A Pozzuoli per la pulizia dei fondali marini con il Wwf e il progetto Ri-Party-Amo per un'Italia più pulita

Il Centro Sub di Pozzuoli si è impegnato nella pulizia dei fondali marini per un totale di circa 10mila mq di fondali

Nel mare di plastica, il progetto Ri-Party-Amo
Nel mare di plastica, il progetto Ri-Party-Amo
Giovedì 8 Giugno 2023, 18:26 - Ultimo agg. 18:27
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Giovedì 8 giugno, in occasione della giornata mondiale degli Oceani, proseguono gli appuntamenti di pulizia di Ri-Party-Amo all’insegna del volontariato impegnato nel rendere l’Italia più pulita. Quasi 250volontari si sono impegnati negli eventi di pulizia dei fondali insieme al WWF Sub per ripulire circa 320 mila mq di territorio.

Pozzuoli il Centro Sub è stato impegnato in uno dei tanti eventi nazionali di pulizia dei fondali coordinati, e in particolare si è occupato della pulizia di circa 10mila mq di fondali e di un sito archeologico del Parco Archeologico Sommerso di Baia recuperando rifiuti, reti fantasma ed ingombranti presenti sulle evidenze archeologiche.

Allo stesso tempo si è svolta la pulizia della spiaggia con i volontari WWF nell’area della spiaggia libera di Lucrino per circa 30mila mq.

Il pogetto Ri-Party-Amo ha avuto inizio a settembre 2022 e, fino ad ora, grazie ai numerosi eventi di pulizie nazionali e locali, sono stati ripuliti 16 milioni di mq tra spiagge, argini di fiumi e laghi e fondali marini. Il tutto è stato reso possibile grazie alla partecipazione di circa 7.700 volontari che hanno raccolto più di 75.000 kg di plastiche e rifiuti.

RiPartyAmo  è il progetto nazionale ambientale, concreto e ambizioso, nato dalla collaborazione tra WWF Italia, Intesa Sanpaolo e Jova Beach Party. Il programma RiPartyAmo è declinato in tre macroaree di intervento; “Puliamo l’Italia”: filone dedicato alla pulizia delle spiagge, fiumi e laghi; “Ricostruiamo la natura”: sviluppo di progetti di ripristino naturale e tutela del territorio; “Formiamo i giovani”: attività di educazione dei ragazzi. Nel concreto, il progetto prevede la pulizia di 20 milioni di metri quadrati di spiagge, laghi, fiumi e fondali; la realizzazione di 8 macro-azioni di ripristino degli habitat; l’organizzazione di 8 incontri nelle università italiane con workshop on field e un progetto didattico dedicato alle scuole primarie e secondarie, iniziative capaci di coinvolgere circa 100.ooo studenti. 

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LE PULIZIE DELLE SPIAGGE

Il Mar Mediterraneo è sempre più un mare di plastica, come dimostrano numerosi studi e le attività di monitoraggio dei rifiuti nei nostri mari. Secondo l’ultimo report WWF dal titolo “Plastica: dalla natura alle persone”, ogni anno al livello globale si riversano nei fiumi, laghi e oceani dai 9 ai 23 milioni di tonnellate di plastica. È così che il Mar Mediterraneo raggiunge un triste primato: nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità marine e l’Italia contribuisce all’inquinamento essendo il secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa. Per raggiungere il “buono stato ambientale” stabilito dalla Commissione EU nella Strategia Marina, una spiaggia deve avere meno di 20 rifiuti marini ogni 100 metri lineari di costa.

La pulizia delle spiagge non solo d’estate, ma anche in primavera e in autunno, non solo impedisce che i rifiuti si accumulino anche oltre il periodo estivo di balneazione, evitando così che entrino o rientrino nell'ambiente marino, ma consente anche di ottenere dei dati sul trend temporale di inquinamento.

L’IMPATTO DELL’INQUINAMENTO DA PLASTICA SULLA NATURA

I rifiuti sulle coste, soprattutto quelli di plastica, hanno impatti diretti e indiretti su piante, animali e sugli equilibri degli habitat che compongono gli ecosistemi costieri. Gli organismi, siano essi vegetali o animali, possono finire intrappolati o feriti, possono ingerire la plastica e assorbirne le sostanze tossiche associate. Tali ambienti sono hotspot di accumulo dei rifiuti, che però non sempre possono essere raggiunti dalle normali attività di pulizia dei litorali.

Sulle spiagge, poi, si accumulano non solo i macro-rifiuti, ma anche le microplastiche. Queste possono rimanere nella sabbia per anni, fino a stratificarsi nella formazione dei sedimenti, rilasciando sostanze chimiche tossiche, oppure tornare nel mare. Le microplastiche influiscono anche sulla temperatura e la composizione chimica delle spiagge, contribuendo all'estinzione di varie specie animali. La temperatura della sabbia, ad esempio, determina il sesso dei piccoli delle tartarughe marine, che sono quindi fortemente impattati dalla presenza delle plastiche nei mari e sulle spiagge, tanto da essere uno degli animali simbolo di questo drammatico inquinamento.

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