Regioniali Campania 2020, De Luca-Caldoro eterni duellanti in bilico

Regioniali Campania 2020, De Luca-Caldoro eterni duellanti in bilico
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 16 Gennaio 2020, 07:00 - Ultimo agg. 15:00
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Al di là dei nomi in campo, al di là delle campagne elettorali iniziate non è poi detto che, alla fine, rimanga in piedi lo schema attuale. Perché, come al solito, il risiko per le prossime regionali in Campania non è disvelato del tutto. Tra l'uscente De Luca e l'ex governatore Stefano Caldoro, entrambi candidati sì in pectore ma con qualche problema interno.



Ed è proprio Caldoro, che ieri ha fatto partire la sua campagna elettorale, a lanciare la bomba. «È in atto un mercimonio, uno scambio sotto al tavolo, tra Pd e Cinquestelle sulla pelle dei cittadini campani: la più grande ipocrisia della Seconda Repubblica. Per fare questo scambio devono rimuovere il presidente uscente, sistemando lui e chi gli sta intorno: una trattativa sotto al tavolo», dice senza aggiungere altro se non un sibillino: «Una bella tra me e Vincenzo De Luca? Non è detto, potrebbero esserci nuovi giocatori in campo». Eccolo il sasso dello stagno che riassume il chiacchiericcio delle ultime ore. Che poi non è una novità. Perché c'era già stato 5 anni fa e De Luca è consapevole che non tutto il suo partito sia con lui. Basta farsi un giro in Transatlantico e scambiare due chiacchiere informali con i deputati campani. Del Pd, come del centrodestra come dell'M5s. E tutti racconteranno di presunte trattative per convincere l'ex sindaco di Salerno a fare un passo indietro. E, a furia di far correre il gossip politico, diventa sempre più surreale il valore della moneta di scambio offerta al governatore della Campania per rinunciare alla corsa per il suo secondo mandato. Dalla presidenza della Fincantieri a quella dell'Anas arrivando sino a Trenitalia e passando per tutte le nomine in scadenza delle partecipate di Stato....Senza contare quelle per il primogenito, il deputato Piero. Ipotesi, insomma, abbastanza surreali.

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È vero però che c'è un ragionamento in atto nei vertici Pd per verificare se ci sia la possibilità di muoversi sul modello calabrese. Ovvero che sia lo stesso Pd a mettere in discussione il suo governatore e cercare di chiudere un accordo con i grillini su un nome unico (che ora non c'è). Una partita che tocca Vincenzo De Luca anche se ha un paio di punti a suo favore. Il primo: in Calabria si è sperimentato facendo ritirare l'uscente Oliverio per alcune inchieste giudiziarie e si è osato sapendo già di un centrodestra invincibile o quasi. Un caso, quindi, molto diverso da quello campano che, è storia, pesa di più nello scacchiere politico delle regioni. Il secondo: l'ex sindaco di Salerno può contare su Nicola Oddati, in segreteria nazionale con la delega al Mezzogiorno, suo fedelissimo e sponsor al Nazareno. E proprio l'ex assessore della giunta Iervolino ha organizzato il veloce incontro con Zingaretti, a Rieti a margine della due giorni democrat. Un caffè tra il segretario nazionale Pd e il governatore scortato dal figlio deputato. «Gli ho dato una rapida informazione sul lavoro di preparazione delle liste» ha fatto sapere il governatore postando sui social, entusiasta, la foto dell'incontro nell'abbazia di Contigliano.

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Ma Zingaretti è stato sulle sue. E, anzi sull'argomento «regionali» ha virato subito sui due scogli da superare a breve.

Il voto in Emilia e il candidato al collegio del Senato di Napoli a cui ha chiesto di dare una mano. De Luca ha fatto sapere di essere per un accordo con l'M5s «con un nome modello Ortolani» ma della faccenda non se ne è proprio occupato. E così i suoi. Strano. Anche perché aiutare per un nome Pd-M5s significa portare armi a chi pensa di chiudergli la corsa in primavera. Ma Zingaretti ci ha pensato e sta pensando a un'ipotesi di scuola con un nome concordato con l'M5s al posto di De Luca. Ma sinora non c'è stata alcuna offerta per il passo indietro. E se si ferma la corsa dell'ex sindaco, qualcuno scommette che si cambi anche nel centrodestra. D'altronde lo ammette lo stesso Caldoro: «Non sono il candidato ufficiale della coalizione, ci sono da sviluppare molti passaggi politici: il nodo si scioglierà quando si riunirà il tavolo sulle sei Regioni al voto».

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