«Curiamo il patrimonio, raccontandolo»: l'iniziativa organizzata a Napoli dal Fai per la valorizzazione del patrimonio culturale

L'incontro si terrà al Teatro Bellini, sabato 24 febbraio

Baia di Ieranto
Baia di Ieranto
Venerdì 23 Febbraio 2024, 13:47
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«Curiamo il patrimonio, raccontandolo» è il titolo del XXVIII Convegno Nazionale che il Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano ha organizzato a Napoli, al Teatro Bellini, il 24 febbraio dalle 9 alle 13, rivolto ai suoi Delegati e Volontari provenienti a centinaia da tutta Italia. Come ogni anno l’incontro tra il Fai e la sua rete territoriale sarà anche l’occasione per riflettere su un tema di visione e gestione dei beni culturali, a partire dall’esperienza diretta della Fondazione.

Sul palco, oltre alle autorità del Fai – il Presidente Marco Magnifico, la Vice Direttrice Generale per gli Affari Culturali Daniela Bruno, il Presidente Fai Campania Michele Pontecorvo – al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e all’Assessore al Turismo della Campania Felice Casucci.

Aprirà i lavori un messaggio video del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Sul palco si avvicenderanno inoltre alcune tra le più eminenti personalità del panorama culturale italiano, tra questi: l’archeologo Andrea Carandini, la gallerista Lia Rumma, il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Eike Schmidt, il Direttore degli scavi archeologici di Pompei Gabriel Zuchtriegel, il costituzionalista Michele Ainis, l’ex parroco della Basilica di Santa Maria e San Severo del Rione Sanità Don Antonio Loffredo insieme a Vincenzo Porzio, uno dei soci fondatori della Cooperativa sociale La Paranza – Le Catacombe di Napoli – entrambi in prima linea nella lotta per il riscatto delle periferie partenopee – Michelangelo Russo, Direttore Dipartimento di Architettura – Università degli Studi di Napoli Federico II, gli scrittori Marco Balzano e Alessandro Mari, la giornalista Gianna Fregonara e altri.

Il tema è la valorizzazione del patrimonio, che nell’interpretazione del Fai non riguarda il valore economico, ma consiste nell’individuare e nel raccontare al pubblico il valore culturale dei beni: quel patrimonio immateriale, unico e originale, di identità e significato, che risiede nella loro storia intrecciata con la natura, e nelle tante storie che possono raccontare, che insegnano, ispirano e talvolta anche commuovono.

Se questo valore sarà compreso e apprezzato, riconosciuto da sempre più cittadini, il patrimonio sarà tutelato con il contributo di tutti, com’è nella missione del Fai e nello spirito dell’articolo 9 della Costituzione su cui si fonda.

Si tutela ciò che si conosce, infatti, e di cui si riconosce il valore.

La valorizzazione, pertanto, è un’attività culturale, ma con una fortissima missione sociale: l’educazione dei cittadini. Tende, infatti, allo sviluppo generale della cultura, che a sua volta genera sviluppo di competenze, di talenti e anche di imprese, con ricadute concrete, talvolta insperate, sul tessuto sociale e sull’economia locale; e mira alla promozione di una cultura sempre più diffusa della tutela e della cura di un patrimonio che appartiene a tutti.

Come individuare il valore culturale dei beni e raccontarlo al pubblico? In quasi cinquant’anni di attività, con ormai 72 beni gestiti in tutta Italia da una struttura di quasi 400 professionisti e migliaia di volontari che in ogni regione attuano e promuovono la sua missione, il Fai ha maturato un’esperienza sul campo, che in questo convegno spiega e condivide, pronto a raccogliere nuove visioni e utili spunti per il futuro. Il «racconto» è il cardine della valorizzazione culturale: per raccontare, però, bisogna essere innanzitutto padroni della materia, da cui l’attività di studio e ricerca sistematica e multidisciplinare promossa dal Fai sui suoi beni; alla ricerca segue la narrazione, da sperimentare con strumenti sempre diversi, accessibili a tutti, in forme originali e sempre più attrattive, e che non si svolge solo a parole, ma passa anche attraverso le cose: attraverso i restauri, i riallestimenti e le manutenzioni, perché in fondo ogni attività in un bene culturale può essere occasione di un racconto, cioè di valorizzazione culturale.

Un percorso quello della valorizzazione in continua evoluzione. «E’ oggi a noi assolutamente chiaro che il restauro di un monumento architettonico o paesaggistico non è già il fine ma solo il primo, fondamentale, delicatissimo mezzo per consentire la realizzazione della nostra missione: educativa, sociale e culturale.  Il nostro approccio è dunque cambiato evolvendosi verso un servizio non solo alle pietre ma anche alle anime, raccontando le tante storie racchiuse nel nostro patrimonio culturale e con ciò valorizzandolo sin dai primi momenti del suo recupero», afferma Marco Magnifico, Presidente Fai.

La missione culturale, educativa e sociale della valorizzazione è dunque al centro di questo convegno, che il Fai ha concepito nella forma di tre dialoghi a tema con autorevoli ospiti del mondo della cultura, con una sezione dedicata specificamente a Napoli. Alla città, e alla prestigiosa sede in cui si svolge, il Teatro Bellini, è dedicata anche l’introduzione del convegno: l’intermezzo musicale di Domenico Cimarosa (1749-1801), il Maestro di cappella, eseguito da Maurizio Bove con l’Ensemble del Master di Musica Antica del Conservatorio di musica San Pietro a Majella di Napoli.

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