Catello Maresca candidato sindaco del centrodestra a Napoli, Sergio Rastrelli: «Sì al ticket, possiamo lavorare insieme»

Catello Maresca candidato sindaco del centrodestra a Napoli, Sergio Rastrelli: «Sì al ticket, possiamo lavorare insieme»
di Valerio Esca
Giovedì 8 Luglio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 15:05
5 Minuti di Lettura

Era stato indicato come candidato sindaco da Giorgia Meloni, nel caso in cui non si fosse trovata la quadra con gli alleati di centrodestra sul nome di Catello Maresca. Lunedì poi la fumata bianca, che ha lanciato nella corsa a Palazzo San Giacomo il magistrato anticamorra. Ma Sergio Rastrelli non ha rimorsi, tantomeno rimpianti. «Mi sono messo a disposizione del partito e del centrodestra. Ho sempre spinto affinché si restasse compatti», spiega Rastrelli, che incalza: «Non ho mai ambito a ruoli personali e sarò a disposizione di FdI, di Maresca e dell'intera coalizione per battere le sinistre che hanno governato negli ultimi 30 anni». Alla fine il centrodestra si è compattato e ha deciso di andare su Maresca.

Video

Si aspettava di essere lei il candidato di FdI?
«Non vi è mai stata in questi mesi una questione di ordine personale, meno che mai ne ho fatto una questione di profili.

Napoli non può permettersi di affrontare sfide così importanti, come quella per le comunali, condizionate da protagonismi personali. Io ho sempre ribadito la mia disponibilità, doverosa e incondizionata, perché ne faccio una questione di cultura politica. In questi mesi mi fregio di non aver mai effettuato fughe in avanti o avuto pulsioni di protagonismo personale. Anche nel periodo della massima tensione dialettica, come nei giorni scorsi, io per primo ho richiamato all'unità le forze di centrodestra, perché secondo me è un valore, senza mai polemizzare con Maresca. Ho sempre sostenuto che il mio impegno si sarebbe potuto concretizzare se non fosse stato divisivo. Si è poi arrivati ad una sintesi nel centrodestra ed io da uomo leale resto convintamente a disposizione della coalizione, in particolar modo di FdI e dello straordinario leader che è Giorgia Meloni. Con lealtà supporterò convintamente il candidato unitario. I ruoli personali mi sono indifferenti».

Ha sentito Giorgia Meloni?
«Sono in contatto continuo con la Meloni e la dirigenza nazionale del partito. Mi sono sentito anche con Catello Maresca, a dimostrazione che non c'è nessun profilo di turbamento personale, al contrario sono lieto di aver contribuito a dimostrare, nel dibattito pubblico, che a Napoli c'è una destra forte e rispettabile, che anche in questo frangente ha dato prova di assoluta responsabilità».

Con Maresca cosa vi siete detti?
«Semplicemente che i miei principi morali e la mia cultura personale sono tali che avrà lealmente tutto il mio supporto».

Vittorio Sgarbi dalle colonne del Mattino ha lanciato l'idea di un ticket, sul modello romano, Maresca-Rastrelli. Nel caso accetterebbe?
«Ho personalmente sentito Sgarbi per ringraziarlo delle parole di considerazione che ha avuto nei miei confronti. Adesso credo che Maresca debba fare sintesi tra quel sano mondo del civismo che lo ha accompagnato in questo percorso e che ha giustamente rivendicato e la buona politica. Spetterà a lui valutare, in che termini, in che tempi e in che modalità riuscire a realizzare questa sintesi, che per me è preziosissima e imprescindibile. Il centrodestra farà la sua parte e darà autorevolezza e un respiro nazionale alla sua candidatura. Anche le frizioni degli ultimi tempi hanno contribuito a definire quella chiarezza delle posizioni, a mio avviso necessaria, nella ribalta pubblica. Poi naturalmente, ove mai ci vi fosse bisogno di me, valuterò con Giorgia Meloni in che modo dare il mio apporto personale. Ma senz'altro ci sarà lealtà, una dote che ha sempre connotato la mia vita».

In queste settimane si è sentito parlare poco di programmi e molto di simboli di partito. Come se fosse più importante un vessillo sulla scheda, che un progetto politico. Come considera questo dibattito?
«A mio avviso la vicenda si è conclusa nel modo più corretto e anche nell'unico modo in cui poteva concludersi, all'insegna del reciproco rispetto e delle reciproche identità. Nessuno ha contestato a Maresca il diritto di portare avanti un progetto con il suo profilo personale, tra l'altro chiarissimo e che può rivendicare grazie ai successi professionali ottenuti, così come nessuno può permettersi di immaginare che le forze politiche debbano nascondere il proprio fortissimo orizzonte valoriale. Adesso bisognerà unire le liste civiche e i partiti tradizionali, non solo perché è la migliore soluzione, ma perché è l'unica strada da perseguire. Non per una mera questione di calcolo elettorale o di accesso al ballottaggio, ma per il rispetto della storia, dei valori e dell'identità dei quali ciascuno è portatore».

Su cosa dovrà puntare il centrodestra per riuscire a battere le sinistre?
«Bisognerà intercettare l'esigenza di discontinuità, non solo con gli ultimi anni disastrosi di de Magistris, ma con gli ultimi 30 anni in cui ha governatore la sinistra. Perché il popolo napoletano vive in questo momento grande disincanto istituzionale ed è sfiduciato perché logorato da 30 anni insipienza amministrativa. Se si riuscisse ad intercettare questa necessità, si potrà allora avere una drastica mutazione di rotta e potrebbe esserci la svolta che serve alla città». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA