Auto impazzita travolge e uccide operaio Fincantieri in bici sulla ciclabile: il conducente tenta la fuga, arrestato. Positivo alla cocaina

La scena dell'incidente e Dembele Keoule
La scena dell'incidente e Dembele Keoule
Domenica 19 Giugno 2022, 16:43 - Ultimo agg. 21 Giugno, 13:57
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MESTRE - Strafatto al volante della sua Polo si è lanciato come un missile sulla ciclabile in pieno centro a Mestre e ha ucciso un ragazzo di 25 anni. È successo ieri pomeriggio qualche minuto prima delle tre e mezza, in via Dante, davanti alla scuola elementare Cesare Battisti. Neanche ventiquattro ore prima, in quello stesso pezzo di strada per soli ciclisti e pedoni, c'erano le tavolate dei residenti del quartiere in festa per cercare di ritrovare il senso di comunità, in un quartiere che troppo spesso finisce alla ribalta della cronaca per spacciatori e tossicodipendenti. «Poteva fare una strage, questo è peggio dei terroristi che piombano in auto sulla folla. È venuto qui per comprarsi la droga e poi se l'è iniettata subito. Non possiamo più tollerare una simile situazione. E oggi (ieri, ndr) un giovane del tutto incolpevole ci ha rimesso la vita. Cosa deve succedere ancora?».
La rabbia delle gente è tanta. E in tanti hanno le lacrime agli occhi di fronte a quella scena agghiacciante, resa ancora più vivida dal sole che picchia in testa, in un torrido pomeriggio di domenica in cui il termometro segna 32 gradi: la luce è talmente abbacinante da far sembrare di essere sulla scena di un film. Purtroppo non è così. Il lenzuolo macchiato di sangue steso sull'asfalto restituisce un'istantanea tragica e feroce.


LA DINAMICA
A guidare l'utilitaria che non poteva imboccare quella via interdetta al traffico, è un 36enne trevigiano di Roncade, Alberto Crozzolin: sottoposto ad accertamenti, è risultato poi positivo alla cocaina. A un certo punto sbanda sulla destra abbatte due alberi e un lampione e la velocità è talmente sostenuta che nell'impatto la macchina capotta fermandosi con le ruote all'aria. A terra, ucciso sul colpo, rimane Dembele Keoule, classe 1986, originario del Mali ma con cittadinanza italiana, operaio alla Fincantieri.

In sella alla sua bici stava rientrando a casa, a Marghera, dopo aver fatto la spesa. Nessuno scampo per lui: un colpo alla testa, travolto anche dal tronco di una delle piante divelte, immobile in una pozza di sangue; la bici qualche metro più avanti dalla parte opposta, e tutto intorno detriti e rottami e anche gli acquisti che aveva appena effettuato al negozio etnico situato a circa 500 metri. Illeso il suo investitore che esce dall'abitacolo solo con qualche graffio. Addosso ha solo dei pantaloncini corti. A chi accorre per primo, appare subito alterato. E molto. Pronuncia frasi sconnesse, si mette a calciare un pallone che forse la vittima aveva nel cestino attaccato al manubrio della bici. Gli dicono «ma ti sei reso conto che hai ammazzato una persona?». Per tutta risposta cerca anche di entrare in una delle abitazioni vicine. Poi quando vede arrivare le pattuglie delle Volanti e dei vigili urbani tenta di scappare. Verrà bloccato e arrestato poco lontano.


LE INDAGINI
L'uomo viene portato nella caserma della polizia municipale che dista qualche centinaio di metri. Lo devono addirittura sedare perché è fuori controllo: è rinchiuso in cella con l'accusa di omicidio stradale aggravato. A suo carico risultano dei precedenti anche per rapina. I rilievi in via Dante proseguono fino a pomeriggio tardo. Sul luogo della tragedia comincia a radunarsi una piccola folla di connazionali e amici dell'investito: gli sguardi lucidi, il dolore silenzioso davanti al cadavere di un 25enne che viene descritto come un bravo ragazzo a cui piaceva lavorare e che si era bene inserito a Mestre. Il magistrato di turno ha disposto il sequestro dei mezzi coinvolti. Il nulla osta per la rimozione della salma giunge attorno alle 18. «Questione di pochi minuti e poteva travolgere me e i miei due bambini» ci dice visibilmente scosso Giacomo Aliotta, 38 anni, uno dei testimoni oculari. Stava accingendosi ad attraversare la via quando ha sentito il botto. E niente è stato più come prima.

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