«Dantedì»: Pupi Avati al Museo Campano dialoga del suo omaggio al Sommo Poeta

Pupi Avati al Museo Campano
Pupi Avati al Museo Campano
di Salvio Parisi
Venerdì 25 Marzo 2022, 21:52
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Austero e ironico, ameno e istrionico, ierisera è stato ospite al Museo Campano di Capua il maestro Pupi Avati: nei saloni della pinacoteca casertana, vegliata dalle Matres Matutae più famose al mondo, una gremita platea di cultori del grande cineasta e della storia del cinema italiano hanno atteso il suo arrivo per ascoltare i racconti e il dialogo con lo scrittore Paolo di Paolo in occasione della rassegna “In viaggio verso Dante” in occasione del Dantedí col benvenuto istituzionale di Rosalia Santoro, presidente del Museo e vicepresidente Scabec.

“L’alta fantasia: il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante” è il libro che per l’occasione il maestro ha sviscerato in una lunga e squisita conversazione, durante la quale Di Paolo ha anche raccontato e descritto la candidatura dell’opera di Avati al Premio Strega 2022.

«Non è un gesto semplice quello che consente a una realtà storica di riacquistare visibilità e tangibilità. Occorre fare in modo che l’immaginazione si incarni.

Un lavoro per artisti, capaci di far tornare a vivere “una inclemente tempesta” che segna la fine dell’estate del 1321. Una pioggia “cattiva” che batte sulle strade di Ravenna, nel giorno in cui muore Dante Alighieri. Nessuno può riportarci lì, se non la macchina del tempo allestita da un narratore.

La pioggia si ferma per un istante. Il racconto può cominciare: e Pupi Avati ne fa coincidere la traiettoria con quella percorsa da Giovanni Boccaccio e ricostruisce il viaggio tappa per tappa, emozione per emozione, facendoci misurare la portata simbolica e il peso emotivo. Il viaggio di Boccaccio è un atto di restituzione non solo concreta, ma ideale: è il cammino di un uomo ammirato verso la radice di quella ammirazione, è il tentativo di cogliere, a posteriori, il segreto del genio altrui, di darsi risposte sul mistero della creatività.

È, in fondo, il viaggio che, in settecento anni, abbiamo fatto anche noi: studenti, studiosi, lettori appassionati, esposti al bagliore di un talento senza misura.

Documentatissimo ma senza che mai si avverta il peso delle fonti, L’alta fantasia è un libro che accorcia una distanza di secoli, fino a farci accomodare nella stanza in cui Boccaccio fa a suor Beatrice, la figlia di Dante, la domanda che tutti abbiamo sulla punta della lingua. La risposta resta segreta, ma come l’autore del Decameron anche noi sentiamo di avere sfiorato, grazie alla potenza immaginativa di Avati, la carne della carne di Dante. Candido con emozione L’alta fantasia al Premio Strega 2022, grato a un maestro del cinema che qui rivela fino in fondo la sua commovente passione per la grande letteratura». 

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