Il caso Bassolino-Pd, perché di questo si tratta, di un caso politico, sbarca a Roma, al Nazareno, dove tra oggi e domani il segretario Marco Sarracino - assieme alla segreteria nazionale - dovrà trovare una soluzione. E definire l'alleanza con il M5S per le comunali di primavera: un dato, quest'ultimo, fondamentale in questa vicenda. L'ex sindaco a oggi non fa passi indietro. Da Sudd - la sua fondazione - dalle consuete riunioni con i soci trapela un grosso interrogativo sulle amministrative napoletane: «Ma il Pd ci sarà davvero in campo? O la città verrà sacrificata per logiche di parte?» a proposito dell'alleanza. Certo è che Bassolino non è intenzionato a mollare la contesa, anzi la determinazione cresce in queste ore. E se entrambe le parti affermano a parole di essere per l'unità e la collaborazione, e non ci sono motivi per credere che queste intenzioni non siano veritiere, nei fatti il braccio di ferro è in atto. E la chiamata improvvisa e inattesa a Roma di Sarracino, testimonia la tensione del momento anche a livello nazionale. Napoli è una pedina fondamentale nello scacchiere politico nazionale.
Una due giorni, quella che aspetta Sarracino, non semplice da gestire, il giovane segretario dem su fb chiarisce: «Prima il programma, poi la coalizione, infine il candidato».
E infatti da Sudd trapela che la trattativa non esiste per un motivo molto semplice: «Bassolino vuole dare una mano a Napoli». Ma c'è di più. Per l'ex sindaco - questo si apprende dalla Fondazione - «nel Pd stanno talmente sbagliando che fanno crescere la spinta ad andare avanti». Bassolino, questo il dato politico, non ha intenzione di fermarsi. E rilancia ragionando già sul doppio turno. Tanta gente in strada - la riflessione che viene fuori - dice di lasciar perdere il Pd e di andare davanti. I calcoli che si fanno alla Fondazione sono di quelli seri. «Si può andare tutti assieme da persone civili al primo turno e poi vedere al secondo cosa fare». E poi fiumi di pensieri che vengono a galla dalle discussioni: «Alla diciannovesima assoluzione invece di fare vedere che erano contenti hanno fatto il totonomi, tutti i giorni loro facevano uscire nomi. È politicamente sbagliato ed è contro il sentimento popolare. Eppure Zingaretti ha usato parole bellissime verso di me dopo l'assoluzione».
Le problematiche giudiziarie superate con grande tenacia, ma anche sofferenza perché dal Pd non sono arrivati segnali di solidarietà, restano una ferita aperta. Bassolino è un fondatore del Pd «ma ora vuole dare una mano alla città». E ripete nei corridoi di Sudd di essere «uomo delle Istituzioni che è sempre stato per la collaborazione e l'unità» ma che questa volta le cose stanno così: «Voglio dare una mano alla città anche dopo la diciannovesima assoluzione». Si vota con il doppio turno - il ragionamento - e al secondo turno Bassolino si sente abbastanza sicuro di prendere voti trasversali e anche quelli del Pd. Il Pd - per l'ex sindaco - sta sbagliando come 4 anni fa, sta facendo gli stessi errori. Il riferimento alle primarie dove si trovò di fronte Valeria Valente è molto chiaro. E tutti sanno come finì per i dem quella tornata elettorale. Con l'ennesima sconfitta e la seconda vittoria di de Magistris.