Elezioni ad Afragola, il patto Pd-M5S sfida il centrodestra diviso

Elezioni ad Afragola, il patto Pd-M5S sfida il centrodestra diviso
di Marco Di Caterino
Giovedì 23 Settembre 2021, 11:00
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Alta Velocita, centro storico, riassetto idrogeologico e periferie al centro della campagna elettorale, con l'immancabile ombra della camorra e del voto di scambio. Mancano undici giorni al voto e ad Afragola la campagna elettorale entra nel vivo. Con i suoi 63mila abitanti è il Comune più popoloso della provincia ad andare alle urne. Un test importante dunque, per questa città che si presenta al test elettorale con poche luci e tante ombre con le quali dovrà fare i conti il futuro sindaco. 

È una realtà ormai consolidata e conosciuta in tutto il mondo quel gioiello che è la stazione dell'Alta Velocità, una cattedrale nel deserto visto che è ancora circondata da un bel pezzo di territorio abbandonato. Per giunta la bellissima opera di Zaha Hadid è finita in una indagine della Procura di Napoli Nord che ha chiesto il rinvio a giudizio per dirigenti di RFI Italia e per l'ex sindaco Domenico Tuccillo e due funzionari comunali.

Una occasione mancata la stazione Tav, che nelle intenzioni sarebbe dovuta diventare il centro di gravità di Afragola e dei comuni vicini. 

E poi c'è quel profondo rosso che è il centro storico. Milioni di mattoni di tufo, un tempo palazzi di corte, da venti e più anni indeboliti dall'incuria. Per non parlare del rischio idrogeologico. Da troppi anni e da tante amministrazioni, si aspetta la sistemazione del collettore Badagnato, già finanziato con cinque milioni di euro, e la cui posa della prima pietra è diventata una leggenda. Sei mesi i lavoro, tanto basterebbe, e circa 20mila afragolesi non si ritroverebbero più con le case allagate anche dopo una pioggia leggera. C'è da realizzare il Piano urbanistico, pure questo attesto da decenni, per dare una difficile raddrizzata al territorio devastato da una famelica ondata di cemento selvaggio. E c'è da combattere la guerra ai clan che ancora asfissiano Afragola, cosche nuove e storiche che hanno spolpato imprese e attività produttive.

Dopo aver mandato a casa l'ultimo sindaco, il moderato Claudio Grillo, eletto nel 2018 alla guida di una coalizione di centrodestra e tirato per la giacca dai suoi stessi alleati, oggi a contendersi la fascia tricolore sono tre candidati. Antonio Pannone è leader del centrodestra (ma senza Forza Italia) e con la lista Noi per Salvini diventata Noi per Afragola, sotto la regia della parlamentare leghista Pina Castiello, pronta a togliersi, in caso di vittoria, più di un sassolino dalle scarpe dopo il «pasticcio» napoletano.

A contendere ad Antonio Pannone la carica di sindaco c'è Gennaro Giustino, centrista, con uno schieramento di liste formato da Forza Italia, più esponenti di destra e fuoriusciti dal centrosinistra. Infine c'è Antonio Iazzetta, candidato di un centrosinistra che vede insieme Pd e M5S, oltre a una serie di civiche. Proprio Iazzetta ieri mattina ha incontrato il prefetto di Napoli e gli ha consegnato un dossier sul pericolo di voto di scambio e del condizionamento della camorra, auspicando una maggiore attenzione. Anche perché, e non per ultimo, Afragola aspetta una vera e propria pioggia di soldi, per le opere compensative intorno alla stazione Tav. 

I tre candidati hanno imboccato l'ultimo miglio in un tourbillon di incontri, comizi estemporanei. «Se eletto - dice Giustino - sarò un sindaco dinamico. Conosco il territorio e la macchina comunale. Sono libero da ogni condizionamento, senza padrini e senza padrone». Antonio Pannone invece propugna «una colazione di buongoverno, capace di quadrare i conti pubblici con la riduzione delle tasse, capace di una armonica pianificazione del territorio, e una macchina perfetta per l'erogazione dei servizi, e tanta sicurezza con il potenziamento della polizia municipale». Iazzetta, invece, vuole trasformare «Afragola in una città normale dove lo straordinario sia semplicemente ordinario» e parla di «legalità, con atti trasparenti e le dirette streaming del consiglio comunale e delle commissioni consiliari».

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