dal Rinascimento e l'opera per il cardinale Brancaccio trascinò Napoli in un nuovo universo artistico.

Ecco, quindi, che la visita - libera e gratuita, è bene ricordarlo - alla chiesa di Sant'Angelo a Nilo si fa tappa imprescindibile per tutti gli amanti dell'arte e della storia.

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