Scuole, ministero in campo: «Tagli? La Regione Campania sbaglia»

Ma De Luca ribadisce il suo diktat: «Non seguirò le direttive del governo»

Vincenzo De Luca e Giuseppe Valditara
Vincenzo De Luca e Giuseppe Valditara
di Mariagiovanna Capone
Martedì 27 Giugno 2023, 00:00 - Ultimo agg. 28 Giugno, 08:41
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Ancora tensione palpabile tra Regione Campania e Ministero dell’Istruzione e del Merito sulla questione del dimensionamento scolastico. Un attrito esploso il 15 giugno nel corso di un incontro pubblico organizzato dall’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini con mondo della scuola, organizzazioni sindacali ma anche sindaci, Anci, enti locali. In quella occasione il presidente Vincenzo De Luca annunciò che oltre a ricorrere alla Corte costituzionale non appena il decreto ministeriale sarebbe diventato esecutivo (la data dovrebbe essere il 30 giugno ma proprio per le polemiche potrebbe anche slittare), non avrebbe seguito le direttive del governo sui tagli delle 120 scuole. 

Da allora sulle pagine del Mattino sono arrivati i chiarimenti sui parametri della dirigente Carmela Palumbo contestati aspramente dall’assessore Fortini, e le ulteriori precisazioni della linea ministeriale del direttore Usr Campania Ettore Acerra, ma anche critiche e interpellanze di M5S e Alleanza Verdi Sinistra. Ieri dagli uffici di Viale Trastevere è arrivata una nuova precisazione in cui si difende l’operato dell’esecutivo e ribadisce che la Campania basa le polemiche «su parametri superati» e anzi «l’intervento del governo permette di avere più scuole autonome». Intanto, il gruppo consiliare del Pd al Comune di Napoli ha firmato e presenterà una mozione sul tema nella prossima riunione dell’assemblea per «stimolare l’amministrazione Manfredi a essere capofila di una protesta costruttiva, affinché Anci sproni il governo a cambiare rotta» come annunciato dalla presidente del Consiglio comunale Vincenza Amato, e dal capogruppo Gennaro Acampora.

Nella nota del Mim, senza troppi giri di parole si ribadisce che la Regione Campania ha torto su tutti i punti di contrasto di queste settimane affermando che «fa riferimento al dimensionamento che consente di assegnare in via esclusiva dirigenti e direttori dei servizi generali e amministrativi alle scuole con almeno 500 studenti (300 se situate nelle piccole isole, nei comuni montani o nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche)». Ovvero «un criterio in deroga al normale parametro 600/400 alunni, introdotto per fare fronte alla pandemia e che non avrà più copertura finanziaria». Dagli uffici ministeriali poi si accusa la Campania di cattiva governance e di aver presentato per l’anno in corso «il numero più alto di scuole al di sotto dei parametri ordinari: 108 su 617 a livello nazionale. Stesso primato avrà la Regione nel 2023/2024, con 102 scuole su 644 a livello nazionale sotto i parametri». 

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Non ultima, la citazione dei dati Istat sulla denatalità che in due anni porterà a 36.695 studenti campani in meno. «Il calo, combinato con il parametro 600/400 che sarebbe tornato nuovamente operativo nel 2024/2025, avrebbe fatto avere alla Campania 832 scuole normodimensionate». E quindi «coerentemente con quanto previsto dal Pnrr si è intervenuti applicando indici correttivi che hanno determinato il numero delle istituzioni scolastiche autonome in Campania in 839, con un incremento di 7 unità. Inoltre, si è data alla Regione la possibilità di definire la rete di istituti senza vincoli dimensionali minimi, in modo da preservare l’autonomia anche di piccole scuole». E infine la precisazione: «Non si è prevista la chiusura di alcun plesso scolastico». Risponde Lucia Fortini: «I numeri che abbiamo detto finora sono quelli del decreto 70/2023 firmato dal ministro Valditara. Non ci siamo inventati niente: a noi spettano almeno 865 autonomie (per la clausola di salvaguardia) e non 839. Riguardo il Pnrr: sto ancora aspettando dal ministro su quale pagina l’Europa ci chiede di tagliare in scuole. Ma sono sicura che non risponderà».

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