Debiti, il Comune di Napoli apre: «Più soldi ai creditori»

Debiti, il Comune di Napoli apre: «Più soldi ai creditori»
di Luigi Roano
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 11:21 - Ultimo agg. 17:04
4 Minuti di Lettura

Il sindaco Gaetano Manfredi dal ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini per avere finanziamenti e portare la metro a Posillipo e aggiustare le sinistrate strade cittadine. L'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta al Mef e a Palazzo Chigi per affrontare la questione dei creditori e quella della valorizzazione del patrimonio. Si muove verso Roma il Comune in vista della firma del 15 febbraio sul salva Napoli. Alzando l'asticella dei fondi fuori dal provvedimento inserito nella Legge di bilancio. Nella sostanza approfondimenti sul Pnrr per drenare altri soldi. La questione dei creditori - un capitolo corposo del salva Napoli - è la più stringente. C'è anche l'avviso sul sito del Comune e i tempi sono stretti: entro il 4 aprile i creditori devono accettare o meno le condizioni che per loro sono abbastanza sfavorevoli.

Il salva Napoli vale 1,3 miliardi e il Governo ha previsto la chiusura dei debiti commerciali del Comune.

Blindando quei soldi. Per i creditori è prevista una somma tra il 40 e l'80% del capitale variabile in relazione all'anzianità del debito: il 40 per cento della somma per quelli vecchi di 10 anni, il 50 con anzianità maggiore a 5 anni, il 60 per i debiti con più di 3 anni e l'80 per cento a quelli maturati negli ultimi 3 anni. Condizioni che non piacciono ai creditori. Come stanno le cose lo spiega l'assessore Baretta. «La somma in ballo è di 300 milioni di cui la metà sono debiti delle partecipate - racconta - le altre due tipologie sono quelli cimiteriali che non è un servizio essenziale per la legge ma di fatto lo è e le mense scolastiche». Se le transazioni restassero immutate il Comune risparmierebbe come minimo un centinaio di milioni. Baretta è però sensibile alle richieste dei creditori di qui l'interlocuzione con i tecnici di Palazzo Chigi dove è stato varato il salva Napoli. «Stiamo parlando con il Governo - spiega l'assessore - per andare il più possibile incontro alle esigenze dei creditori, al momento non si può dire altro». Cosa significa? Sostanzialmente Baretta sta cercando di alzare la soglia dei pagamenti. Impresa difficile trattandosi di una legge dello Stato la cui ratio è blindare i finanziamenti erogati a Napoli. Le regola di ingaggio sono chiare: «La transazione, da accettare entro 30 giorni, prevede la rinuncia ad ogni altra pretesa e la liquidazione obbligatoria entro 20 giorni dalla conoscenza dell'accettazione della transazione». E se qualcuno pensasse che il contributo del Governo possa essere attaccato, c'è un altro paragrafo dell'emendamento che chiarisce: «Nei confronti della liquidità derivante dai contributi annuali e dalle riscossioni annuali non sono ammessi sequestri o procedure esecutive. Le procedure esecutive eventualmente intraprese non determinano vincoli sulle somme». Molto attivo Baretta che al Mef ha trattato la valorizzazione del patrimonio che passa anche dalla dismissione: «Stiamo lavorando su un pacchetto di 600 unità, dagli immobili commerciali a quelli di pregio». Se va in porto la trattativa si tratta di soldi che Palazzo San Giacomo incasserebbe subito. L'idea è quella di portare al tavolo della firma del 15 piano per il patrimonio ben definito».

Video

Manfredi da Giovannini è arrivato assieme all'assessore Edoardo Cosenza e su fb ha spiegato il motivo del vertice: «Abbiamo portato - scrive il sindaco - all'attenzione del ministro il finanziamento della linea 10 che collegherà piazza Garibaldi con la stazione dell'Alta Velocità di Afragola attraversando i comuni di Casoria, Afragola e Casavatore, il finanziamento della progettazione del prolungamento della Linea 6 verso Bagnoli - Posillipo e i progetti per il miglioramento della rete idrica della città di Napoli». Manfredi ha fatto un ragionamento sul risanamento delle strade: «Restano da affrontare alcuni temi critici, come le risorse idriche e ad esempio la possibilità di accedere ai finanziamenti nazionali per le strade comunali». Cosa significa? A oggi per strano che possa sembrare il capitolo che riguarda le strade è finanziato con un fondo del ministero dell'Interno giudicato «minimo» dal Comune. Mentre il dicastero delle Infrastrutture se avesse in carico questa mission ai comuni, potrebbe arrivare molto di più specie se anche Città metropolitana come è il caso di Napoli. Un tema che Manfredi vuole portare all'attenzione dell'Anci per poi portarlo al Governo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA