Napoli, il 5 settembre in prima visione “Alla Salute” per la rassegna “Estate a Corte”

A Foqus il racconto della felicità dietro la malattia con il pluripremiato docufilm di Brunella Filì

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Lunedì 4 Settembre 2023, 12:51
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Martedì 5 settembre, ore 21, per “Estate a Corte”, la rassegna di cinema italiano e internazionale curata per Foqus-Fondazione Quartieri Spagnoli (Napoli, via Portacarrese a Montecalvario, 69) da Pietro Pizzimento, in collaborazione con la Scuola di Cinema, Fotografia e Audiovisivo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e Casa Zen, e con il contributo della Regione Campania tramite il Fondo regionale per l’attività cinematografica e audiovisiva, sarà presentato per la prima volta al pubblico napoletano “Alla Salute”, il film documentario della regista Brunella Filì.

Malattia, paura, fragilità, ma anche cibo e felicità, i temi al centro del pluripremiato lungometraggio della regista barese che cerca di rispondere alla domanda: si può essere felici anche se gravemente malati?

Alla presentazione ai Quartieri Spagnoli di Napoli, Brunella Filì dialogherà con il pubblico insieme con la giornalista Lea Cicelyn e la filmmaker Nina Jotti. Durante la serata saranno mostrate in anteprima anche alcune immagini di lavorazione del prossimo film della regista, “Sea Sisters”, in montaggio proprio a Napoli, dove il film è co-prodotto.

La serata, realizzata in collaborazione con la testata Of Public Interest e con Casa Zen Produzioni, è a ingresso gratuito. 

LE SCHEDE

Vincitore dei Premi di Pubblico e Giuria al Biografilm International Film Festival, Premio Audience Pick a Hotdocs Toronto, Vincitore Premio Miglior documentario allo Houston Film festival e molti altri riconoscimenti, arriva per la prima volta a Napoli il film “Alla Salute” (72’, Italia), di Brunella Filì.

SINOSSI

Si può essere felici anche se gravemente malati? Cerca una possibile risposta la cineasta Brunella Filì - già regista del pluripremiato “Emergency Exit – young Italians Abroad” - con il suo film "Alla Salute", basato sulla storia vera di 'Nick' - Nicola Difino, suo amico, presentatore e food-performer, che chiede il suo aiuto quando riceve la diagnosi di un Linfoma.

Per cercare un senso in ciò che gli accadrà, Nick chiede aiuto alla sua amica regista Brunella, per iniziare a filmarsi e farsi filmare durante i mesi della terapia. Insieme al suo medico, che lo supporta, Nick sceglierà di non rinunciare a ciò che lo rende felice: il lavoro, gli amici e, soprattutto, il cibo, provando ad opporre l’amore per la vita al dolore della malattia. Quando viene chiesto ai più cari amici di Nick - gli Chef Roy Paci, DonPasta, Paola Maugeri, Simone Salvini e Diego Rossi - di cucinare le ricette che lui desidera ardentemente, ma che non può mangiare durante le cure, inizia nel film un viaggio on the road fra le cucine d’Italia, alla ricerca di una ricetta di felicità possibile, nonostante le avversità.

Alternando le dimostrazioni culinarie degli Chef con le loro interviste intense e con il racconto autentico delle giornate di Difino durante la terapia, il film si chiede se una persona possa essere davvero felice anche se gravemente malata. Da qualche parte, tra una parmigiana di melanzane e panzerotti dorati con cime di rape, la cineasta Brunella Filì presenta al pubblico risposte inaspettate.

“Alla Salute” è prodotto da Officinema Doc, insieme con Nightswim, col supporto di Apulia Film Commission e Ircss Giovanni Paolo II di Bari.

Trailer: https://vimeo.com/267595375

Facebook: https://www.facebook.com/allasaluteilfilm

Contatti: +39 3409138363 | WEB: https://casazen.art/

PRESENTAZIONE

“Alla Salute” (75 min, documentario), prodotto da Officinema Doc, Nightswim, con Sky LaEffe, Apulia Film Commission e Regione Puglia, ha vinto i Premi Audience Award e Life-tales Award della Giuria al prestigioso Biografilm International Film Festival 2018 ed è stato presentato insieme con Istituto Luce-Cinecittà nella selezione ufficiale del prestigioso HotDocs Documentary Festival di Toronto, dove è stato votato TOP FILM nella sezione Made in Italy, conquistando sold-out e standing ovation del pubblico. È Vincitore inoltre del Premio MIGLIOR FILM al Festival dei Diritti Umani a Orvieto, MIGLIOR DOC a Houston World Film Festival, e altri.

“Premio Human Rights Award" al Festival dei Diritti Umani di Orvieto:

«Con un linguaggio ironico e mai tragico, Alla Salute mette in scena un mondo in cui l’apertura e la comunità sono parte integrante della cura, ricordandoci che il cibo è la prima forma di cura e cultura condivisa, di cui come Italiani siamo felicemente portatori».

