A Villa Arbusto l’epopea internazionale con i De Angelis «famiglia di artisti»

Ritratto del padre Luigi mentre dipinge, opera di Francesco De Angelis
Ritratto del padre Luigi mentre dipinge, opera di Francesco De Angelis
di Ciro Cenatiempo
Venerdì 30 Dicembre 2022, 10:11 - Ultimo agg. 13:58
4 Minuti di Lettura

«De Angelis, una famiglia di artisti» è il titolo della mostra che, da oggi fino al 22 gennaio, si può visitare a Villa Gingerò nel complesso museale di Villa Arbusto a Lacco Ameno. È un vero e proprio evento di carattere internazionale perché celebra per la prima volta, attraverso un percorso espositivo ad hoc, le quattro affascinanti personalità scandite in tre generazioni di pittori e scultori che, grazie al loro straordinario talento, dagli inizi del Novecento in poi danno lustro all’isola d’Ischia tra musei e collezioni private sparse nel mondo.

Viaggiando per oltre un secolo tra 30 opere, dipinti e sculture di Luigi, Federico, Francesco e Giovanni De Angelis, si riscopre il senso magistrale della loro arte che viene restituita al pubblico grazie all’accurato lavoro di selezione affidato alla cura di Massimo Ielasi e del Circolo Georges Sadoul di Ischia, su iniziativa dell’assessorato alla Cultura del Comune di Lacco Ameno.

Video

«La famiglia De Angelis – spiega Massimo Ielasi –  con il suo stretto intreccio di vita e di opere, rappresenta un’eccezione nel panorama culturale dell’isola.

La pittura poetica, profonda e visionaria di Luigi, il capostipite; la naïveté più sofferta e oscura di suo figlio Francesco, allievo e seguace del padre; la sorprendente e rigorosa armonia dei paesaggi e delle nature morte di Federico, figlio di Luigi e fratello di Francesco; infine Giovanni, con le sue originali sculture in pietra lavica del Vesuvio, marmo o bronzo, così classiche e così moderne».

Luigi (1886-1966), nel suo “candore” è stato uno dei più sensibili pittori italiani della prima metà del Novecento. Il figlio Francesco (1914-1984), raccoglie e rivive l’esperienza paterna in termini di sogno e di dolce malinconia. L’altro figlio, Federico (1910-1974), ecologo ante-litteram, ceramista e decoratore, declina la sua intuitiva versatilità dipingendo nature morte, ritratti familiari e angoli della sua adorata terra con rigore cezanniano. Il nipote Giovanni (1938), scultore, si collega invece a esperienze mittleuropee trasponendole in chiave di solarità mediterranea.

«Luigi, il capostipite, è stato un naif puro, uno dei più grandi della storia dell’arte, non solo italiana. Qualcuno – ricorda Ielasi - lo ha avvicinato a Henry Rousseau, padre di tutti i naif, proprio per la capacità di cogliere, nella realtà del mondo in cui viveva, cose e significati, anche segreti, che ad altri sfuggivano. Il figlio Francesco ha continuato a percorrere questa strada, impregnando le sue opere, per ragioni personali, di un velo di tristezza, di malinconia, al limite del dramma. Federico si discosta dalla tradizione familiare, guarda un po’ fuori, è influenzato da Cézanne, mentre suo figlio Giovanni, e qui siamo alla terza generazione, fa parte a pieno titolo di quel gruppo di artisti isolani che va da Gino Coppa e Gabriele Mattera interessati a viaggiare per capire l’arte contemporanea, assorbire l’influenza delle nuove avanguardie e rielaborarle secondo un modo personale di vedere».

«Con questa mostra - sottolinea Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno - si chiude un ciclo di iniziative di altissimo livello dedicate alla riscoperta del grande patrimonio artistico dell’isola. Oggi Ischia vive un momento estremamente difficile a causa di un evento naturale tra i più disastrosi della storia recente che ha segnato per sempre le nostre comunità. Tuttavia vogliamo andare avanti, trasmettere un messaggio di solidarietà, vicinanza e fiducia, speranza e bellezza. Anche per chi continuerà a scegliere Ischia come meta di vacanza, perché possa trovare un territorio accogliente, che non dimentica le sue ferite, ma sceglie di continuare a vivere, migliorare ed esporre le proprie eccellenze in ogni campo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA