Napoli, nella Chiesa di Santa Caterina da Siena il concerto dell'ensemble femminile «Les amies partimentistes»

Il concerto, che verrà eseguito da Giovanna Barbati, Carla Rovirosa Guals, Elena Bianchi, Mara Galassi, Chiara Tiboni, si terrà domenica 3 dicembre

Chiesa di Santa Caterina da Siena
Chiesa di Santa Caterina da Siena
Martedì 28 Novembre 2023, 13:07
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Nuovo appuntamento della stagione concertistica della Fondazione Pietà de’ Turchini, che domenica 3 dicembre ore 18.00, presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena, propone all’ascolto Le virtuose fatiche, concerto eseguito dall'ensemble femminile Les amies partimentistes composto da Giovanna Barbati e Carla Rovirosa Guals, Elena Bianchi, Mara Galassi, Chiara Tiboni. Fra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo emerge a Napoli una straordinaria fioritura di musica strumentale: i virtuosi formatisi nei quattro antichi conservatori napoletani, impiegati sia nel viceregno napoletano che nelle maggiori corti europee, contribuirono in maniera significativa all’evoluzione di generi, forme e strumenti. Tra questi Francesco Supriani, Gregorio Strozzi, Francesco Recupero, Ascanio Mayone, Angelo Ragazzi: a loro è dedicato questo concerto.

Nato a Conversano, Supriani entrò al Conservatorio della Pietà dei Turchini nel 1693 e studiò violoncello.

Impiegato brevemente nella Real Capilla di Barcellona, fece presto ritorno a Napoli, dove fu impiegato come primo violoncello della Cappella Reale e del prestigioso ensemble del Tesoro di San Gennaro. Supriani occupa un posto di rilievo nella storia del violoncello in quanto autore di uno dei primi metodi per questo strumento, i Principij da imparare a suonare il violoncello.

Esempi significativi dell’adozione di uno squisito stile galante si trovano non solo nei cantabili movimenti lenti delle sonate in Do maggiore e in La minore di Supriani, ma soprattutto nella più tarda sonata per fagotto di Francesco Ricupero. Poco si conosce della biografia di questo musicista che fu impiegato nella Cappella Reale e nell’orchestra del Teatro di San Carlo e che si distinse per una importante produzione di musica sacra e una raccolta di 16 sonate per flauto traverso e basso, una delle quali appare anche in una versione per fagotto.

Testimonianza di un più rigoroso stile contrappuntistico appare invece nella prima sonata della raccolta di Sonate a Quattro pubblicate nel 1736 dal violinista Angelo Ragazzi. Violinista nella Real Cappella di Barcellona e dal 1713 presso la Cappella Imperiale di Vienna, Ragazzi divenne Direttore della Musica alla corte dell’imperatore Carlo VI e primo violino della Cappella Reale di Napoli dal 1729.

Ma le radici della tradizione strumentale napoletana affondano nel repertorio tastieristico, prima grazie all’attività di Jean de Macque e poi dei suoi allievi Giovanni Maria Trabaci e Ascanio Mayone. Sono autori che contribuiscono in maniera significativa anche alla letteratura dedicata all’arpa, strumento che, nelle sue varianti organologiche di arpa «doppia» o «tripla», rimase negli organici strumentali napoletani fino ai primi decenni del Settecento.

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Alcuni titoli di composizioni strumentali del concerto rimandano esplicitamente a spettacoli o mascherate che avevano luogo nelle feste da ballo: è il caso della Mascara, Sonata e Ballata da più Cavalieri Napolitani nel Regio Palazzo di Gregorio Strozzi, secondo organista della Cappella dell’Annunziata a Napoli e autore di un trattato di teoria musicale. La fanfara iniziale e la rapida successione di sezioni evocative di strumenti a fiato e tamburi, rimandano agli intrattenimenti musicali che avevano luogo alla corte di Napoli a fine Seicento.

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