Tasse e multe, a Napoli si cambia: la riscossione ai privati

Tasse e multe, a Napoli si cambia: la riscossione ai privati
di Luigi Roano
Martedì 31 Maggio 2022, 08:44 - Ultimo agg. 1 Giugno, 07:25
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Si apre con la commemorazione di Francesca Menna - ex assessora della giunta di Luigi de Magistris alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico - la seduta del Consiglio comunale in Sala dei Baroni che dà semaforo verde al bilancio consuntivo del 2021, eredità della passata amministrazione. «Che inciderà - precisa subito l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta - sul previsionale che approveremo oggi in giunta, per circa 127 milioni, ulteriore disavanzo venuto fuori malgrado contributi statali per circa 380 milioni». Che, tuttavia, potrà contare sul Pnrr e sul Patto per Napoli entrate mica da ridere. Non una novità le doglianze di bilancio, lo è invece l'aria sempre più frizzante in seno alla maggioranza che sostiene il sindaco Gaetano Manfredi. Il duello tra il gruppo Manfredi sindaco, Napoli libera e i Napoli solidale - Europa verde su tavolino selvaggio e le tariffe per i canoni della pubblicità è stato molto forte. Prima di approfondire giusto sottolineare subito che il Consiglio dà il via libera anche alla delibera con la quale si affida all'esterno la riscossione coattiva. Con un aggio della bellezza del 20% come ha svelato Sergio D'Angelo, il capogruppo di Napoli solidale - Europa verde non senza dubbi. Anche qui Baretta ricorda che «il progetto di esternalizzazione è quello della passata giunta, ed essendo un buon progetto sarebbe stato da stupidi non portarlo avanti. Naturalmente noi apporteremo delle modifiche». In campo - per ora - c'è Municipia, controllata da Engineering. Ma l'argomento è sensibile. Procediamo con ordine.


In discussione le modifiche al regolamento sulla concessione degli spazi pubblici e dunque il Cosap - e per gli spazi per la pubblicità mobili e cioè le scritte che vediamo sui taxi o sui bus. È sul Cosap che c'è stato lo scontro.

Gennaro Esposito della lista Manfredi sindaco, per contenere tavolino selvaggio vale a dire l'occupazione di spazi pubblici che vanno oltre la concessione, ha proposto «come avviene in altre città di delimitare con delle borchie in ottone come le pietre di inciampo gli spazi che possono occupare i gestori dei negozi. In questo modo si possono recuperare risorse per il Comune e avere allo stesso tempo la certezza che non si occupino spazi oltre quelli concessi». La replica è di Luigi Carbone di Napoli solidale - Europa verde: «La capacità di controllare i commercianti non la possiamo misurare con le borchie sarebbe più utile se Esposito ritirasse questo emendamento sennò ci spacchiamo». A quel punto è intervenuto Gennaro Rispoli di Napoli libera: «Ho condiviso questo emendamento per l'incapacità di questa amministrazione di controllare qualsiasi cosa. In via Tribunali la camorra ha tagliato i paletti del Comune per far mettere più tavolini e noi discutiamo ancora su cosa fare»? Situazione difficile risolta con la mediazione dell'assessora al Commercio Teresa Armato e di Baretta. Emendamento neutralizzato perché trasformato in ordine del giorno e regolamento approvato con la promessa di ulteriori discussioni ed eventuali modifiche da apportare in sede di assestamento di bilancio a luglio.

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Delibera approvata dalla maggioranza non senza tormenti e punti interrogativi. Sollevati da D'Angelo che elenca i punti critici e dove l'esponente della sinistra promette di dare battaglia. Una delibera che la maggioranza ha dovuto approvare altrimenti si rischiava di perdere i finanziamenti del Patto per Napoli ma che in sede di bilancio previsionale che la giunta approverà oggi sarà oggetto di nuove polemiche.

«Ci sono cose che non possono essere prese nemmeno in considerazione - spiega D'Angelo - come l'aggio del 20% su centinaia di milioni, bisogna rideterminare al ribasso questo valore. Così come è assurdo immaginare di dare al concessionario un ulteriore 8% in caso migliori la riscossione volontaria». Il consigliere comunale spiega ancora: «Va raccomandato che la riscossione non deve essere aggressiva atteso che il reddito pro capite dei napoletani è più vicino a quello dell'Africa che al nord Europa». D'Angelo accende un faro anche su un'altra vicenda. Le 50 assunzioni che il concessionario dovrà fare che stanno facendo volare la fantasia di molti dentro la Sala dei Baroni: «Nella rinegoziazione - conclude D'Angelo - andrebbe chiesto al concessionario pur non avendone l'obbligo di assumere tramite concorso pubblico e trasparente».
 

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