Industria e sostenibilità nel Sud, l’intervento di Fitto al confronto tra sindacato e politica

«Senza il Mezzogiorno questo Paese non si salva»

Industria e sostenibilità nel Sud
Industria e sostenibilità nel Sud
di Alessio Liberini
Venerdì 15 Marzo 2024, 19:30
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Un faccia a faccia tra sindacato, industria, università, associazioni e politica per confrontarsi sul futuro green che attende il mondo del lavoro nel Mezzogiorno, tra sfide ed opportunità. «Le politiche industriali per lo sviluppo sostenibile» è il focus messo sotto la lente di ingrandimento dall’iniziativa organizzata questa mattina dalla Cgil di Napoli e della Campania all’hotel Ramada di Napoli.

Alla tavola rotonda ha preso parte, in video collegamento da Roma, anche il ministro per gli Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e Pnrr, Raffaele Fitto che è tornato sull’annoso tema legato al blocco dei fondi Sviluppo e Coesione, fermi per la Campania da più di un anno e mezzo: «Non ho nessun interesse e motivo ad alimentare e immaginare uno scontro che forse ha l'interesse di evitare di parlare del merito delle questioni - ha spiegato Fitto, ricordando la diatriba aperta tra governo e Palazzo Santa Lucia, un duello culminato lo scorso mese con la marcia su Roma del governatore Vincenzo De Luca - Gli scontri si fanno in due e a me non interessa fare questo.

Non troverete mai una dichiarazione mia in questa direzione. Ognuno si presenta e parla per quello che ritiene di dover dire e con i termini che ritiene di dover utilizzare».

«In Italia – ha aggiunto il titolare del dicastero - siamo convinti che le risorse della coesione siano per sempre, ma non è così. In questi mesi stiamo lavorando ai temi dell'allargamento a livello europeo e questo comporterà una rivisitazione delle modalità dell'utilizzo delle risorse della coesione. Quindi, l'idea alla quale il nostro sistema istituzionale si è assuefatto, cioè di utilizzare le risorse europee della coesione come una sorta di spesa corrente, è un'idea che non solo non produce risultati, ma rischia di creare un danno».

Nel corso del collegamento, il titolare del dicastero ha anche annunciato che «nei prossimi giorni presenteremo un provvedimento di legge, una nuova milestone concordata nel Pnrr che metterà in sinergia le risorse della coesione con quelle del Pnrr, proprio per avere una visione comune, per immaginare le principali fonti di finanziamento e per accompagnare in modo unitario l'utilizzo delle risorse, evitando sovrapposizioni tra diversi programmi».

Parole, quelle di Fitto, che fanno ben sperare in vista di un possibile ricongiungimento tra Regione Campania e governo Meloni. Secondo Antonio Decaro, presidente nazionale dell'Anci e sindaco di Bari, «Vincenzo De Luca è stato la testa d'ariete che ci ha permesso di aprire uno spazio importante con il governo che oggi ci permette di avere un dialogo che fino a qualche tempo fa non avevamo. Adesso noi sindaci abbiamo la possibilità insieme ai presidenti di Regione di dialogare con il governo per cercare di portare a casa queste risorse del patto di coesione». «La Campania – prosegue Decaro - non è semplicemente una delle 20 regioni del nostro paese. È la regione piu' grande e popolosa del Sud. Non possiamo trattare le regioni in maniera uguale». 

Ad apprezzare la disponibilità al dialogo mostrata dal ministro del Sud sono anche i referenti locali e nazionali della Cgil. Gli stessi tuttavia non nascondo, ugualmente, diverse perplessità in merito ad un possibile aumento delle diseguaglianze tra Nord e Sud nella transazione del mondo del lavoro verso politiche più sostenibili. 

«La Campania – denuncia il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci - sta correndo un rischio profondo, si parla tanto di dismissioni, ma non si parla di transizione ecologica, tecnologica e ambientale. Bisogna salvaguardare le nostre filiere manifatturiere e non pensare solo ai grandi marchi, come Stellantis e Leonardo. Il tessuto industriale campano è fatto di piccole e medie imprese e ovviamente di tanta occupazione. Se non cavalchiamo l'onda dello sviluppo sostenibile, rimarremo indietro. Una competitività tra Nord e Sud, al netto dell'autonomia differenziata, svantaggerebbe la Campania in termini di risorse e investimenti». 

«Senza il Mezzogiorno questo Paese non si salva – tuona invece il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, intervenendo a margine del convegno - Stiamo registrando una serie di iniziative del governo che ci preoccupano rispetto, soprattutto alle rimodulazioni degli investimenti in infrastrutture, che penalizzano il Mezzogiorno. Senza le infrastrutture non saremo attrattivi sul piano industriale. Il Pnrr serviva a questo, nonostante continuiamo a decantare il fatto che siamo riusciti a recuperare risorse, queste risorse non si mettono a terra, i cantieri non si aprono e soprattutto non si aprono nel Mezzogiorno. Questo è uno dei problemi fondamentali su quali il governo e il ministro del Mezzogiorno devono rispondere necessariamente».

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