Imprese, a Napoli ora largo ai giovani;
Del Sorbo: «Più dialogo con le aziende»

Imprese, a Napoli ora largo ai giovani; Del Sorbo: «Più dialogo con le aziende»
di Valerio Iuliano
Giovedì 29 Luglio 2021, 08:49 - Ultimo agg. 18:11
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Mettere le imprese al centro, partendo dalla conoscenza dei territori e dalla loro vitalità per coinvolgere attivamente la base associativa. È l'obiettivo principale del programma di Anna Del Sorbo, da poco confermata alla presidenza del Gruppo Piccola Industria di Unione Industriali Napoli per il biennio 2021/2023. «Sono quattro - spiega Del Sorbo - gli assi tematici su cui si baserà la strategia del Gruppo Piccola Industria: Education, Formazione e Innovazione, Internazionalizzazione, Credito e Finanza, Responsabilità sociale d'impresa». Anna Del Sorbo è direttore generale di Idal Group SpA, impresa manifatturiera attiva nella cantieristica navale sia per new building che per manutenzioni e riparazioni.

Accanto a Del Sorbo, l'Assemblea del Gruppo Piccola Industria ha eletto vicepresidenti Marco De Angelis (Gematica Srl) e Salvatore Formisano (Coral Orafa Mediterranea Srl).

Il Consiglio direttivo è completato da Flavio Autieri, Giuseppe Bruno, Gioia De Simone, Arcangelo Fornaro, Nicola Gimmelli, Simona Lanzillo, Giovanna Mascolo, Gianna Mazzarella, Giuseppe Nebbia, Rossana Russo. All'Assemblea, introdotta dal presidente di Unione Industriali Napoli Maurizio Manfellotto e dal vicepresidente Costanzo Jannotti Pecci, è intervenuto Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria.

Presidente Del Sorbo, si aspettava la riconferma?
«A dicembre 2020 scadeva il mio mandato. Nei mesi precedenti è emersa la forte volontà da parte della base associativa di riconfermarmi per altri 2 anni. Alla guida del Gruppo ho tenuto consigli direttivi aperti a tutti, come quello di maggio, con 50 imprese e il presidente nazionale della Piccola Industria. Mi sono resa conto dell'importanza di un approccio inclusivo, aperto ai territori e alla loro partecipazione. Lavorare a un progetto di prossimità associativa, dove ciascuno si senta utile e protagonista, è per me la priorità».

Nel prossimo mandato continuerà dunque a puntare sul dialogo con le imprese?
«È un aspetto fondamentale e strategico per il nostro tessuto economico, composto di tante piccole imprese. Per vincere le sfide del mercato globale è necessario aggregarsi, puntando insieme a nuovi traguardi. La Campania è la quarta regione italiana per il numero di reti di impresa, nell'agroalimentare addirittura la seconda. C'è bisogno di mettersi a lavorare in sinergia».

Tra gli assi tematici del suo mandato figura innanzitutto l'education.
«Abbiamo la responsabilità di creare il lavoratore del futuro. I giovani devono ricevere un'istruzione e una formazione tali da valorizzarne vocazioni e potenzialità. E questo ne favorirà l'occupabilità e il possibile incontro con il sistema delle imprese. Il mondo del lavoro è ancora troppo distante dalla scuola e i test Invalsi hanno dimostrato la nostra arretratezza. Possibile che non ci si preoccupi di questo? Vincere la sfida dell'innovazione passa anche da qui».

Sull'internazionalizzazione siamo messi meglio?
«L'export va bene, ma c'è ancora tanto da fare. Va potenziato l'e-commerce. Dobbiamo migliorare i rapporti con le ambasciate, che sempre più devono diventare luoghi di confronto in loco e di business per le nostre aziende».

E sui rapporti con il mondo delle banche?
«Dobbiamo continuare ad avere un rapporto sano con il mondo del credito. Rispetto alla finanza, la Campania ha un primato importante in Italia per l'emissione dei basket bond, uno strumento nato proprio nella nostra regione. C'è anche un altro aspetto che vorrei sottolineare».

Quale?
«Quello della responsabilità sociale di impresa. Su questo tema, ho una tabella di marcia molto forte. Vogliamo fare un percorso con le grandi aziende e le università sulla questione della sostenibilità in fabbrica. E vorrei incontrare tutte le territoriali del Sud. Dopo il lockdown, nel Mezzogiorno la ripresa c'è stata solo in alcuni settori. Alcuni sono stati resilienti, come agroalimentare e farmaceutico. Altri, come fashion e aerospazio, sono stati particolarmente colpiti. Ma contano anche le dimensioni. Le grandi imprese hanno avuto più capacità di resistere. Comunque sono ottimista. Dalla crisi emergeremo con più forza e determinazione».

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