Non solo il lungomare: tutta la zona che circonda l’isolotto di Megaride si appresta a essere rinnovata. Il mese prossimo, proprio negli stessi giorni in cui dovrebbe partire la maggior parte delle lavorazioni per la riqualificazione di via Nazario Sauro e via Partenope, saranno infatti allestiti i cantieri anche a Castel dell’Ovo, chiuso da marzo. Importo di 8 milioni, per una durata delle operazioni di due anni. Tra gli obiettivi, c’è il ripristino di diverse sale della fortezza, più quello delle facciate d’accesso e delle passeggiate fino ai terrazzi con vista sul Mediterraneo aperto. Quello alle porte, dunque, sarà un settembre di restyling per tutta l’area della curva più famosa di Napoli.
A spiegare a Il Mattino i dettagli della situazione è Sergio Locoratolo, coordinatore delle attività culturali per Palazzo San Giacomo. Castel dell’Ovo - giova ricordarlo - è un bene dello Stato, affidato in gestione proprio al Comune. Ed è un bene costoso, la cui sola manutenzione ordinaria comporta una spesa che si aggira «intorno ai 500mila euro all’anno». Ecco perché servirebbe renderlo produttivo. Non a caso, tra le proposte arrivate da via Verdi, in particolare dal consigliere Luigi Carbone, torna in auge l’idea di «un ticket d’accesso riservato ai soli turisti».
La gestione della fortezza della penisola di Megaride, che ovviamente è sottoposta a vincolo, è piuttosto articolata. In questo senso va premesso che, come ricorda il vicesindaco e assessore comunale all’Urbanistica Laura Lieto, «alcuni interventi di ordine manutentivo vengono seguiti dall’area tecnica del Servizio Patrimonio.
Ma per farlo, serve poter offrire servizi ai turisti. E dunque serve migliorare le condizioni generali della fortezza che fu devastata in più punti dalle bufere che negli anni scorsi distrussero anche i ristoranti e la strada di via Partenope. A oggi, per quanto offra un panorama straordinario, la fortezza di Megaride è un susseguirsi di scale, mura e corridoi bellissimi ma chiusi, deserti e vuoti. «L’uso migliore di Castel dell’Ovo sarebbe la diversificazione - argomenta il consigliere comunale Luigi Carbone, presidente della commissione Cultura in via Verdi - Guardando nell’ottica del prossimo futuro, la fortezza dovrebbe comunque restare sempre accessibile gratuitamente ai napoletani e sempre aperta alle mostre d’arte che consentano l’espressione dei talenti del territorio. Ma di sera, quando di solito è chiusa, potrebbe diventare fonte di guadagno per la collettività. Come? Attraverso l’allestimento di fiere o di ricevimenti. Dico questo anche per ragioni economiche: la sola manutenzione ordinaria del Castello è molto costosa, parliamo di circa 500mila euro annui. Essendo una struttura naturalmente vincolata, i lavori futuri sono stati sottoposti a innumerevoli pareri e restrizioni, e rappresentano il minimo sindacale da farsi per un monumento di tale importanza. Allo stesso tempo, si potrebbe pensare di istituire un biglietto d’ingresso a pagamento per i turisti. Ma per ottenere questo risultato, appunto, va pensata un’offerta adeguata di intrattenimento all’interno della fortezza. A oggi, Castel dell’Ovo, pur essendo un luogo di straordinaria bellezza e suggestione, soffre la carenza di attività attrattive».