Capri, inaugura la mostra «Locus Solus/Solis: Luce Fuoco Volo» di Marco Bagnoli, a cura di Marina Guida

La mostra sarà dal 27 aprile al 7 giugno 2024, aperta tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 16

La mostra di Marco Bagnoli
La mostra di Marco Bagnoli
Martedì 16 Aprile 2024, 20:00
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Inaugura a Capri sabato 27 aprile alle 12 presso la Certosa di San Giacomo, la mostra «Locus Solus/Solis: Luce Fuoco Volo» di Marco Bagnoli, a cura di Marina Guida.

Il progetto, pensato specificamente per la Chiesa certosina d’impianto trecentesco, è organizzato dalla galleria torinese Giorgio Persano, da Studio Trisorio, e dall’Atelier Marco Bagnoli, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e con il patrocinio della Città di Capri.

Un percorso espositivo in cui ogni installazione è posta in dialogo con l'architettura e l'atmosfera mistica della sede, creando un'esperienza immersiva ed ipnotica.

Partendo dall’ingresso, nella navata unica della Chiesa, troviamo la scultura in ceramica Noli me Tangere su Mandala di tutte le direzioni, seguita da una monumentale mongolfiera in bambù di quasi sei metri di altezza Il Cielo copre la terra sostiene. Proseguendo, sull’altare incontriamo il Sonovasoro in alabastro, dal quale si diffonde un tappeto sonoro che rievoca il suono di un tamburo sciamanico, mentre sulla destra della navata troviamo la quarta opera, Dove Porta 2, un grande quadro in alabastro segnato in verticale da una banda rossa, realizzata seguendo le proporzioni della sezione aurea. Nella cappella laterale s’incontra l’opera Aleph: sessantaquattro stampe disposte a raggiera sul pavimento.

Verrà predisposta inoltre una particolare illuminazione della Chiesa, per consentire la videoproiezione dell’opera: Corpo di Luce, una mongolfiera luminosa, e l’ombra della statua di Apollo in corrispondenza della scultura E di Delphi, collocata nella cappella laterale della Chiesa, di cui ne rappresenta idealmente il riflesso.

Concetti chiave quali il fuoco, il volo, la luce possono in qualche modo «antropomorfizzare» lo spazio, inteso come luogo isolato, solitario e misterioso.

«Quasi si trattasse della metafora dell’essere umano, del suo compiersi singolarmente, a volte in piena solitudine ma, al contempo, in un’inevitabile quanto mai necessaria e connaturata relazione/connessione con il Sé profondo, con l’altro da sé, con le leggi del Cosmo». Sottolinea la curatrice Marina Guida.

Il fuoco è il cardine simbolico della mostra.

Elemento alchemico per eccellenza, in quanto riscalda, arde, distrugge, ma al tempo stesso purifica, sospinge verso l’alto della dimensione celeste, trasmuta.Tramite l'immagine evocativa di una mongolfiera che si innalza verso il cielo, la mostra suggerisce una prospettiva affascinante: il fuoco non solo come elemento distruttivo, ma soprattutto come motore di elevazione e trasformazione, elemento spirituale della consapevolezza e della conoscenza e via di accesso per una nuova dimensione percettiva.

Nel varcare la soglia della chiesa, l’occhio intercetta uno spazio in penombra, misterioso, coglie un gioco di forme, di profili che tendono verso l’alto susseguendosi nella navata in una prosecuzione senza soluzione di continuità. Un sentiero enigmatico in bilico tra visibile ed invisibile, immanenza e trascendenza, piano fisico e metafisico.

L’elemento sonoro, così importante per la pienezza del progetto, completa il percorso a cui lo spettatore prende parte come elemento centrale inserendosi in una mostra che si profila esattamente come un itinerario fra il reale e l’immaginario, un tracciato enigmatico che conduce ad una condizione di sospensione temporale, mediante la fruizione delle opere quali strumenti necessari per la realizzazione dell’esperienza dell’altrove.

Il titolo doppio della mostra (Locus Solus/Locus Solis) rimanda ad una duplice interpretazione: il primo è ispirato al romanzo di Raymond Russel,  nella triplice accezione  di «luogo solitario», «luogo singolare» o «luogo unico». Il secondo titolo si riferisce invece ad un luogo di ricerca interiore e di illuminazione spirituale, un'indicazione di quella Porta-del-Sole di cui scrisse Ananda K. Coomaraswamy nel suo saggio «The “E”at Delphi».

L' idea del «Locus Solus/Solis» è associata a un luogo straordinario o fantastico, un ambiente che è altro rispetto alla realtà quotidiana. Un territorio diverso e remoto al quale si accede dal varco metafisico che invita a esplorare nuovi orizzonti concettuali e a sfidare i confini convenzionali della percezione e della comprensione dei piani di esistenza.

Marco Bagnoli, riesce a trasmettere un senso di spaesamento e di enigma attraverso opere che si fondono armoniosamente con l’essenza mistica del luogo. Un viaggio nel mistero e nel silenzio, che riporta alla mente la suggestiva memoria della Grotta Oscura oramai andata perduta, sulla quale fu edificata la Certosa di Capri, che porta con sé il sintomo dell’introspezione, del raccoglimento, come confà ad un recinto isolato nel significato originario della parola Certosa.

 

Marco Bagnoli 

Marco Bagnoli è uno dei più significativi esponenti delle tendenze artistiche che si sono imposte in Italia alla fine degli anni Settanta. Dopo una formazione in ambito scientifico, l’artista sviluppa una ricerca che intenzionalmente si riallaccia al Rinascimento italiano, a una tradizione culturale nell’ambito della quale la filosofia e la scienza sono parte integrante del lavoro. Partecipa alla Biennale di Venezia (1982, 1986, 1997) e alla Documenta di Kassel (1982, 1992), sperimentando complesse installazioni che coinvolgono l’ambiente con il concorso di molteplici mezzi espressivi, dal disegno alla pittura, dalla stampa alla scultura. Nel corso degli anni, alimentandosi con continui studi e viaggi, nelle sue opere ha attinto suggestioni dalla cultura islamica, alla poesia mistica del persiano Rumi, dal Sufismo, dalle dottrine dell’Induismo e del Tao, dalla filosofia Pitagorica. Nel 1995 espone con una sua personale al museo Luigi Pecci di Prato. Da ricordare l’altare realizzato tra il ’94 e il ’95 nella chiesa di S. Miniato al Monte a Firenze per volere dei Padri Benedettini. Nel ’96 ha realizzato una installazione per la mostra “Accumulazioni 2” ideata da Rudi Fuchs nella sede di Zerynthia a Paliano. Nel 2017 apre a Montelupo Fiorentino l’Atelier Marco Bagnoli, uno spazio multifunzionale, che l’artista concepisce nel suo insieme come un’opera d’arte totale.

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