Schmidt direttore del museo di Capodimonte: «Continuerò il lavoro di Bellenger»

Parla l'ex direttore degli Uffizi

Eike Schmidt
Eike Schmidt
Sabato 16 Dicembre 2023, 19:00 - Ultimo agg. 19:30
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«Gli obiettivi per il nuovo incarico sono tutti scritti nella legge e nella norma, e specificatamente nelle priorità politiche del quinquennio, quindi sono già note. Continuerò il lavoro che Sylvain Bellenger ha iniziato, e ciò riguarda il grande lavoro della riqualificazione non solo del museo, dove c'è un'operazione di efficientamento energetico, ma anche per il giardino». Così Eike Schmidt, direttore uscente degli Uffizi, appena nominato dal Mic direttore del museo di Capodimonte a Napoli, ha parlato del nuovo incarico che lo attende nella città partenopea. «Non è abbastanza noto - ha continuato - ma Capodimonte ha la seconda più importante e variegata collezione di opere d'arte mobili, dopo gli Uffizi. Invece il Real bosco è molto più grande del Giardino di Boboli, e quindi c'è anche un elemento di crescita della responsabilità in questo».

«Quando mi è arrivata la notizia ero a Napoli per l'inaugurazione di una mostra che era programmata da mesi al Tesoro di San Gennaro, e mi sono molto commosso anche perché mi trovavo nel luogo del patrono della città. È una notizia bella, un grande successo anche per Firenze perché senza quello che sono riuscito a fare qui agli Uffizi con la mia squadra non sarebbe stato possibile.

Un successo della squadra e sono molto fiero di questo». Così Schmidt ha raccontato le emozioni che ha provato ieri sera appena ha saputo di essere stato nominato direttore del museo di Capodimonte a Napoli.

«Sto per arrivare a Napoli e chiedere subito un'aspettativa sarebbe anche un poì buffo sinceramente. La cosa importante è di iniziare con questo grande lavoro». Il direttore degli Uffizi uscente ha commentato coi cronisti la dichiarazione del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, sul fatto che possa prendere l'aspettativa per candidarsi a sindaco di Firenze per il centrodestra.

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«Per quanto riguarda le regole italiane di compatibilità - ha aggiunto - c'è una norma ben precisa che dice che i dirigenti statali non possono, durante le ultime settimane della campagna elettorale, pronunciarsi sui temi delle elezioni, quindi chi attivamente o passivamente partecipa a delle elezioni, per forza prende l'aspettativa». «Ma chiedere l'aspettativa con mesi in anticipo - ha concluso - è abbastanza assurdo».

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