Scuola, Fortini: «Non taglio i plessi in periferia, accorperò Umberto e Mercalli»

L'intervista all'assessore regionale

Lucia Fortini
Lucia Fortini
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 24 Agosto 2023, 09:56
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Sarà un autunno caldo per la scuola campana, con l'annunciato scontro in tribunale tra Ministero dell'Istruzione e del Merito e Regione Campania sul tema del dimensionamento scolastico.

Assessore Lucia Fortini, partiamo dai 124 incarichi di reggenza appena assegnati.
«Numeri che mi amareggiano. Soprattutto se andiamo ad analizzare di queste 124 scuole, 70 sono normodimensionate, cioè hanno un numero di alunni pari o superiore a 600. Almeno su queste si poteva consentire l'assegnazione della sede a un dirigente fuori sede. Capisco la reggenza per le scuole sottodimensionale - meno di 30 - e solo in parte le normodimensionate L.B. cioè per la Legge di bilancio che hanno un numero di alunni pari o superiore a 500 ma inferiore a 600, ma sulle normodimensionate proprio no. Avrebbero potuto concedere il trasferimento almeno alle 20 sedi che hanno un dirigente in distacco in comando, perché se ogni anno ne ho 20-30 allora il problema è la mancanza di organico, e me lo devi dare».

Lei come assessore regionale non poteva far nulla?
«Sinceramente in Regione abbiamo anche pensato di impugnare la decisione del Mim di non fare rientrare dirigenti scolastici ma ci saremmo scontrati con altre Regioni che avrebbero potuto dire: li togli a noi.

Era difficile quindi operare in maniera corretta per tutti, soprattutto perché i tempi sono molto stretti. Quindi dopo averci ragionato su abbiamo deciso di non procedere legalmente ma quando si pianificherà l'organico per il prossimo anno, faremo pesare questa loro decisione di assegnare sedi normodimensionate in reggenza».

Immagino che stia già lavorando con i vari ambiti territoriali proprio sul prossimo dimensionamento.
«Sì abbiamo già fatto le prime riunioni per le provincie di Salerno e Avellino. Nei prossimi giorni riprenderemo. Dobbiamo consegnare l'elenco entro il 30 novembre con una proroga al 31 dicembre, se non pubblicano il decreto, come è la situazione attuale».

Quali saranno i criteri della scelta?
«Prima di tutto saranno scelte fatte in sintonia con i dirigenti scolastici e il territorio. Elemento fondamentale saranno i luoghi: non possiamo accorpare scuole in territori già deprivati e creare altri disagi, è più facile farlo con scuole più facili da gestire in quartieri o comuni più tranquilli. Quindi escluderemo accorpamenti a Scampia, San Giovanni, Ponticelli mentre sono più probabili a Chiaia o Vomero. Il ragionamento non sarà quindi sul numero di alunni ma sulle reali necessità del territorio».

Pensa già a qualche scuola in particolare?
«Guardi, potrebbe essere il liceo Umberto da accorpare al Mercalli, per esempio. Faccio questo esempio conscia che provocherà reazioni su alcuni residenti che si sentiranno depauperati. Ma a loro dico che non lo farò mai con un istituto professionale di Scampia o Ponticelli, dove quelle scuole rappresentano l'unica opportunità per i quei ragazzi di costruirsi un futuro. Alle scuole alla fine non accadrà nulla, ma ai territori sì. E per me la priorità sono gli studenti e le loro famiglie».

Due mesi fa lei e il presidente De Luca avevate annunciato comunque un ricorso al dimensionamento voluto dal Mim.
«E lo faremo. Per l'organico stiamo lavorando con i parametri 600-400 perché il parametro unico (961 alunni in media per scuola) deciso dal Mim nel decreto non tiene conto dei divari territoriali, del disagio socioeconomico e della dispersione scolastica. Entro la settimana prossima consegneremo il ricorso al Tar e solleveremo la questione anche alla Corte costituzionale, e coinvolgerò anche i dirigenti scolastici. Tre Regioni hanno già impugnato il decreto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, mentre in conferenza stato-Regioni non lo firmarono anche Abruzzo e Sardegna, con presidenti di centrodestra. Questo lo preciso cioè non siamo solo noi del centrosinistra a pensarla diversamente dal governo».

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