De Luca alla Camera: «Autonomia? A noi servono 30 miliardi»

In commissione Affari costituzionali audizione con il presidente della Puglia

De Luca alla Camera: «Autonomia? A noi servono 30 miliardi»
De Luca alla Camera: «Autonomia? A noi servono 30 miliardi»
di Adolfo Pappalardo e Dario De Martino
Giovedì 14 Marzo 2024, 22:58 - Ultimo agg. 16 Marzo, 09:06
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Mette in guardia dai pericoli dell’Autonomia differenziata. «È a rischio l’Unità nazionale», avverte il governatore Vincenzo De Luca parlando, ieri pomeriggio, alla commissione Affari costituzionali della Camera dove è audito assieme ad alcuni colleghi. Prima di lui il collega dem della Puglia Michele Emiliano, ad ascoltare invece il ministro Calderoli. E qui, in commissione, De Luca lancia la provocazione: «La Campania avrebbe bisogno di 30 miliardi di euro per arrivare alla media nazionale. Se risolviamo io sono prontissimo ad affrontare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque. Ci metterei la firma ma purtroppo non è così», dice dopo aver snocciolato dati e numeri del riparto dei fondi nazionali della sua regione rispetto a quelle del Nord. In sala si registra il mormorio di alcuni deputati membri della commissione: la cifra, infatti, vale solo per la Campania e per un solo anno. E così anche per il Lazio, il cui assessore di centrodestra, poco prima ha evidenziato lo stesso problema. 

«Dobbiamo convincerci che sull’Autonomia il punto di partenza alla fine è politico-ideale: noi - ragiona il governatore - dobbiamo decidere se vogliamo dar vita a un controrisorgimento nel nostro Paese o se rimanere fermi agli obiettivi di solidarietà nazionale, di coesione, di unità del nostro Paese. Sento parlare molto di Nazione, vorrei che dessimo alla parola un contenuto patriottico che francamente non trovo più». E aggiunge: «L’Italia è una democrazia giovane e fragile, siamo un Paese che ha grandi fratture, guai a noi se produciamo anche uno sconquasso costituzionale, davvero rischiamo di farla saltare». Un problema non solo politico-istituzionale secondo De Luca ma anche finanziario. 

«Per quanto riguarda la spesa pubblica allargata, dato del Centro-Nord, ci sono 17mila euro pro capite, dato del Sud 13mila, alla Campania 12mila. La Campania ne avrebbe bisogno di 30 miliardi di euro per arrivare alla media nazionale. Per quanto riguarda il fondo sanitario nazionale, pur avendo recuperato qualcosa, la mia regione è ancora penalizzata per 150 milioni di euro rispetto alla media nazionale nel riparto. Siamo l'ultima regione per posti letto per mille abitanti e abbiamo quasi ventimila dipendenti in meno nel sistema sanitario pubblico, tutto. Partire in queste condizioni, dicendo che è un’occasione per misurare l’efficienza di ognuno di noi, diventa - avverte - inaccettabile. Se risolviamo questi divari, io sono prontissimo ad affrontare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque». Perché «La definizione dei Lep non vuol dire nulla, dobbiamo definire e finanziare i Lep. Dobbiamo applicare equamente i Lep, non abbiamo nessuna certezza sul finanziamento dei Lep». Da qui la sfida che è una provocazione: «Con 30 miliardi alla Campania, io sono d’accordo: firmo subito». 

«Io partirei da un'operazione verità.

Se decidessimo di dare anche più autonomia alle Regioni ma a parità di strumenti operativi, io metterei la firma. Ma purtroppo non è così», puntualizza De Luca che poi si rivolge al ministro per gli Affari regionali e le autonomie: «Lo dico all’amico Calderoli: perché non partiamo con una sburocratizzazione radicale, che è quello che chiedono le imprese, prima di partire con questa avventura che pone a rischio l'unità nazionale?». 

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Intanto sul fronte delle alleanze, De Luca, ieri mattina a Napoli, stende il tappeto a Giuseppe Conte che domani sarà a Napoli per presentare, insieme con i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, la proposta di legge già portata all’attenzione del consiglio regionale, per un reddito di cittadinanza regionale. «La valuteremo», dice De Luca. Se non è un’apertura al M5S, che con i suoi esponenti campani non è mai tenero col governatore, poco ci manca. Il presidente della Regione ricorda bene l’ultima visita di Conte a Napoli lo scorso novembre quando evitò di rispondere a domande spigolose su terzo mandato e su De Luca. Una pax con il leader pentastellato che evidentemente l’ex sindaco di Salerno vuol tenere. Anche perchè accanto a Conte, domani, ci sarà anche Gaetano Manfredi che tesse la tela per il “modello Napoli” nell’ambito del campo largo e che si è beccato il sostegno di Dem e grillini dopo gli affondi che gli ha riservato De Luca. Motivi per i quali il governatore preferisce, per una volta, lanciare un amo piuttosto che usare la sciabola. E d’altronde da alcuni giorni, anche sulla questione dei fondi sviluppo e coesione, i toni di De Luca sembrano essersi abbassati. Così come sul terzo mandato, tema sul quale il governatore non cerca più la polemica, ma anzi si dice tranquillo: «Non riguarda noi, se vogliamo farlo lo facciamo», dice spiegando, di fatto, che la nuova strategia è quella di usare il «metodo Zaia». 

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