Napoli: Puteca Celidonia, progetto del rione Sanità che strappa i bambini alla strada

Napoli: Puteca Celidonia, progetto del rione Sanità che strappa i bambini alla strada
di Antonio Folle
Sabato 18 Luglio 2020, 16:42 - Ultimo agg. 16:52
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Emanuele, Dario, Marialuisa, Clara, Umberto e Teresa sono i sei giovanissimi attori napoletani che a via Montesilvano, nel cuore del rione Sanità, circa due anni fa hanno dato vita ad un importantissimo progetto socio-culturale che, attraverso l'arte teatrale, fornisce un contributo fondamentale a tenere i ragazzi del quartiere lontani dalle tentazioni della strada. Ogni giorno sono decine - tanto da spingere gli organizzatori a dividerli in due turni - i ragazzi del rione che frequentano con passione i corsi gratuiti di teatro studiati proprio per offrire ai più giovani consapevolezza delle proprie possibilità e potenzialità. E così Emanuele e i suoi giovani colleghi si alternano all'interno degli spazi confiscati alla camorra per insegnare ai loro allievi i segreti e i "trucchi" del mestiere.
 
 

Un progetto di successo, quello di Puteca Celidonia, che ha ormai infranto i confini del popolare rione Sanità. Da qualche mese, infatti, i ragazzi partecipano attivamente a progetti realizzati nel teatro Trianon di Forcella e nel carcere minorile di Nisida. Giovani al servizio dei giovani in una città dove le giovani generazioni possono e devono rappresentare una delle speranze più forti per il futuro.
 

«Tutto è cominciato due anni fa, con un semplice foglio scritto a mano dove annunciavamo che negli spazi che sono stati confiscati alla camorra e dove organizziamo le nostre attività avremmo realizzato corsi gratuiti di teatro - spiega Emanuele D'Errico - in pochissimo tempo si sono presentati decine di bambini del rione che volevano partecipare. Adesso, a causa del Covid, siamo costretti a dividerli in due turni, proprio per dare la possibilità a tutti di prendere parte alle lezioni. E' bellissimo - prosegue il giovane attore - vedere quanto impegno e quanta passione mettano i bambini del quartiere in questa attività. Non la vedono più solo come un gioco, ma come un mezzo per fare qualcosa di buono nella vita. Li vediamo crescere giorno dopo giorno e questo è importante in un quartiere dove i bambini, anche se giovanissimi, in molti casi sono già adulti. La nostra più grande speranza - ha poi concluso D'Errico - è di poter un giorno lasciare in eredità questi spazi e questi progetti proprio ai bambini che stiamo seguendo oggi e ai quali speriamo di trasmettere valori che possano accompagnarli per tutta la vita». 

Tra i tantissimi risultati positivi raggiunti da Emanuele e dai suoi compagni - oltre ai numerosi spettacoli di successo organizzati sul territorio - c'è il coinvolgimento attivo del quartiere in un progetto che rappresenta un volano di sviluppo per la Sanità. Ragazzi inizialmente guardati con diffidenza oggi sono parte integrante del rione e, anzi, sono stati "adottati" dagli abitanti che guardano con orgoglio e gratitudine a giovani che mettono a disposizione il loro tempo e le loro energie per bambini forse troppo spesso trascurati e fin anche "demonizzati" dalle istituzioni. 

E chissà che magari un giorno qualcuno dei giovanissimi attori che frequentano le lezioni organizzate da Emanuele e dai suoi compagni non possa fare della recitazione un vero e proprio lavoro. In questi giorni Mario Martone ha scelto circa dieci baby-attori di Puteca Celidonia per il suo ultimo lavoro. Una immensa soddisfazione per un progetto nato tra mille diffidenze ma che oggi rappresenta una delle realtà più importanti e seguite dell'intero rione Sanità. 
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