TREVISO - Tutti i Comuni della provincia di Treviso sono in zona verde, ovvero sotto i 25 casi di Covid per 100mila abitanti. È un buon segnale, o meglio, è un ottimo segnale se si considera che la media è di 6. Ma nell'Usl della Marca, nonostante i risultati, c'è una certa preoccupazione legata a uno dei dati riguardo alla diffusione del contagio: a essere colpiti sono i giovani che ancora non si sono sottoposti al vaccino. Motivo per cui l'azienda sanitaria, come aveva già fatto qualche settimana fa, rinnova l'appello per portare avanti la campagna di vaccinazione rivolgendosi proprio a quelle fasce d'età che, al momento, risultano essere le più restie a farsi inoculare anche la prima dose.
I NUMERI
Nell'ultima settimana in provincia di Treviso sono stati scoperti 51 nuovi casi di contagio.
IL MONITORAGGIO
Giovedì sera all'ippodromo Sant'Artemio, in occasione del concerto dei Subsonica, il camper messo a disposizione dall'Usl per effettuare i tamponi tra i giovani del pubblico non ha scoperto alcuna positività. Sono stati 63 i test e tutti hanno dato esito negativo. Anche questo, per Benazzi, è un risultato positivo. Ma la caccia alla variante Delta non si ferma. Ieri sono stati effettuati in totale 3.200 tamponi. Entro il 20 luglio si punta ad arrivare ai 5mila previsti grazie agli accordi presi con le associazioni di categoria per poterli effettuare anche all'interno delle aziende e fermare sul nascere ogni possibilità di nuovi contagi. «Focolai in provincia non ce ne sono - sottolinea Benazzi - Il numero dei contagi, da noi, è ancora basso. Ma ci sono, e continuano a esserci. Motivo per cui è doveroso non abbassare la guardia. Dopo tutti gli sforzi fatti è sufficiente avere le solite accortezze, soprattutto ora che le limitazioni non ci sono più». E il pensiero non può che andare alla finale degli Europei di calcio di domani sera, quando alle 21 l'Italia sfiderà l'Inghilterra a Wembley per cercare di portare a casa la coppa. Dopo i festeggiamenti e i caroselli in centro a Treviso, ma anche negli altri Comuni della Marca, il prefetto ha adottato la linea dura per evitare assembramenti. Benazzi non entra nel merito della decisione, e la partita la guarderà a casa: «Anch'io tiferò Italia, sperando che al termine della partita si possa gioire - conclude Benazzi - La guarderò a casa assieme a qualche amico. E dico a chi deciderà di seguire la gara fuori casa che si può tifare Italia anche stando a un metro di distanza. Si può gioire anche senza doversi abbracciare per forza». Un invito, insomma, a evitare pericolosi assembramenti o situazioni al limite. Come sempre il buon senso deve essere la linea guida anche in una situazione di questo tipo in cui i comportamenti corretti sarebbero sufficienti per evitare che le autorità di sicurezza pubblica debbano intervenire con divieti e limitazioni.