Napoli, de Magistris perde pezzi: arancioni in fuga, strappa anche Alessandra Clemente

Napoli, de Magistris perde pezzi: arancioni in fuga, strappa anche Alessandra Clemente
di Valerio Esca
Sabato 5 Febbraio 2022, 12:00 - Ultimo agg. 15:18
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La diaspora della galassia demA è arrivata al suo epilogo. È caduto anche l'ultimo baluardo del mondo arancione. L'ex sindaco Luigi de Magistris perde la pedina sulla quale aveva fatto all-in alle elezioni comunali. Lo strappo con Alessandra Clemente si è consumato durante il percorso che porterà alla composizione delle liste per la Città metropolitana. Durante due incontri riservatissimi, l'ex pm, insieme al fratello Claudio, ha provato a sondare il terreno con Clemente e Claudio Cecere (che fanno gruppo in Consiglio comunale) per drenare i voti verso l'ex vicesindaco della Città metropolitana Domenico Marrazzo. Il tavolo è saltato a causa della volontà dello stesso Cecere di correre nella lista civica di Josi Della Regione, dove confluiranno le preferenze del gruppo di Antonio Bassolino e Toti Lange.

Il mondo arancione si è pian piano disgregato. Accanto a de Magistris è rimasto il fratello Claudio, che sta lavorando con il gruppo costruito durante le elezioni regionali in Calabria, e dal quale sicuramente l'ex pm cercherà di ripartire per mettere insieme quel che resta di demA. Mentre cerca sponde romane tra i parlamentari ex grillini, con l'idea di lanciare un nuovo movimento politico a sinistra. E con de Magistris è rimasto anche il fedelissimo Carmine Piscopo, professore universitario e numero due di Palazzo San Giacomo negli ultimi nove mesi dell'era arancione. Della vecchia squadra dell'ex sindaco l'altra superstite è Annamaria Palmieri, l'highlander della giunta negli ultimi dieci anni. L'unica rimasta in sella del suo assessorato, quello all'Istruzione, dal 2011 al 2021. Pochi giorni fa i due hanno partecipato ad un'iniziativa: «Dialogo con gli studenti». Tra transfughi ed ex bracci destri, de Magistris ha, nel corso degli anni, dilapidato un patrimonio di relazioni. Il caso più eclatante è senz'altro quello del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, per molti anni considerato il Richelieu di Palazzo San Giacomo. Direttore generale, capo di gabinetto e per un periodo, nel 2012, anche comandante in pectore dei vigili urbani. Una frattura insanabile dopo otto anni vissuti 24 ore su 24 uno al fianco dell'altro. Auricchio, rientrato a Roma a disposizione dell'Arma, è stato ripescato oggi dal sindaco Gaetano Manfredi nella struttura commissariale di Bagnoli.

Sarà una delle due figure dirigenziali, con compiti di coordinamento della struttura tecnica.

È rientrato invece in Emilia, dopo la lunga esperienza napoletana, Enrico Panini, anche lui considerato nel cerchio magico dell'ex pm. Vicesindaco per due anni e mezzo e dal 2012 al 2021 assessore al Bilancio, Attività produttive, Commercio e Mobilità, Panini è stato una figura di spicco sia dell'amministrazione che del movimento demA, ricoprendo il ruolo di segretario nazionale. 

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Chi ha mollato i sogni di gloria dell'onda arancione, che nel 2011 sbaragliò tutti i pronostici, è Pietro Rinaldi, ex consigliere comunale ed ex capo di gabinetto della Città metropolitana. Rinaldi, vicino a Sergio D'Angelo e Rosario Andreozzi di Napoli solidale, si è molto speso per la coalizione che ha visto trionfare l'ex rettore alle ultime comunali. Della stessa cerchia Eleonora De Majo, che è scesa dal treno di demA prima che questo si andasse a schiantare contro i risultati delle urne. Anche l'ex pasionaria di demA, che oggi ha intrapreso la carriera di insegnante, ha sostenuto Andreozzi e la coalizione di Manfredi. Con lei ha detto addio a de Magistris tutta l'ala movimentista di Insurgencia. L'elenco è lungo e include un altro baluardo della scorsa amministrazione, Raffaele Del Giudice, prima alla guida di Asìa, poi in giunta come vicesindaco per tre anni e assessore all'Ambiente. Altro big della scorsa consiliatura ad essere ammaliato dalle sirene di Manfredi è Sandro Fucito, per cinque anni numero uno dell'assemblea cittadina. Fucito è stato eletto alla presidenza della sesta Municipalità nella coalizione dell'ex rettore.

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