Fondi Fsc, gli industriali di Napoli: «Basta liti o li perdiamo»

Confronto tra imprese e partiti verso le Europee: «Più attenzione a industria e territori»

Il convegno degli industriali con i partiti in vista delle Europee
Il convegno degli industriali con i partiti in vista delle Europee
di Dario De Martino
Mercoledì 10 Aprile 2024, 07:03 - Ultimo agg. 11 Aprile, 07:27
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Mentre Regione e Governo litigano sui fondi sviluppo e coesione, gli industriali lanciano un appello: «Attenzione a non perderli». Un allarme lanciato da Vito Grassi, presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali di Confindustria, a margine del meeting “Fabbrica Europa”, l’appuntamento durante il quale gli industriali hanno presentato il loro documento di proposte ai partiti in vista delle prossime elezioni europee 2024. 

L’appello 

«I finanziamenti del Fondo sviluppo e coesione possono essere finalizzati meglio ma sono assolutamente uno strumento da non perdere.

Si tratta dell’unico vero strumento di sviluppo territoriale per regioni che stanno più indietro in Ue - le parole di Grassi - Bisogna difendere i fondi Fsc, altre aree europee in via di sviluppo possono accaparrarseli mentre noi non abbiamo ancora raggiungo l’obiettivo di recuperare il gap del Sud».

Insomma, mentre si attende per domani la riunione del Consiglio di Stato per risolvere la controversia amministrativa tra Regione e ministero del Sud, Grassi interviene proponendo una luce diversa sulla vicenda: «Rispetto alla qualità o all’efficacia dell’utilizzo dei fondi, non è solo una colpa delle Regioni. Spesso sono utilizzati dal Governo centrale per altri fini. Non ci si può fermare alla disputa tra Governo e Regione, interessa poco a chi vive in un territorio da dove sono andati via un milione e duecentomila giovani formati qui negli ultimi dieci anni». L’importanza degli strumenti di coesione per rilanciare il Sud è, d’altronde, anche uno dei capitoli fondamentali del documento presentato dagli industriali ieri ai partiti per rendere l’Europa competitiva con il resto del mondo. «Le politiche di coesione vanno rafforzate perché fanno crescere i territori attraverso le imprese», spiega Stefano Pan, delegato per l’Europa di Confindustria. Entra nel merito del documento di proposte il vicepresidente degli industriali napoletani Carlo Palmieri: «È necessario mettere al centro l’industria e la manifattura che sono stati messi troppo in secondo piano». 

La politica 

Agli appelli degli industriali hanno risposto i rappresentanti dei partiti che hanno raccolto l’invito di Confindustria. «Bisogna combattere la burocrazia allucinante e farraginosa e i troppi controlli a cui sono sottoposti gli imprenditori. Il prossimo Parlamento europeo deve dare più attenzione all’industria e mettersi al fianco di chi vuole investire sui territori», dice Antonio Del Giudice, vicecoordinatore regionale di Fratelli d’Italia e sindaco di Strano. Per il commissario regionale del Pd Antonio Misiani «la legislatura europea che sta finendo ha avuto molte luci come la Next Generation EU e il Green Deal ma anche l’ombra di un patto di stabilità e crescita peggiore rispetto alla proposta della Commissione. Ora dobbiamo lavorare perché l’Europa si doti di una vera politica industriale per accompagnare e sostenere le imprese italiane». Per la Lega ha partecipato all’iniziativa l’eurodeputato uscente e pronto alla ricandidatura Valentino Grant: «All’Europa chiediamo più ascolto, meno burocrazia e più attenzione all’industria. Chiediamo una sostenibilità più pragmatica e meno ideologica». Catello Vitiello, coordinatore regionale di Italia Viva, parla della classe politica: «Bisogna puntare sulle competenze e recuperare credibilità». Marcello Tortora, commissario provinciale di Azione, garantisce: «I nostri punti del programma fanno completamente match con il vostro decalogo». Per Manuela Zambrano (Più Europa) «con queste elezioni si decide se ci sarà l’Europa degli Stati o l’Europa dei cittadini».

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Il Pd 

Intanto, per l’aspetto più politico, restano agitate le acque nel centrosinistra. «Le inchieste della magistratura in questi mesi evidenziano problemi gravi in tutte le forze politiche. Nessuno può ergersi in una cattedra e dare elezioni di moralità agli altri, nemmeno i nostri potenziali alleati», dice Misiani al Movimento 5 Stelle, ribadendo però che «sul territorio vogliamo continuare a lavorare per unire le forze alternative alla destra». Infine una risposta a Pina Picierno che aveva contestato il codice di trasparenza sulle candidature: «La segretaria Schlein sta portando avanti una istanza di rinnovamento. Il tema non è un nuovo codice etico per il Pd, ma fare rispettare efficacemente le regole che ci siamo dati». 

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