(Concita De Gregorio, la Repubblica)

Premio LifeTales Award | Biografilm Italia:

«Al più travolgente racconto biografico del Concorso. A un film che descrive la drammatica storia del suo protagonista con un approccio onesto, leggero e carico di humour. Nonostante lo stesso argomento sia stato trattato in molti altri film, questo riesce a trasmettere un messaggio di speranza ottimistico e inaspettato».

N O T E D I R E G I A

Ricordo bene quella telefonata che mi fece 3 anni fa, i brividi lungo la schiena, le lacrime che cercavano di esplodere, la stanza che si faceva scura: «Brunella, sto combattendo un cancro - mi confessò - “voglio raccontare cosa mi sta succedendo e tu devi aiutarmi a farlo, facciamone un film». Ero sconcertata, rimasi senza parole, non solo per la follia della richiesta, naturalmente. Quella era perfettamente in linea con il Nick che conoscevo ormai da anni, con l’immagine dissacrante, ironica e vitale che si andava costruendo dietro ai fornelli, durante i suoi cooking show. E ora che succede? La prima cosa che pensi, è sempre la peggiore, chissà perché. E, inoltre, come potevo accendere una telecamera su quello che stava attraversando, senza sapere come sarebbe andata a finire? Ero bloccata, come mai mi era successo. Ma non volevo lasciarlo solo, non potevo.

Dopo aver metabolizzato, gli dissi «sono con te». Tuttavia, diversamente dalle altre storie che ho raccontato attraverso i miei film, sentivo di non poter essere già io a seguirlo con la telecamera, in nessuno dei momenti che avrebbe affrontato: la chemioterapia, le sue conseguenze, i dolori, la trasformazione del suo corpo e, la cosa che maggiormente temeva, il mostrarsi fragile. Era il diario di un dolore talmente enorme e delicato da elaborare che non sarei stata pronta ad assorbire. Lo capì anche lui e così lo incoraggiai a registrare da se le sue giornate, a tenere un diario del suo dolore, con qualsiasi supporto, non importava la qualità.

A un certo punto, Nick stesso decise di fare ‘outing’ della sua malattia e della lotta che stava affrontando, e con un post su Facebook d’un colpo si liberò d’ogni maschera, dichiarando la sua paura ma anche, allo stesso tempo, la gioia d’essere ancora vivo, ancora in piedi sul ring nonostante tutti i colpi. Non aveva più paura di mostrarsi, anzi, ne fece un momento di massima esposizione mediatica. Cosa era successo? Intervistandolo durante il percorso, fragile ma sorridente, indebolito ma centrato, comprendevo piano piano con lui che quel riprendersi, quel mettersi davanti a uno specchio – l’occhio della telecamerina - era un vero e proprio esorcismo, un esercizio quotidiano “anti-paura”. La telecamera si accendeva, il suo mezzo sorriso si faceva più grande, il racconto prendeva vita, allontanando la paura della morte. Quel che succedeva, succedeva al personaggio nel film. La risposta fu sorprendente: circondato di affetto, amici, aiuti, aveva trovato il vero antidoto alla paura della malattia: vivere.

Capii in quell’istante che fare quel film poteva in qualche modo dare coraggio anche ad altri, essere 'utile' a chi viveva la stessa storia di Nick e - forse - anche a chi malato non era, a noi "sani". Mi immersi finalmente con lui, e, risalendo piano, il film si andava completando con i pezzi mancanti: fra tutti la metafora dell’acqua che torna potente, simboleggiando insieme utero e rinascita. Suggestioni, elementi, suoni. Gli strumenti del cinema, insieme ai luoghi amati, primi fra tutti il mare della Puglia e la campagna, donano qualcosa di ‘magico’ alle clip, che scorrono veloci, fra lievità e durezza, sempre accompagnati, naturalmente, dalla presenza costante del cibo, un’intuizione della sceneggiatrice Antonella Gaeta per legare assieme nella storia anche le testimonianze dei migliori amici di Nick, Chef ed artisti interpellati mentre cucinano le ricette citate nel racconto, mentre approfondiscono i temi di malattia, paura, fragilità, felicità.

A volte è difficile spiegare a parole quel che provo a raccontare con il cinema e le immagini. Presentando questo film ci siamo riusciti insieme e abbiamo trovato altri significati possibili anche dopo il montaggio finale. Finendo per parlare della Morte, di come l'idea di essa possa, paradossalmente, farci amare ancora di più la Vita, di possibili ricette di Felicità, fino a ricordare l'ultima lezione di Randy Pausch: «Non possiamo cambiare le carte che ci vengono servite, ma solo il modo in cui giochiamo la mano». Una frase che scorre sui titoli di coda del film.

Non un film sulla malattia, ma un piccolo inno alla Vita. (Brunella Filì, regista di "Alla Salute").

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