Elezioni comunali a Napoli, Salvini spinge Maresca: «È il candidato ideale anche senza simboli»

Elezioni comunali a Napoli, Salvini spinge Maresca: «È il candidato ideale anche senza simboli»
di Leandro Del Gaudio e Valentino Di Giacomo
Martedì 16 Marzo 2021, 08:30
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Conferma l'appoggio incondizionato della Lega per Catello Maresca candidato sindaco, parla di un laboratorio Napoli (sostegno politico a candidati civici) da esportare in altre città e in altre occasioni elettorali, si rivolge ai legali della band 99 posse, per una soluzione extragiudiziale: «Chiedano scusa, diano 1.000 euro di beneficenza a una associazione di volontariato e chiudiamo questo processo tra pochi secondi». E gli artisti hanno poi fatto sapere, tramite il proprio avvocato, di essere disponibili a scusarsi, purché il leader leghista si scusi con i napoletani. È il Matteo Salvini show, dentro e fuori il Tribunale di Napoli. Interviene dinanzi alla sesta penale come parte offesa nel corso del processo ai quattro della band 99posse (imputati per diffamazione), poi si offre alle telecamere all'esterno del Palazzo di giustizia: «Spero che arrivi presto il voto per il sindaco di Napoli e dal mio punto di vista penso che Catello Maresca sia una grande opportunità per Napoli e per un rinascimento di questa straordinaria città». Una conferma del sostegno al magistrato napoletano, a pochi passi dalla Torre nella quale Maresca esercita la funzione di sostituto pg (dopo aver svolto per anni il ruolo di pm anticamorra e antiterrorismo). Ma c'è stato mai un incontro tra il senatore leghista e il magistrato? «Maresca l'ho sentito e l'ho incontrato più volte, lo apprezzavo da magistrato e lo apprezzo tutt'ora da magistrato anticamorra che conosce benissimo i quartieri, le periferie, i disagi e le speranze dei borghi di Napoli, e penso che da sindaco possa fare tanto per questa città», ha aggiunto. E il simbolo del partito? Un punto sul quale Salvini fa chiarezza. «Sono segretario della Lega, è ovvio che tengo agli interessi del mio partito». Ma è anche vero - aggiunge - che ci sono gli interessi di una città laboratorio: «Un laboratorio politico, dove i partiti danno una mano e lasciano che i cittadini siano protagonisti», sulla falsariga di quanto accaduto per il governo Draghi. Ma Maresca dovrebbe dimettersi per fare campagna elettorale? «Chiedetelo a lui, io non so neanche se vorrà candidarsi o meno. Io ho espresso il mio apprezzamento per lui come magistrato e spero, in futuro, come sindaco. Si voterà a ottobre, lascio alla sua totale libertà le scelte, non mi permetto di decidere della vita altrui. Sicuramente - ha concluso Salvini - se in ballo c'è un ritorno al passato tipo Bassolino, auguro ai napoletani un buon futuro, non un ritorno al passato.

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Ma torniamo in Tribunale. Perché Salvini è a Napoli? Aula 212, sesta sezione penale, presidente Antonio Palumbo, qui Salvini è parte offesa in un processo per diffamazione, per una vicenda che risale al 18 febbraio del 2015, in occasione della manifestazione della Lega in piazza del Popolo a Roma (la prima con numeri da leader nazionale), che mise in moto anche la reazione dei centri sociali. Venne fatto un video in cui, oltre alle offese rivolte al parlamentare, uno dei cantanti dei 99 posse incitava anche ad aggredire e a prendere a calci nel fondoschiena lo stesso Salvini. Messaggi postati su facebook e caricati su youtube, che hanno fatto scattare la denuncia per diffamazione. Imputati Marco Messina, Luca Persico (o Zulu), Massimiliano Iovine, Sasha Ricci (tutti difesi dal penalista napoletano Rosario Marsico), al termine delle indagini del pm Gennaro Damiano, che ieri ha dato inizio all'esame della parte offesa: «Ricordo che in quell'occasione, vennero disposti finanche 5mila agenti, che transennarono la zona per evitare l'accesso dei centri sociali.

Giudice - insiste Salvini - agli attacchi politici ci sono abituato, alle offese personali e di basso livello fino a un certo punto, ma non posso accettare che si inciti alla violenza contro di me e contro le migliaia di persone che mi sostengono».

 

Difeso dagli avvocati Claudia Eccher e Giovanni Formicola, Salvini si rivolge ai legali degli imputati (tutti assenti): «Chiedano scusa e accettino di risarcire il danno. Bastano mille euro, da devolvere in beneficenza a un'associazione napoletana che si occupa di volontariato (Salvini, parlando con Severino Nappi e Gianluca Taglialatela, propone l'associazione del campione olimpionico Maddaloni) e chiudiamo la storia in trenta secondi. Non manca un siparietto sul turpiloquio in aula: rispondendo alle domande dell'avvocato Marsico, il senatore ha ricordato che «non ho mai invitato a prendere qualcuno a calci in c...», provocando lo stop del giudice, che gli ricorda «che siamo in un'aula di giustizia». Poche battute dopo, il giudice gli chiede (sulla scorta della domanda del difensore dei 99 posse): «Lei ha imparato il significato del termine lota (usato da uno dei cantanti, ndr)», e Salvini: «Certo che lo conosco, ma prima sono stato redarguito per il turpiloquio...». 

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