Coronavirus a Napoli, consigliere comunale positivo: adesso temono tre assessori

Coronavirus a Napoli, consigliere comunale positivo: adesso temono tre assessori
di Luigi Roano
Martedì 17 Marzo 2020, 23:00 - Ultimo agg. 18 Marzo, 07:07
4 Minuti di Lettura

Prima di lui c’erano stati altri due falsi allarmi per altrettanti consiglieri comunali, anche loro della maggioranza, appena una settimana fa. Ma per Mario Coppeto - il capogruppo di Sinistra in Comune - il verdetto del tampone è stato positivo. È lui il primo consigliere comunale di Napoli contagiato dal Covid-2019. Quando la notizia si è diffusa era da poco passato mezzogiorno e da allora è stato un delirio e un fuggi fuggi generale sia dal Palazzo del Consiglio comunale di via Verdi che da Palazzo San Giacomo. Perché Coppeto ha lavorato fino a venerdì e ha frequentato almeno quattro commissioni consiliari e anche la sede del Comune. Dove ha incontrato almeno un assessore e ne ha intercettati un altro paio nelle segreterie. La notizia del contagio è stata data durante la conferenza dei capigruppo nella vecchia Sala dei Baroni dal presidente dell’Assemblea cittadina Alessandro Fucito informato direttamente da Coppeto. Ed è scattata la procedura di emergenza. Immediatamente la dirigente del Consiglio comunale Enrichetta Barbati ha inviato una nota - anche al sindaco Luigi de Magistris - con la quale ha spedito tutti a casa, consiglieri e funzionari, nella modalità smart working e ha dato disposizione di lasciare il palazzo. E ad horas ha chiesto e ottenuto la sanificazione del palazzo che inizierà stamane da parte dei lavoratori della NapoliServizi. Contestualmente è stata informata anche l’Asl con la quale lo stesso Fucito già stava in contatto dalla mattinata. 
 

 

Dunque la sede dell’Assemblea cittadina è chiusa e la spinta che arriva da chi lavora a 100 metri di distanza, cioè Palazzo San Giacomo, è che venga sanificato e chiuso anche il sito istituzionale di piazza Municipio. Tuttavia il sindaco al momento non è intenzionato a prendere una simile decisione tanto che ieri alle 18 ha tenuto una giunta in modalità «faccia a faccia» se pure con la distanza di almeno un metro tra assessori. Atteggiamento che però non convince dirigenti e dipendenti del Comune e la battuta che circola in queste ore è molto significativa: «Speriamo che arrivi De Luca e ci chiuda il palazzo». Questo il sentiment dei comunali sempre più terrorizzati dall’idea di essere contagiati. Chiedono garanzie lavorative e ulteriori chiarimenti a proposito dello smart working per allargare le maglie di chi può accedere al telelavoro o restare semplicemente a disposizione. 

LEGGI ANCHE Coronavirus, pronti i test per screening di massa 

Toccherà ai medici e ai tecnici dell’Asl ora ricostruire la filiera dei contatti avuti da Coppeto, che il primo sospetto di essersi beccato il Coronavirus, lo ha avuto soltanto sabato per recarsi poi domenica al Cotugno e sottoporsi al tampone. La moglie di Coppeto è un medico e questo ha fatto sì che il Consigliere comunale abbia capito in maniera rapida che il contagio lo stavo colpendo. In teoria tutti quelli che hanno avuto contatti con lui negli ultimi 10 giorni dovranno essere sottoposti a verifica e questo aspetto della vicenda che ha allarmato moltissimo gli eletti dal popolo e gli assessori. Al netto dei suoi rapporti familiari e apicali, nelle sue funzioni politiche Coppeto ha partecipato alle commissioni Urbanistica, di cui è presidente, Infrastruttura e Bilancio e quindi venerdì scorso alla conferenza dei capigruppo alla quale ha partecipato anche il vicesindaco. 
 

I consiglieri comunali tutti chiedono di essere sottoposti al test del tampone per verificare se sono stati contagiati. Stanislao Lanzotti, consigliere e segretario cittadino di Fi, è in prima linea. Così ha spedito una nota a Fucito per formalizzare la sua richiesta «fare il tampone a tutti coloro che hanno incontrato Coppeto dal 4 marzo». E Lanzotti ha chiesto anche al segretario regionale Patrizia Magnoni di «sospendere tutti i lavori delle commissioni». La Magnoni ha risposto che sarà possibile effettuare le sedute delle commissioni «per via telematica, ma solo per quelle dove si tratta dell’emergenza sanitaria».
Insomma, cambia la vita degli eletti del popolo che dalla prossima settimana potrebbero svolgere anche il Consiglio comunale a distanza cioè in modalità smart. Argomento di cui si sta occupando anche il Parlamento per consentire che le Istituzioni non cessino la «loro fondamentale funzione democratica». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA