Tavolino selvaggio a Napoli, ultimatum del Comune ai locali: «Ora si deve pagare»

Approvata la delibera del Comune: «Finita la crisi Covid, servono regole»

Dehor e tavolini sui marciapiedi
Dehor e tavolini sui marciapiedi
di Luigi Roano
Venerdì 30 Giugno 2023, 00:00 - Ultimo agg. 1 Luglio, 10:05
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È finita l’emergenza Covid ed è tempo di tornare alla normalità. Che significa pagare il dovuto, chiedere l’autorizzazione per eventuali allargamenti di spazio e pagare anche gli arretrati «dei diritti istruttori» per quegli esercizi che ricadono nelle zone Unesco alla luce del regolamento di tutela di quelle aree varato con la delibera del 2019 allora il sindaco era Luigi De Magistris. Percorso poi proseguito dall’attuale amministrazione.

Nella sostanza sono stati approvati ieri «su proposta dell’Assessore al Turismo e alle Attività Produttive Teresa Armato, due importanti provvedimenti in materia di occupazione di suolo pubblico per le attività di ristoro all’aperto. Uno riguarda la regolamentazione delle concessioni continuative; l’altro la modifica del procedimento nelle autorizzazioni Covid». Così arriva la stretta su «Tavolino selvaggio», tutto scritto nelle delibere approvate all’unanimità dalla giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi. È il primo passo - sostanzioso - per avere una città più a misura d’uomo dopo la deregulation nazionale targata Covid.

«Tuttavia - si legge nella delibera - le numerose proroghe del suddetto regime autorizzatorio semplificato, approvate dal Governo, e il perdurare delle ulteriori agevolazioni e semplificazioni approvate dall’Amministrazione, unitamente alla forte domanda di occupazione da parte delle attività di ristorazione, hanno determinato l’eccessivo aumento delle occupazioni con conseguenti ricadute sul decoro urbano, sulla vivibilità di numerose aree del centro storico».

Queste le motivazioni che hanno portato Manfredi e la sua squadra alla stretta e a modificare delibere che vanno dal 2019 a oggi: «Anche alla luce della cessazione dello stato di emergenza e del forte incremento del turismo, rendono necessaria una nuova valutazione delle esigenze di interesse pubblico presupposte alla base della deliberazione di Giunta Comunale del maggio 2020, sia per scongiurare situazioni di pericolo, sia per tutelare il decoro urbano e la serena convivenza tra cittadini e attività commerciali». 

Il Comune ha rilevato che «gran parte dei soggetti titolari di concessioni di suolo pubblico di tipo continuativo, proprio perché in possesso delle occupazioni “covid” non ha provveduto nei tempi stabiliti dalla norma a rinnovare le concessioni scadute né ad adeguare le occupazioni continuative alle “Linee Guida”». Ovvero quelle a tutela a delle aree Unesco e le cosiddette Buffer zone, aree cuscinetto individuate «con lo Studio condotto sul Centro Storico» ovvero «il Centro Antico, l’asse di Via Toledo ed aree limitrofe, la zona dei quartieri di Chiaia e San Ferdinando, l’area dei Banchi Nuovi e di Castel Capuano a cui si sono successivamente aggiunte, le aree di Via Foria e Piazza Carlo III».

Per i titolari di esercizi in queste aree è stata varata una proroga che scade a fine anno per mettersi in regola. Provvedimenti che nella maggioranza hanno provocato una spaccatura. «Il commercio è una grande risorsa della città, che attualmente vi basa oltre il 70% della sua economia - dice Flavia Sorrentino - consigliera comunale che siede nel gruppo Napoli solidale - Una buona amministrazione quale quella di Napoli è e deve essere, non deve dichiarare guerre generaliste, ma lavorare di concerto alle associazione di categoria». Rintuzza la consigliera del Pd Maria Grazia Vitelli che plaude all’iniziativa della Giunta. «Da cittadina della V Municipalità ed ex consigliera di municipalità capisco bene il caos ormai insostenibile sul fronte dei tavolini, dei gazebo e dei dehors, spuntati come funghi in ogni quartiere di Napoli. Capisco meno certe polemiche: l’emergenza covid è finita, certe norme erano di giustizia ma anche di buon senso in quella fase, ora Napoli ha bisogno di tornare alla normalità».

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Con le delibere è stato approvato anche «il “Disciplinare dehors” per la regolamentazione dell’occupazione di suolo pubblico per le attività di ristoro all’aperto nel perimetro del centro storico Unesco e nelle Buffer Zone». Con il Disciplinare vengono definite le regole “estetiche” «per i dehors gli esercenti, quindi, al momento dell’installazione dei dehors nelle aree della zona Unesco e zona buffer, dovranno attenersi alle caratteristiche tecniche in esso definite». Vale a dire compatibilità con lo scenario. Si terrà presente dell’impatto dei dehors anche sotto il profilo delle dimensioni, dei colori e dei materiali. Un primo punto di convergenza con gli esercenti è la proposta di creare «ambiti territoriali omogenei» all’interno dei quali gli esercenti presentano un progetto uniforme per quello che riguarda gli arredi e i dehors. 

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